TITOLO: Drow
AUTORE: Simon Rowd
COLLANA: ElectaYoung
PREZZO (CARTACEO): 12,90 €
PREZZO (EBOOK): 6,99€
TRAMA: Per Eric Arden il buio non esiste. Non è mai esistito. I suoi occhi vedono nell'oscurità come in pieno giorno. Un potere oscuro e inquietante, di cui non conosce l'origine. Eppure è qualcos'altro a spaventarlo: un istinto aggressivo che non riesce a dominare, legato in qualche modo all'incubo che tormenta le sue notti. Una visione oscura da un passato ignoto, parte di un segreto che da sempre porta dentro di sé. Quando, al campus dell'università, i suoi occhi incrociano lo sguardo dolce e sensuale di Sophie, si scatena un'attrazione travolgente che nemmeno una guerra invisibile tra razze secolari riuscirà ad arrestare. Davanti a Eric si schiuderanno le porte di un mondo sconosciuto. Un mondo cui scopre, suo malgrado, di appartenere e che lo trascinerà di fronte alla scelta più difficile che abbia mai dovuto affrontare: assecondare la sua vera natura o combatterla per la ragazza che ama.
" Possiamo imparare a controllarci, se lo vogliamo. in fondo siamo sempre noi stessi". " Quello non sono io. E' qualcun altro...qualcos'altro. Vive in me, condividimo lo stesso corpo e, ciò che più mi spaventa, la stessa mente".
Se dovessi
descrivere in una sola parola Drow, romanzo di esordio di Simon Rowd, che ha
dispetto del nome è un autore italiano, è "strano". Non
necessariamente strano da intendersi in maniera negativa, anzi, credo che si
tratti di uno di quei casi in cui ho aperto il libro senza sapere esattamente
cosa aspettarmi, e ho iniziato a vederci più chiaro solo a metà del romanzo.
A dire il vero, con
Drow ero partita con il piede sbagliato. Non avevo afferrato subito il genere a
cui appartenesse, e quando ho letto il prologo, che ricalca esattamente altre
scene già viste, mi sembrava di essere capitata in uno di quei romanzi high
fantasy popolati da abbandoni di neonati e donne dagli occhi viola.
Immaginatevi la mia sorpresa quando il primo capitolo è ambientato in una moderna università!
La prima metà,
forse per questo, mi ha un po' delusa. Non accadeva quasi niente, la storia era
molto nebulosa e poco chiara e la mia continua domanda è stata: "Ma qua
dove vogliamo arrivare?" Insomma, non si parlava di pochi capitoli, ma di
ben metà libro.
Ma non è neanche
questa la cosa più fastidiosa... La prima metà, infatti, è dedicata ad uno dei
peggiori insta-love di cui abbia mai letto. Riassunto per chi non frequenta il
blog: l'insta-love è il modo con cui i blogger anglofoni chiamano l'amore a
prima vista, quello del tipo più puro ed assoluto, ergo pacchiano. Sinceramente
è un topic che apprezzo poco anche io: capisco le attrazioni a prima vista,
sebbene preferisca i sentimenti che magari nascono da un contrasto e si
sviluppano gradualmente, ma in questo caso il rapporto tra Eric, il
protagonista, e Sophie, nasce all'improvviso e si sviluppa alla velocità della
luce, in maniera piuttosto innaturale.
E così i capitoli
si susseguono uno dopo l'altro, tra una festa andata male da una parte, un
appuntamento mancato dall'altra, e certa gente non meglio precisata che si
rinchiude in laboratori ultratecnologici per non si sa far cosa.
Dunque, tra amori
campati un po' in aria, e il dubbio più assoluto, sono arrivata a metà del
romanzo senza ancora la minima idea di che cosa parla Drow, e qui per fortuna
le cose sono cambiate in meglio.
Infatti l'autore
nel giro di tre capitoli butta tantissima carne al fuoco: finalmente la trama e
i personaggi acquisiscono un senso, e la storia d'amore tra Eric e Sophie viene
messa in secondo piano per far spazio alla trama principale e, finalmente,
all'azione.
La trama in sé è un
misto tra trovate originali, e cliché antichi come il mondo: in certe parti
Rowd mi ha sorpreso davvero, dimostrando una buona fantasia e una certa
capacità narrativa, mentre, altre volte, ho avuto la spiacevole sensazione di
aver già visto, o meglio letto, di situazioni molto, molto simili (lo so che
per chi legge di tutto è facile incappare in scenari che si assomigliano molto,
ma, in ogni caso, non è mai troppo piacevole).
Sui personaggi non
posso dire molto. Già il genere, una sorta di miscuglio tra fantasy classico e
urban fantasy con un po' di thriller (almeno secondo l'autore), non favorisce
l'approfondimento psicologico, ma alcuni, come Sophie risultano davvero
monodimensionali. Al contrario Jimmy, l'amico dei protagonisti, che all'inizio
sembrava corrispondere al perfetto stereotipo del genere, si è rivelato una
bella sorpresa, mentre su Eric, il personaggio principale, creato apposta per
custodire i misteri della saga, ancora non mi posso esprimere.. Ma sono sicura
che nei prossimi capitoli della saga ci darà grandi soddisfazioni.
Lo stile
dell'autore non è particolarmente complesso, e scorre molto bene, soprattutto
nelle scene d'azione, dove Rowd da il meglio di sé. La storia viene narrata con
un narratore onnisciente: non certo il mio modo preferito, visto che ho dovuto
rileggere più volte alcuni periodi in cui interagivano più personaggi in quanto
non era immediatamente chiaro chi fosse a parlare o agire. Tuttavia, in
generale, per un fantasy si tratta comunque di una buona scelta.
In conclusione la mia valutazione è di tre stelline. Dato
che si tratta comunque di un libro di debutto non è affatto male, anche se
alcuni aspetti potevano comunque essere migliorati, ma sono curiosa di vedere come l'autore se la sia cavata con
il seguito, Mior.
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