lunedì 16 maggio 2016

Blogtour: Spada di Vetro - Victoria Aveyard. Presentazione Blogtour

Ciao a tutti! Oggi, tanto per cambiare, diamo il via ad un nuovo blogtour, dedicato, con mia somma gioia, all’uscita di Spada di Vetro, l’atteso seguito di Regina Rossa di Victoria Aveyard. Avevo apprezzato, nonostante qualche difettuccio, il primo romanzo della serie, a metà tra distopico e fantascienza, e ho tirato un sospiro di sollievo quando la Mondadori ha confermato l’uscita del secondo volume! *credo sia la prima volta che per una serie*. E' il primo blogtour che apro qui sul blog, e di un romanzo comunque di una grande casa editrice, e che dire? E' una grande soddisfazione per me, e spero che voi, come lettori, possiate apprezzarlo! 



LA SERIE

Regina Rossa (Red Queen #1): per maggiori informazioni, qui trovate la recensione
Cruel Crown (Red Queen #1.5): raccolta di novelle (Queen Song #0.1 e Steel Scars #0.2), inedita in Italia
Spada di vetro (Red Queen #2): pubblicato il 12 maggio
TBR (Red Queen #3): in uscita negli Stati Uniti nel 2017
TBR (Red Queen #4): in uscita negli Stati Uniti 

IL ROMANZO
TITOLO: Spada di Vetro
AUTORE: Victoria Aveyard
COLLANA: Mondadori Chrysalide
PREZZO (CARTACEO): 19,90€
PREZZO (EBOOK): 6,99€
TRAMA: Il suo sangue è rosso – come quello della gente comune – ma lo straordinario potere di controllare i fulmini, che nessun Argenteo possiede, rende Mare Barrow un'arma sulla quale il Palazzo vorrebbe riuscire a mettere le mani. Tutta la corte la considera un'eccezione, ma non appena Mare riesce a sfuggire a Maven, il principe – e prima ancora l'amico – che l'ha tradita, scopre una verità sconvolgente: lei non è affatto un'eccezione. Perché di giovani Rossi e Argentei ne esistono molti altri.
Inseguita da Maven, diventato un sovrano crudele e vendicativo, Mare fa di tutto per trovare e reclutare altri guerrieri Novisangue che si uniscano alla lotta dei ribelli contro il re oppressore. Nel farlo, però, entra in un territorio molto pericoloso, dove rischia di diventare proprio come i mostri che sta cercando di sconfiggere.
Riuscirà a sopportare il peso delle vite che dovranno essere spezzate durante la ribellione? O la slealtà e il tradimento subiti l'avranno indurita per sempre?

IL CALENDARIO


1 Tappa Hook a Book
16 Maggio
Presentazione in anteprima del libro e Introduzione Blogtour con incipit e GA

2 Tappa  - Petrichor
17 Maggio
Breve riassunto di Regina Rossa ed eventuale recensione

3 Tappa  - La quintessenza dei libri
18 Maggio
Estratti più belli con PlayList

4 Tappa - Bookish Advisor
19 Maggio
Presentazione dei personaggi con Fanart

5 Tappa  - Please another book
20 Maggio
Presentazione Ambientazione con immagini ed eventuali lavori grafici

6 Tappa - Il colore dei libri
23 Maggio
Recensione

IL GIVEAWAY


Obbligatorio:
-Diventare followers dei blog partecipanti (a meno che non lo si  è già);
-Commentare tutte le tappe;
-Lasciare un commento a questo post con il proprio indirizzo email
Condividere il blogtour su un social a scelta
Optional:
-Retwettare il giveaway
-Seguire le pagine dei blog nei vari social (Facebook, Twitter, Instagram...)
-Seguire la pagina Facebook di Mondadori Chrysalide

a Rafflecopter giveaway

Edit: Il vincitore è Angelica Bellantoni



E ora, giusto per darvi un assaggino del romanzo, il primo capitolo! 

L’INCIPIT

Sussulto. Lo straccio che lei mi passa è pulito, ma odora an-cora di sangue. Non dovrebbe darmi fastidio, dato che i miei vestiti ne sono già tutti impregnati. Il rosso è il mio, natural-mente. Quello argenteo, invece, appartiene a molti altri. Evan-geline, Ptolemus, lord Osanos e tutti coloro che hanno cerca-to di uccidermi nell’arena. Suppongo che in parte sia anche di Cal. Ha perso molto sangue sulla sabbia, per i colpi infer-ti dai nostri mancati carnefici. Ora è seduto di fronte a me e si osserva i piedi, mentre i suoi tagli intraprendono un lento processo di guarigione naturale. Do un’occhiata a una delle tante ferite che ho sulle braccia, causate con ogni probabilità da Evangeline. Sono ancora fresche e così profonde che lasce-ranno senz’altro il segno. Una parte di me è estasiata all’idea: questo sfregio frastagliato non sarà magicamente cancellato dalle fredde mani di un guaritore. Io e Cal non siamo più nel mondo degli argentei, dove certe persone potrebbero elimi-nare con estrema facilità le cicatrici che ci siamo guadagnati a fatica. Siamo riusciti a fuggire. O, almeno, io ci sono riuscita. Le manette ai polsi di Cal, invece, sono un chiaro promemo-ria della sua prigionia.
Farley mi dà un buffetto sulla mano con fare sorprenden-temente gentile. «Nasconditi il viso, sparafulmini. Ti stanno cercando.»
Per una volta, faccio quello che mi viene detto. Gli altri mi imitano e si tirano su le bandane rosse per coprirsi naso e boc-ca. Cal è l’ultimo a restare a viso scoperto, ma non per molto.
Non oppone la minima resistenza quando Farley gli sistema la maschera sul volto per farlo sembrare uno di noi.
Se solo lo fosse.
Un ronzio elettrico mi fa ribollire il sangue nelle vene e mi riporta alle oscillazioni e allo sferragliamento del treno sotter-raneo che procede inesorabile, verso una città, un tempo rifu-gio sicuro. Il convoglio sfreccia veloce e stride sui vecchi bina-ri, come un lestopasso argenteo che attraversa in un lampo i campi aperti. Ascolto il fastidioso rumore metallico, lo sento penetrare in profondità nelle mie ossa, dove si insinua un do-lore freddo e pungente. La rabbia e la forza percepite nell’are-na sono ormai un lontano ricordo che si lascia alle spalle solo paura e sofferenza. Posso a malapena immaginare cosa Cal stia passando. Ha perso tutto, tutto quello a cui teneva di più. Suo padre, suo fratello, il proprio regno. Non so come faccia a non crollare, saldo e immobile se non per l’ondeggiare del treno.
Non c’è bisogno che qualcuno mi spieghi perché andiamo così di fretta. Per quanto mi riguarda, vedere Farley e le sue guardie tese come corde di violino è una motivazione più che sufficiente. Siamo ancora in fuga.
Maven ha già percorso questa strada prima, e farà ritorno con tutta la furia dei suoi soldati, di sua madre e del nuovo ti-tolo. Se ieri era un principe, oggi è un re. Lo credevo mio ami-co, il mio promesso sposo, ma adesso ho capito.
Un tempo mi fidavo di lui. Ora ho imparato a detestarlo e a temerlo. Ha contribuito all’omicidio del padre per accaparrar-si la corona e, per un crimine da lui commesso, ha incastrato il fratello. Sa che le radiazioni che circondano la Città delle Rovi-ne sono tutte una balla, un trucchetto, e sa dove conduce il tre-no. Il nascondiglio tranquillo che Farley ha costruito non è più un posto sicuro, non per noi. Non per te.
Può darsi che ci stiamo già dirigendo a gran velocità verso una trappola.
Nell’avvertire la mia preoccupazione, qualcuno mi abbrac-cia. Shade. Non riesco ancora a credere che mio fratello sia qui, vivo e, cosa perfino più strana, uguale a me. Rosso e argenteo, e più forte di entrambi.
«Non permetterò che ti prendano di nuovo» sussurra a voce talmente bassa che faccio fatica a sentirlo. Suppongo che non sia consentito dimostrare il proprio attaccamento a qualcuno all’infuori della Guardia Scarlatta, benché si tratti di un fami-liare. «Te lo prometto.
La sua presenza è rassicurante e mi riporta indietro nel tem-po. A quando non era ancora stato chiamato alle armi, nella primavera piovosa in cui potevamo fingere di essere bambini. Non esisteva altro che il fango, il villaggio e il nostro stupido vizio di ignorare il futuro. Ora il futuro è l’unica cosa a cui io pensi e mi chiedo su quale oscuro sentiero ci abbiano condot-to le mie azioni.
«Che facciamo adesso?» domando a Farley, ma il mio sguar-do incrocia quello di Kilorn. Lui le sta accanto, da bravo guar-diano, con i denti serrati e le bende insanguinate. E pensare che, in un’altra stagione, era solo l’apprendista di un pescatore. Ora sembra un pesce fuor d’acqua, proprio come Shade, il fantasma di un’epoca passata, precedente a tutto questo.
«C’è sempre un posto in cui scappare» replica Farley, più con-centrata su Cal che su tutto il resto. Si aspetta che combatta, che opponga resistenza, ma lui non fa nulla.
«Tienila stretta» ordina Farley, dopo una lunga pausa, rivolta a Shade. Mio fratello annuisce e mi posa la mano pesante sul-la spalla. «Non possiamo perderla.»
Non sono un generale né un’esperta di tattiche militari, ma il suo ragionamento mi è chiaro. Sono la ragazzina sparafulmini, pura elettricità vivente, una saetta in forma umana. La gente co-nosce il mio nome, il mio aspetto e le mie abilità. Sono preziosa, sono potente, e Maven farà qualunque cosa per impedirmi di contrattaccare. Benché mio fratello sia simile a me, benché sia la cosa più veloce che io abbia mai visto, non so proprio come potrà proteggermi da questo nuovo re crudele e corrotto. Ep-pure devo crederci, nonostante sembri un’illusione. Dopotutto, ho visto accadere così tante cose impossibili... Riuscire di nuo-vo a farla franca non sarà niente di che a confronto.
Il rumore delle pistole che vengono caricate rimbomba nel vagone mentre gli uomini della Guardia si preparano. Kilorn si sposta e mi viene accanto, barcollando leggermente, mentre tiene il fucile a tracolla stretto sul petto. Abbassa lo sguardo, ha un’espressione tenera. Abbozza un sorrisetto e prova a far-mi ridere, ma i suoi occhi verde brillante sono seri e intimoriti.
Cal invece se ne sta seduto in silenzio, con aria quasi paci-fica. Nonostante sia quello che ha più da temere – incatenato, circondato da nemici e perseguitato dal suo stesso fratello –, il suo aspetto è sereno. Il che non mi sorprende. È un soldato nato; la guerra è qualcosa che comprende bene e ora siamo de-cisamente in guerra.
«Spero non abbiate intenzione di combattere» esordisce dopo diversi minuti di silenzio. Tiene gli occhi puntati su di me, ma le sue parole taglienti sono rivolte a Farley. «Spero vi siate or-ganizzati per scappare.»
«Risparmia il fiato, argenteo» ribatte lei, raddrizzando le spal-le. «So cosa dobbiamo fare.»
Le parole mi escono da sole, non riesco a trattenermi: «An-che lui». Farley mi incenerisce con lo sguardo, ma ho soppor-tato di peggio. Infatti non batto ciglio. «Cal sa come combatto-no, sa cosa faranno per fermarci. Sfruttalo.»
Come ci si sente a essere usati? È stato lui a sputarmi addosso quelle parole, nella prigione sotto il Circo delle ossa, e in quel momento ho desiderato di morire. Ora mi dà a malapena fastidio.
Lei non dice niente, il che per Cal è davvero troppo. «Useranno i bocca di leone» commenta tetro. Kilorn scoppia a ridere. «I fiori?»
«I jet» replica Cal con occhi scintillanti di disprezzo. «Ali aran-cioni, corpo argentato e un unico pilota; sono facili da mano-vrare, perfetti per un assalto urbano. Trasportano fino a quat-tro missili ciascuno. Moltiplicato per il numero di velivoli che compongono uno squadrone, si parla di sfuggire a quarantot-to missili, senza contare gli altri tipi di munizioni. Potete farce-la a gestire tutto questo?»
La sua domanda è accolta dal silenzio. No che non possiamo. «E i bocca di leone, in realtà, sono l’ultimo dei nostri proble-mi. Non faranno altro che accerchiarci, difendere il perimetro, tenerci bloccati qui, finché non arriveranno le truppe di terra.» Abbassa lo sguardo, pensieroso. Si starà chiedendo cosa fa-rebbe, se si trovasse dall’altro lato della barricata. Se fosse lui il re, al posto di Maven. «Ci circonderanno e imporranno le loro condizioni: io e Mare in cambio della vostra salvezza.»
Un altro sacrificio. Inspiro lentamente. Stamattina, ieri, prima di tutta questa follia, sarei stata contenta di dare la mia vita solo per salvare Kilorn e mio fratello. Ma ora... so di essere speciale. Ora ho altre persone da proteggere. Ora non possono perdermi.
«Non possiamo accettarlo» protesto. È la dura verità. Lo sguardo fisso di Kilorn mi pesa addosso, ma non alzo gli oc-chi. Non potrei sostenere il suo giudizio.
Cal è meno perentorio. Eppure annuisce, d’accordo con me. «Il re non si aspetta che ci arrendiamo» commenta. «I jet ci fa-ranno crollare addosso le rovine, mentre il resto dell’eserci-to spazzerà via i sopravvissuti. In pratica, sarà un massacro.» Farley è una persona orgogliosa, persino ora che si trova con le spalle al muro. «Quindi cosa proponi?» domanda, mentre si china su di lui. Le sue parole trasudano disprezzo. «Una resa incondizionata?»
Scorgo una smorfia di disgusto sul viso di Cal. «Maven vi uc-ciderebbe comunque. Che sia dentro una prigione o sul campo di battaglia, non lascerà in vita nessuno di noi.»
«Allora tanto vale che moriamo combattendo.» La voce di Ki-lorn risuona più forte del previsto, tuttavia gli tremano le mani. Come il resto dei ribelli, il mio amico è disposto a fare qualun-que cosa per la causa, ma ha pur sempre paura. È ancora un ra-gazzo, ha appena compiuto diciotto anni e ha così tante ragio-ni per vivere e così poche per morire.
Alla dichiarazione forzata e audace di Kilorn, Cal scoppia a ridere, eppure non aggiunge altro. Sa bene che una descrizio-ne più dettagliata della nostra morte imminente non giovereb-be a nessuno.
Farley non condivide la sua opinione e li congeda entrambi con un cenno della mano. Dietro di me, mio fratello emana la sua stessa determinazione.
Sanno qualcosa che noi non sappiamo, qualcosa che non han-no intenzione di dirci, per il momento. Maven ci ha impartito una dura lezione sulla fiducia mal riposta.
«Non saremo noi a morire, oggi.» Farley non dice altro, pri-ma di marciare in testa al convoglio. I suoi passi risuonano come colpi di martello sul pavimento metallico e trasmettono una cocciuta risolutezza.
Prima ancora che accada, percepisco che il treno sta per ral-lentare. L’energia elettrica si affievolisce fino a scomparire, men-tre scivoliamo nella stazione sotterranea. Non so cosa potremmo scorgere nel cielo sopra di noi, se una nebbia bianca o i jet dalle ali arancioni. Gli altri non paiono troppo interessati, men-tre scendono dal treno con decisione. Così in silenzio, gli uo-mini armati e mascherati della Guardia Scarlatta sembrano dei veri soldati, ma non mi lascio incantare: non possono competere con quello che li aspetta.

«Preparati» mi sussurra Cal all’orecchio, facendomi venire i brividi. Mi tornano in mente i bei tempi andati, quando balla-vamo al chiaro di luna. «Ricordati quanto sei forte.»
Kilorn si fa largo con una spallata e mi viene accanto, per se-pararci prima che io possa dire a Cal che la mia forza e la mia abilità sono le uniche cose di cui io sia sicura in questo momen-to. Non mi fido di nient’altro, al di là dell’energia elettrica che mi scorre nelle vene.
Vorrei davvero credere alla Guardia Scarlatta e di certo an-che a Shade e a Kilorn, ma non posso concedermelo, non dopo i guai che la mia fiducia e la cecità nei confronti di Maven ci han-no causato. E Cal non è nemmeno da prendere in considerazio-ne. È un prigioniero, un argenteo, il nemico che ci tradirebbe su-bito, se solo potesse... se avesse un altro posto in cui scappare.
Eppure, in qualche modo, mi sento attratta da lui. Il ragazzo benestante che mi ha regalato una moneta d’argento quando non ero nulla. Con quel singolo gesto, ha cambiato il mio futu-ro e ha distrutto il suo.
Tra l’altro, condividiamo un’alleanza disdicevole, sancita dal sangue e dal tradimento. Siamo legati, uniti contro Maven, con-tro tutti quelli che ci hanno ingannato e contro questo mondo che sta per sgretolarsi.
Il silenzio ci accoglie. Una nebbia umida e color cenere aleg-gia sulle rovine di Naercey e il cielo sembra così vicino da po-terlo quasi toccare. Fa freddo per via del vento gelido tipico dell’autunno, stagione di cambiamento e di morte. Non c’è an-cora nulla che abbia invaso la volta celeste, nessun jet che fac-cia piovere distruzione su una città già distrutta. Farley si in-cammina a passo svelto e ci guida dai binari all’ampio viale abbandonato. Le macerie si spalancano davanti a noi come un canyon, più grigie e desolate di quanto ricordassi.
Procediamo verso est, lungo la strada, in direzione della co-sta avvolta dalla foschia. Gli alti edifici mezzo diroccati ci sovrastano e sembra che ci vengano addosso; le loro finestre sono come occhi che ci osservano mentre passiamo. Chissà se gli ar-gentei ci stanno tendendo un’imboscata, nascosti nelle nicchie sgretolate e nelle ombre dei portici, pronti a far fuori la Guar-dia Scarlatta. Maven potrebbe addirittura costringermi a guar-darlo mentre uccide i ribelli a uno a uno. Non mi concederebbe il lusso di una morte rapida e indolore. “O forse peggio” pen-so. “Non mi lascerebbe proprio morire.”
Quest’ipotesi mi fa gelare il sangue nelle vene, come se un agghiacciante mi avesse sfiorato. Per quanto Maven mi abbia mentito, un pochino lo conosco. Ricordo quando mi ha affer-rato attraverso le sbarre della prigione e gli tremava la mano mentre mi stringeva il polso. E ricordo il nome che si porta den-tro, quello che mi rammenta che in lui batte ancora un cuore.
Si chiamava Thomas e l’ho guardato morire. Non ha potuto salva-re quel ragazzo. Ma può salvare me, nel suo modo perverso.
No. Non gli darò mai una soddisfazione del genere. Preferi-sco morire anch’io, piuttosto.
Ma per quanto mi sforzi, non riesco a scordare l’ombra che credevo che fosse, ovvero il principe smarrito e dimenticato da tutti. Come vorrei che quella persona fosse reale, che esistesse davvero, non solo nella mia memoria. C’è una strana eco tra le rovine di Naercey, più silenziose del previsto. Quando ne ca-pisco il motivo, resto di stucco. I profughi se ne sono andati. La donna che spazzava cumuli di cenere, i bambini che si nascon-devano nei tombini, le ombre dei miei fratelli e sorelle rossi... sono tutti fuggiti. Non è rimasto nessuno, a parte noi.

«Pensa quello che vuoi di Farley, ma sappi che non è stupi-da» afferma Shade per rispondere alla mia domanda, prima an-cora che io abbia modo di formularla. «Ha dato l’ordine di eva-cuazione la scorsa notte, dopo essere scappata da Archeon. Era convinta che tu o Maven avreste parlato sotto tortura.»
Si sbagliava. Non c’è stato bisogno di torturare Maven. Ha ceduto informazioni e pensieri di sua spontanea volontà. Ha aperto la mente alla madre, permettendole di sbirciare qualsia-si cosa: il treno sotterraneo, la città segreta, la lista. È tutto suo ora, proprio com’è sempre stato anche lui.
I soldati della Guardia Scarlatta, una marmaglia disordina-ta di uomini e donne armati, marciano in fila alle nostre spalle.
Kilorn mi segue a ruota e si guarda intorno con espressione vi-gile, mentre Farley è a capo della fila. Subito dietro di lei, due soldati robusti tengono Cal per le braccia, con fare nervoso, e lo costringono a stare al passo. Con le loro sciarpe rosse sem-brano i personaggi di un incubo. Eppure siamo sopravvissuti così in pochi; forse una trentina, tutti feriti.
«Anche se riuscissimo di nuovo a farla franca, non siamo ab-bastanza per portare avanti la rivolta» sussurro a mio fratello. La nebbiolina bassa attutisce il suono della mia voce, ma lui mi sente lo stesso.
Contrae le labbra in un sorrisetto stentato. «Tu non preoc-cuparti.»
Prima che io possa insistere, il soldato davanti a noi si ferma di colpo. E non è l’unico. In testa alla fila, Farley ha il pugno al-zato e scruta il cielo grigio ardesia. Il resto del gruppo la imi-ta e si guarda intorno, in cerca di ciò che non possiamo vedere. Solo Cal tiene gli occhi puntati a terra. Lui sa già che aspetto ha il nostro tragico destino.

Un urlo distante e inumano fende la nebbia e giunge fino a noi. È un suono meccanico e incessante che volteggia sulle nostre teste. Ed è in buona compagnia. Dodici ombre a forma di freccia squarciano il cielo e le loro ali arancioni serpeggia-no dentro e fuori dalle nuvole. Non ho mai visto un jet come si deve, non così da vicino e alla luce del giorno, per cui non posso fare a meno di spalancare la bocca, quando quei bolidi si fanno avanti. Farley abbaia ordini alle guardie, ma io non la sento. Sono troppo impegnata a guardare in alto e osservare la morte alata che si inarca sopra di noi. Sono veicoli affascinanti, come la supercycle di Cal, fatti di acciaio e vetro arcuati all’in-verosimile. Scommetto che nella loro realizzazione c’è lo zam-pino dei magnetron... Com’è possibile che il metallo voli, altri-menti? Le venature blu dei motori scintillano sotto le ali, segno dell’elettricità che sprigionano. Quell’energia mi provoca una fitta lievissima, come un soffio sulla pelle, ma sono troppo lon-tani perché io possa interferire con loro. Non mi resta altro da fare che guardare, in preda all’orrore.

Stridono e volteggiano sull’isola di Naercey, senza mai inter-rompere il macabro girotondo. Posso quasi fingere che siano in-nocui, semplici volatili curiosi, venuti a sbirciare i resti di una rivolta ormai sedata. Poi un lampo di metallo grigio ci sfrec-cia sulla testa e lascia dietro di sé una scia di fumo, muovendosi così velocemente che è quasi impossibile vederlo. Si diri-ge in picchiata verso un edificio sul viale e scompare dentro una finestra rotta. Dopo una frazione di secondo, un’esplosio-ne di rossi e arancioni distrugge l’intero piano del palazzo, già piuttosto pericolante. I suoi pilastri millenari si spezzano come stuzzicadenti e l’edificio implode su se stesso. Tutta la struttu-ra si inclina e viene giù così lentamente da rendere la scena ir-reale. Quando si sfracella al suolo, ostruendo la via davanti a noi, il frastuono mi rimbomba nel petto. Una nuvola di fumo e polvere ci arriva dritta addosso, ma non indietreggio. Ormai ci vuole ben altro per spaventarmi.

In quella foschia grigio-marrone, Cal resta in piedi insieme a me, mentre anche i suoi gorilla si accovacciano. Per un attimo, incrociamo i nostri sguardi e lui incurva le spalle, abbattuto. È l’unico segno di sconfitta che si lascia sfuggire.

Farley afferra la guardia a lei più vicina e l’aiuta a rialzarsi. «Sparpagliatevi!» grida, e indica le viuzze laterali nei dintorni. «Andate a nord, verso i tunnel!» Mentre parla, fa cenno ai suoi luogotenenti e dice loro dove dirigersi. «Shade, verso il parco!» Mio fratello capisce al volo ciò che intende e annuisce. Un al-tro missile si schianta contro una costruzione poco distante e copre la voce di Farley, ma è facile intuire cosa stia strillando.

Scappate.

Una parte di me vorrebbe tener duro, restare e combattere. Di certo, i miei fulmini viola e bianchi distoglierebbero l’attenzio-ne dei jet dalle guardie in fuga e l’attirerebbero su di me. Forse riuscirei a far allontanare addirittura un paio di aerei. Ma non posso. Io valgo più di loro, più delle maschere e delle bandane rosse. Io e Shade dobbiamo sopravvivere, se non per la causa, almeno per gli altri. Per le centinaia di persone come noi con-tenute nella lista; ibridi, anomalie, scherzi della natura, assur-dità rosse e argentee che moriranno di certo, se noi falliamo.
Shade ne è consapevole tanto quanto me. Mi prende a brac-cetto e mi stringe così forte da farmi quasi male. È fin troppo facile correre insieme a lui e lasciarmi guidare lontano dall’am-pio viale per poi finire in un groviglio verde-grigiastro di al-beri incolti che riversano le proprie fronde sulla strada. Più ci addentriamo in quella boscaglia, più i rami bitorzoluti si infit-tiscono e si protendono come dita deformi.
Un migliaio d’anni di incuria hanno trasformato questa pic-cola zona in una giungla morta, che ci offre riparo, mentre i jet si avvicinano sempre di più e provano ad accerchiarci. Kilorn non resta mai troppo indietro. Per un attimo, posso quasi fin-gere di essere di nuovo a casa e di gironzolare insieme a lui per Palafitte, a caccia di guai e divertimento. Ma, a quanto pare, tro-viamo solo guai.
Quando Shade finalmente frena di colpo, tanto da lasciare un segno a terra con gli stivali, mi azzardo a dare un’occhiata in-torno. Kilorn si ferma subito accanto a noi, con il fucile punta-to inutilmente verso l’alto, ma nessuno ci ha seguito. Non rie-sco più nemmeno a scorgere la strada né le bandane rosse delle guardie che si danno alla fuga tra le macerie.
Mio fratello lancia uno sguardo torvo tra i rami spessi degli alberi e scruta il cielo nella speranza che i jet volino via.
«Dove stiamo andando?» gli chiedo, senza fiato.
Kilorn mi risponde al posto suo. «Al fiume. E poi verso l’o-ceano. Pensi di riuscire a portarci?» Scruta le mani di Shade, quasi la sua abilità fosse esposta sulla pelle. Ma la forza di mio fratello è ben nascosta, proprio come la mia, invisibile finché lui non decide di rivelarla.
Shade scuote la testa. «Non con un solo balzo, è troppo lon-tano. Preferisco correre e risparmiare le forze.» Poi si incupisce. «Finché non ne avremo davvero bisogno.»
Annuisco concorde. Ho sperimentato in prima persona cosa significhi avere prosciugato la propria energia, essere sfiniti den-tro, a malapena capaci di muoversi, figuriamoci di combattere.
«Dove porteranno Cal?»
La mia domanda mette Kilorn a disagio. «Cosa vuoi che me ne freghi?»
«Be’, dovrebbe importarti, invece» ribatto stizzita, benché mi tremi la voce per l’imbarazzo. No che non dovrebbe. E non dovreb-be importare neanche a te. Se il principe è andato, devi lasciarlo sta-re. «Può aiutarci a uscire da tutto questo. Può lottare con noi.» «Fuggirà o ci ucciderà non appena gliene daremo occasio-ne» sbotta lui bruscamente, togliendosi la sciarpa per mostrarmi l’espressione arrabbiata nascosta sotto la stoffa.
Nella mia testa, vedo il fuoco di Cal. Brucia tutto ciò che incon-tra sul suo cammino, dal metallo alla carne. «Avrebbe già potuto uccidervi» gli rinfaccio. Non è un’esagerazione, e Kilorn lo sa.

«Credevo che prima o poi voi due avreste smesso di bisticcia-re» interviene Shade mettendosi tra noi. «Che sciocco sono stato.» Kilorn si sforza e mi chiede scusa, a denti stretti, ma io non ricambio. Sono troppo concentrata sui jet, mentre lascio che i loro cuori elettrici battano insieme al mio. Il segnale si indeboli-sce ogni secondo che passa, a mano a mano che volano via. «Si stanno allontanando. Se vogliamo andare, dobbiamo farlo ora.» Sia mio fratello sia Kilorn mi guardano straniti, ma non di-scutono. «Per di là!» esclama Shade e indica un punto in mez-zo agli alberi. Uno stretto sentiero quasi invisibile si snoda at-traverso la vegetazione, dove la terra è stata spazzata via per rivelare la pietra e l’asfalto sottostanti. Shade mi prende di nuo-vo a braccetto, mentre Kilorn scatta in avanti e ci impone un ritmo sostenuto.
I rami ricurvi sul sentiero sempre più angusto continuano a graffiarci la pelle, finché non diventa impossibile correre fian-co a fianco. Ma, invece di lasciarmi andare, Shade mi tiene an-cora più stretta. Poi mi rendo conto che non è lui a serrarmi. È l’aria, il mondo. Ogni singola cosa si comprime in un violen-to attimo di oscurità. Dopodiché, in un batter d’occhio, ci ritro-viamo dall’altro lato della boscaglia e ci guardiamo alle spalle per vedere Kilorn che emerge dalla selva bigia.
«Ma era davanti a noi un attimo fa» borbotto continuando a spostare lo sguardo tra Shade e il sentiero. Ci dirigiamo ver-so il centro della strada, mentre il cielo e il fumo aleggiano su di noi. «Hai...»
Shade sfoggia un sorriso a trentadue denti, il che risulta fuo-ri luogo, visto il ruggito dei jet in sottofondo. «Diciamo che...ho fatto un salto. Se ti tieni stretta a me, possiamo saltare insie-me» mi spiega, per poi esortarci a imboccare alla svelta un al-tro vicolo.
Mi batte forte il cuore all’idea di essermi appena teletraspor-tata, al punto che riesco quasi a scordarmi il frangente in cui ci troviamo.
Ma i jet fanno presto a rammentarmelo. Un altro missile esplo-de verso nord e fa crollare un edificio con il boato di un terre-
moto. La polvere si riversa nel vicolo simile a un’onda e ci pas-sa sopra un’altra mano di grigio. Il fumo e le fiamme mi sono talmente familiari, ormai, che quasi non li noto, anche quando la cenere comincia a cadere come neve. Lasciamo le nostre im-pronte su quel tappeto funereo; può darsi che siano gli ultimi segni che resteranno di noi.
Shade sa dove andare e corre veloce. Kilorn non ha proble-mi a stargli dietro, nonostante il peso del fucile. Ormai abbia-mo fatto il giro dell’isola e siamo tornati sul viale principale. A est, un raggio di luce fa capolino tra il fango e la polvere e porta con sé una boccata d’aria salmastra. A ovest, l’edificio crollato per primo sembra un gigante defunto e blocca ogni via di fuga verso il treno. Siamo circondati da vetri rotti, carcasse di metal-lo e strane lastre di un bianco sbiadito: un tempio di macerie.
“Che luogo sarà mai stato?” mi chiedo confusa. “Julian me lo saprebbe dire.” Fa male anche solo pensare il suo nome, così reprimo subito il ricordo.
Qualche altra bandana rossa mi sfreccia davanti nell’aria li-vida e cerco una figura familiare. Ma non vedo Cal da nessuna parte, sono terrorizzata.
«Non me ne vado senza di lui.»
Shade non ha bisogno di chiedere a chi mi riferisca. Lo sa già. «Il principe verrà con noi. Hai la mia parola.»
La mia risposta mi lacera dentro: «Non ti credo».
Shade è un soldato. Non ha avuto certo una vita facile e non è estraneo al dolore. Eppure, la mia affermazione lo ferisce pro-fondamente. Glielo leggo negli occhi.
“Dopo gli chiederò scusa” dico a me stessa. Sempre se ci sarà un dopo.
Un altro missile ci sorvola e va a finire qualche strada più in là. Il fragore dell’esplosione in lontananza non copre il rumore penetrante e spaventoso che si leva intorno a noi.
È il passo cadenzato di migliaia di soldati in marcia.





22 commenti:

  1. Awwwwww questo libro dovrà essere mio prima o poi!!! Mi era piaciuto moltissimo “Regina rossa” e ora voglio proprio scoprire cosa mi aspetta in questo secondo volume. Grazie mille per aver condiviso con noi l'incipit, l'ho letto tutto d'un fiato ^_______^

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  2. Non sapevo di questo BT! Lo seguirò con estremo piacere. L'incipit è meraviglioso *__* la mia mail è romano.marco86@gmail.com

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  3. Partecipo al bt perchè non vedo l'ora che esca!!! *-* L'incipit è meraviglioso! :3
    Il mio indirizzo email è: valentina.panzetta@gmail.com

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  4. Io ero sempre stata nel dubbio, ma qualche settimana fa ho ceduto quando nella libreria vicino a casa ho visto "Red Queen" e "Cruel Crown" in lingua - inutile dire che sono uscita con i volumi sottobraccio.
    E che incipit che è questo! O_O
    La mia email è lonely_dreamer@hotmail.it

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  5. Lessi il primo volume spinta dalla curiosità. Me ne innamorai dal primo capitolo ! :) Trovo questa serie di libri molto interessante e questo genere letterario rimane indubbiamente uno dei miei preferiti. Partecipo con entusiasmo a questo Blog tour ! :D
    La mia mail è : clauz.montagna@gmail.com

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  6. Questo blogtour mi interessa assai! "Regina Rossa" mi era piaciuto molto e non vedo l'ora di leggere questo!! *__* Poi, l'incipit mi ha messo ancora più voglia di prenderlo!
    La mia mail è valemau99@hotmail e adesso vado a compilare il form :3

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  7. Partecipo volentieri questa serie mi intriga molto..la mia email è bebatag@gmail.com

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  8. Partecipo volentieri questa serie mi intriga molto..la mia email è bebatag@gmail.com

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  9. Grazie a questo nuovo blog tour ho scoperto questa serie che non so per quale motivo mi era sfuggita!
    ;)

    partecipo, la mia mail è : eleonora.ci92@gmail.com

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  10. Wowww che incipit!! Confesso di non conoscere questa serie,ma non è mai tardi per rimediare. Grazie mille partecipo con piacere
    mila.mali@hotmail.it

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  11. mi ispira davvero tantissimo! e che copertina!
    partecipo e condivido!
    Luigi Dinardo
    luigi8421@yahoo.it

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  12. Bello l'incipit e molto particolare la cover!partecipo, incrocio le dita!
    GFC/FB: Chicca Tamburrino
    e-mail: pleadi@inwind.it

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  13. Ciao (:
    Ho letto Regina Rossa giusto una settimana fa, quindi siccome sono impaziente di sapere come continua partecipo molto volentieri! Speriamo in un po' di fortuna :3
    La mia mail: angelica.bellantoni@hotmail.it

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  14. Lo aspetto da troppo tempo *-* Sono super curiosa, dicono sia migliore del primo volume <3
    Ecco la mia email: perla.arcobaleno@live.com

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  15. Io sono innamorata di Cal e Mare è fortissima, quel 'Non ti credo' a Shade è una pugnalata! Devo leggere il seguito! *-*

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  16. Non vedo l'ora di poter leggere questo libro, mi piace moltissimo!

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  17. Non vedo l'ora di leggerlo! Nel frattempo provo a partecipare al blogtour (anche se non ho mai partecipato a un blogtour!!!) :D

    La mail: angela.luciani87@gmail.com

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  18. Mi ispira tantissimo e mi piacerebbe molto poter avere il cartaceo. La mia mail è celelele95@gmail.com

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  19. Eccomi!! Sono un po' in ritardo, ma ho appena scoperto questo giveaway e, visto e considerando che sono appena uscita da un altro, sono felicissima di partecipare anche a questo :D
    Ho amato alla follia Regina Rossa, aspettavo il seguito da mesi *-* ♥
    La mia mail: cosmicpegasus98@gmail.com

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  20. Mi interessa parecchio questo blogtour. La mia mail è lalie.fox@gmail.com voglio questo seguito!

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  21. Questo è un altro libro che finisce nella mia lunghissima lista...
    La mia mail è saia.88@hotmail.it

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