lunedì 13 aprile 2015

Recensione: Never Never - Colleen Hoover e Tarryn Fisher

Buongiorno! Oggi recensione di un libro in lingua evento più  unico  che raro, dato che i libri  in lingua per me sono dei veri e propri  tappi... a parte questo, che mi è  piaciuto  molto a dire il vero!



TITOLO: Never Never
AUTORE: Colleen Hoover & Tarryn Fisher 
PREZZO (CARTACEO): 2,94$ 
PREZZO (EBOOK): 7,99$

TRAMA: (Tradotta da me) Migliori amici da quando hanno imparato a camminare. Innamorati da quando avevano quattordici anni. Completi estranei da questa mattina. Lui farà qualsiasi cosa per ricordare. Lei farà qualsiasi cosa per dimenticare.

Lo confesso: di solito tendo a soffrire le letture in lingua. Non so perché, ma sono pochi i romanzi, letti in lingua originale, che riescono ad entusiasmarmi come quelle in italiano. Forse il non comprendere tutte le parole incide sulla mia lettura? Non ne ho idea.
Ma non sono qui per parlare delle solite letture in lingua, anzi, ma di un'eccezione.
Certo, una delle autrici, la mia amata Colleen Hoover, per me era una garanzia ma, d'altro canto, l'altra autrice Tarryn Fisher non l'avevo nemmeno mai sentita nominare: l'unica cosa di cui ero a conoscenza era che la Hoover aveva scritto le parti relative al protagonista maschile, mentre la Fisher si era occupata della protagonista femminile.
La trama della novella non sembrava svelare molti misteri: parlava solo di due ragazzi che da migliori amici e fidanzati, un giorno non ricordano più niente. Ed è proprio questo che basta sapere... perché non c'è molto altro da dire!
Never Never inizia proprio così, di colpo, senza dare la possibilità al lettore di realizzare quello che sta succedendo, e la lettura prosegue così, nel buio più assoluto, aggiungendo di capitolo in capitolo dettagli al puzzle senza però riceverne la visione completa.
La storia è narrata attraverso i punti di vista alternati dei due protagonisti, Silas e Charlie, permettendo al lettore di vivere la storia attraverso i loro occhi e di conoscere quello che loro sanno... il che, al primo capitolo, si riduce a niente. La ricerca del passato è proprio quello che più ho amato di Never Never: poter stare nella testa dei protagonisti significa vivere la loro avventura al loro posto, in questo caso, mi sono sentita talmente coinvolta che mi sembrava di essere senza memoria come i protagonisti.
Ho adorato Silas, il ragazzo protagonista: come in molti romanzi della Hoover la figura maschile è semplicemente adorabile, una persona affidabile dopotutto, nonostante nasconda anch'egli degli scheletri nell'armadio. Al contrario Charlie non l'ho potuta reggere: non so se sia semplice antipatia a pelle o il suo modo di ragionare e di vivere la vicenda, ma tanto ho amato Silas quanto ho odiato lei, al punto che, verso la fine, desideravo che i suoi capitoli passassero in fretta (mentre volevo che quelli di Silas si allungassero sempre più).   
Lo stile mi è piaciuto parecchio: ti catturava, ti immergeva nella lettura al punto da non farti più smettere. Già è raro che questo mi capiti con un romanzo in italiano, figurarsi con uno in lingua, ma in questo caso è stato così, nonostante l'inglese usato non sia proprio uno dei più semplici (la sintassi non è complicatissima, ma l'uso di parole colloquiali ha mandato in crisi la funzione dizionario del mio kindle). Un'altra cosa che mi ha colpito è che, se non ci fosse stato scritto sulla copertina "Tarryn Fisher & Colleen Hoover" non avrei mai detto che si trattava di una collaborazione tra due autrici: al contrario avrei pensato ad un unico scrittore, molto bravo, che riusciva a differenziare le due voci protagoniste senza tuttavia alterare l'unità dell'opera. 
Invece essendo Never Never il prodotto di due scrittrici sono contenta che non si senta lo stacco da una parte all'altra.

In conclusione sono quattro stelline e mezzo: quella mezza stellina ha nome Charlie e ho deciso di assegnarla, nonostante nasca da un'antipatia piuttosto personale, perché, verso la fine, mi era presa l'insana voglia di leggere solo le parti di Silas!


venerdì 10 aprile 2015

The Great Book Tag #10: Events Book Tag

Della serie: non so più che tag inventarmi... sul serio, questo l'ho inventato io! Ovviamente ne esisterà uno simile, ma io non l'ho trovato, quindi pazienza! Ho inserito la mitica data bonus: l'Independence Day statunitense perché... è anche il mio compleanno!
Quindi... enjoy the post! 




1)     Capodanno: la migliore lettura dell'anno passato= credo di averla già citato più e più volte, ma Il tuo meraviglioso Silenzio di Katja Millay è stato sicuramente uno dei migliori romanzi del 2014 nonché il primo, ma probabilmente non l'unico, che può rispondere a questa difficile domanda.



2)     Epifania: un libro che è stato come il carbone della Befana= citiamo un classico del cosiddetto "fantatrash" che andava di moda molti anni fa, ovvero Gli eroi del Crepuscolo di Chiara Strazzulla. Non sono nemmeno riuscita a finirla, dunque non ne vedrete mai una recensione... L'unico motivo per cui resta nella mia libreria è perché esteticamente si tratta proprio di un bel libro: peccato che la sua "bellezza interiore" non coincida affatto con quella esteriore)



3)     Carnevale: un libro con una cover colorata= sebbene non l'abbia ancora letto la cover di Qui e Ora di Ann Brashares mi ha colpita subito, dal primo momento in cui l'ho vista, e ancora oggi me la ricordo! Peccato che il libro non mi ispiri come la copertina... 



4)     Equinozio di Primavera: un libro che parla di Rinascita= nonostante non mi sia piaciuto moltissimo, alla rinascita associo Per Dieci Minuti di Chiara Gamberale, che illustra un divertente metodo di ricominciare a vivere tramite nuove esperienze!


5)     Pasqua: un libro che si è rivelato una sorpresa= direi il recente letto Battle Royale di Koushun Takami. Non avrei mai creduto che un libro così esplicito e violento sapesse coinvolgermi in una maniera tale da lasciarmi quasi in uno stato di sbronza post lettura. È stato... decisamente WOW!


6)     Solstizio d'estate: un libro con una forte componente soprannaturale= senza neanche pensarci due volte, Raven Boys di Maggie Stiefvater. È la sua definizione e non si discute!


7)     Independence Day: un libro ambientato negli Stati Uniti= per non parlare della solita New York stavolta indico Never Never della premiata ditta Fisher&Hoover che è ambientato nella stupenda New Orleans... Dove inutile a dirlo, vorrei tanto andare! (In teoria vorrei andare più o meno dappertutto negli Stati Uniti, anche se New York resta sempre la mia destinazione prioritaria)


8)     Ferragosto: un libro da leggere sotto l'ombrellone= per restare in tema, direi Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito) di Chiara Parenti. Divertente, leggero e molto marittimo" al punto che io l'ho letto nella stupenda Thailandia! 


9)    Halloween: un libro che ti ha spaventato= la lettura di Lasciami Entrare di John Ajvide Lindqvist mi ha fatto davvero paura. Quelli si che sono veri vampiri! E io che invece, a partire dalla trama, mi aspettavo una storia d'amore (che invece non esisteva nemmeno...) 




10) Natale: un libro che ti è stato regalato= per quanto sappiano che mi piaccia tanto leggere i miei amici evitano i libri come la peste, forse perché temono che li abbia già letti tutti! Persino mia madre evita di regalarmeli, per questo la maggior parte della volte... me li regalo da sola! Tuttavia l'ultimo che mi è stato veramente regalato è Cime Tempestose di Emily Brönte al mio diciottesimo compleanno. 



mercoledì 8 aprile 2015

Recensioni: Con un poco di zucchero - Chiara Parenti

Buongiorno! Oggi sono tornata all'università: ma perché non potevano farci stare a casa proprio il giorno più pesante? Io non capisco... In ogni caso oggi recensione, in tema con l'abbuffata dolce di Pasqua: il dolcissimo e divertentissimo romanzo di Chiara Parenti mi è rimasto proprio dentro!

TITOLO: Con un poco di zucchero
AUTORE: Chiara Parenti
COLLANA: Rizzoli Youfeel
PREZZO (EBOOK): 2,49€

TRAMA: A trent’anni suonati Matteo Gallo, aspirante scrittore senza soldi e senza speranze, è costretto a vivere con la sorella Beatrice e “loro”, Rachele e Gabriele, i due scatenatissimi nipotini. Nessuna delle tate finora ingaggiate è riuscita a domarli. Ma ecco che, come per magia, un pomeriggio di fine settembre, un forte vento che spazza le nubi dal cielo porta tata Katie.
Beatrice e i suoi bambini restano subito incantati da questa ragazza inglese un po’ stravagante e scombinata, che fa yoga, mangia verdure, va pazza per i dolci... e che con le sue storie fantastiche e i suoi giochi incredibili è in grado di cancellare l’amaro della vita. Matteo invece cercherà (o crederà) di sottrarsi al suo influsso: ma sarà tutto inutile, perché Katie compirà su di lui la magia più grande. Quella dell'amore.

"Con un poco di zucchero la pillola va giù... Tutto brillerà di più!" cantava allegramente Mary Poppins più di mezzo secolo fa. Con un poco di zucchero, il romanzo di Chiara Parenti, condivide un po' lo spirito molto colorato del film, dando vita a una storia frizzante e allegra, dove la presenza di momenti più riflessivi dona equilibrio alla trama.
Matteo Gallo, il protagonista (un ragazzo, cosa piuttosto insolita per i libri di questo genere) si trova da diversi mesi senza lavoro, ospite a casa della sorella, alle prese con un romanzo che non riesce nemmeno a iniziare e con due nipoti tanto adorabili quanto pestiferi.
Ed è proprio per badare ai due bimbi, Rachele e Gabriele, arriva a casa Gallo Tata Katie, la simpaticissima e bizzarra protagonista femminile del libro, destinata a sconvolgere le loro vite.
È impossibile non venire travolti da Tata Katie Baker, il personaggi più imprevedibile e pazzo di cui abbia letto nell'ultimo periodo. La prima domanda che il lettore si fa su questa strana ragazza dai giganteschi occhi a palla (vengono descritto così nel romanzo) è "ma ci è o ci fa?"
Tata Baker sembra vivere in un mondo a parte, tutto rosa e fatto di zucchero, è vegetariana e appassionata di yoga, padroncina di cincillà e blogger (il suo fantastico sito si chiama nuvoletta.com): la sua figura, così dolce e sopra alle righe fa subito breccia nel cuore di tutti... Ad eccezione di Matteo!
Sono proprio i battibecchi tra il protagonista e la deliziosa Katie ad animare il romanzo, regalando sorrisi e risate, oltre a divertenti e strampalate avventure.
Matteo infatti accusa la tata di aver portato scompiglio in famiglia, pur riconoscendo alcuni degli effetti positivi che la ragazza ha su Beatrice, sua sorella, e di aver manipolato tutti i suoi famigliari; la Baker, al contrario, gli rimprovera di non lasciarsi andare completamente di fronte alla vita. Ovviamente, di litigio in litigio, vi lascio immaginare come possa concludersi la vicenda...  
Ciò che ho apprezzato tanto del romanzo è il fatto che, a differenza di molte altre letture leggere, tutto, anche certi fatti più assurdi, abbia una spiegazione.
Per esempio, il personaggio di Katie ha un motivo per essere così ottimista e allegra: mentre all'inizio la trovavo troppo colorata e strana per essere credibile, scoprire quello che le era capitato ha contribuito a rendermela più simpatica, per quanto forse un po' troppo sopra le righe per essere realistica.
Invece Matteo mi è piaciuto fin da subito: seguire i suoi pensieri è divertente, il suo essere talvolta brontolone mi è piaciuto molto, così come il suo rapporto con l'amico Stefano, un mito per lui, ricco, che vive a Londra e pieno di donne, mi ha fatto sorridere ogni volta, oltre ovviamente ai tentativi di organizzare un appuntamento con la splendida modella Miranda.  
Lo stile è fluido e veloce: non risulta mai pesante ed è prevalentemente comico e romantico. Tuttavia, nel romanzo sono presenti parti anche più lente e riflessive, che sono state in grado anche di commuovermi. Anche in questo caso, lo stile dell'autrice è adatto al contesto,ed è riuscito a trasmettermi le emozioni dei protagonisti (anche se queste parti sono molto limitate rispetto alla lunghezza, già non eccessiva, del romanzo).
In conclusione la lettura è assolutamente consigliata. Non sarà forse un capolavoro, ma nel suo genere è un valido lavoro che diverte e non annoia il lettore. Inoltre, avendo letto anche il romanzo precedente dall'autrice, Tutta colpa del mare (e un po' di un mojito), mi sembra che Chiara Parenti sia addirittura migliorata da un lavoro all'altro.
Per questo mi sento di assegnare una valutazione estremamente positiva, quattro stelline e mezzo. 

domenica 5 aprile 2015

Happy Easter!


Buona Pasqua a tutti voi, lettori e lettrici!



Avete aperto le uova? Nonostante i miei quasi venti anni, non è Pasqua senza uova anche se è da un po' che compro le uova solo per il cioccolato. E in effetti quella della Lindt era proprio buona... e come sorpresa aveva guarda caso un segnalibro (in metallo con la tavoletta di cioccolato)



E voi? Come passerete questo giorno? Attenzione ovviamente alle indigestioni! 
Un bacio,
Silbi Grace 

venerdì 3 aprile 2015

Recensione: Battle Royale - Koushun Takami

Buonasera! Nonostante le 13 recensioni già scritte, di cui diverse risalenti al 2014, oggi scelgo questa recensione scritta ieri di un romanzo che ho terminato... ieri. Perché? Perché non avrei potuto aspettare più di due giorni per scrivere di Battle Royale e non vedevo l'ora di pubblicare questa lunga recensione, che ho scritto praticamente di getto e di pancia, sull'onda delle "emozioni post-lettura"! Quindi vi lascio al post... 



TITOLO: 
Battle Royale
AUTORE: Koushun Takami
COLLANA:  Mondadori
 PREZZO (CARTACEO): 12,00€

TRAMA: Repubblica della Grande Asia dell'Est, 1997. Ogni anno una classe di quindicenni viene scelta per partecipare al Programma; e questa volta è toccato alla terza B della Scuola media Shiroiwa. Convinti di recarsi in una gita d'istruzione, i quarantadue ragazzi salgono su un pullman, dove vengono narcotizzati. Quando si risvegliano, lo scenario è molto diverso: intrappolati su un'isola deserta, controllati tramite collari radio, i ragazzi vengono costretti a partecipare a un "gioco" il cui scopo è uccidersi a vicenda. Finché non ne rimanga uno solo... Edito nel 1999, "Battle Royale" è un bestseller assoluto in Giappone, il libro più venduto di tutti i tempi; diventato fenomeno di culto, ha ispirato celebri film, manga sceneggiati dallo stesso Takami e videogiochi. Scritto con uno stile insieme freddo e violento, "Battle Royale" è un classico del pulp, un libro controverso e ricco di implicazioni, nel quale molti hanno visto una potente metafora di cosa significhi essere giovani in un mondo dominato dal più feroce darwinismo sociale.


Battle Royale mi ha sconvolto. Non ci sono altri aggettivi per descrivere questa agghiacciante, e al tempo stesso appassionante, esperienza di lettura: quello che so è che ho terminato il romanzo di Koushun Takami, quasi seicento pagine, in meno di tre giorni. Sono rare questo tipo di lettura e mai e poi mai avrei pensato che un libro del genere sarebbe arrivato a piacermi così tanto, a me che sto male se in un film vedo più di una goccia di sangue e che mi nascondo dietro al divano guardando un film particolarmente truculento. 
Infatti, mettiamo subito in chiaro una cosa: bisogna avere uno stomaco forte. Io non sono affatto in grado di guardare film horror splatter, ma quando si tratta di pagine stampate, il mio stomaco è d'acciaio. Tuttavia già nei primi capitoli, sconvolta da tanta violenza, descritta così esplicitamente, avevo un mezzo pensiero di cedere: sarebbe stato un grave errore, visto poi quanto mi abbia appassionato la lettura ma se avete intenzione di iniziare questo libro, preparatevi psicologicamente (un esempio, senza spoiler: l'autore ce l'ha particolarmente con i bulbi oculari delle persone. Non chiedetemi il perché.)

Una delle locandine del film
Ma di che cosa tratta di tanto terribile Battle Royale? Dubito che non lo conosciate, film e romanzo sono molto conosciuti (ma il film non lo guarderò mai, la lettura del romanzo mi è stata sufficiente) ma per quei pochi che ignorano di cosa parla, la trama è piuttosto semplice.
In una sorta di mondo parallelo, nella Repubblica della Grande Asia (un Giappone retto da una dittatura fascista), per ogni provincia, una classe di terza media (che in realtà sarebbe come la seconda superiore italiana) viene estratta a sorte e costretta a partecipare al Program, noto anche come BR Act. Le regole di questo "gioco" sono semplici: ogni studente ha a disposizione un borsone con cibo, acqua e un'arma a caso, il suo scopo è quello di uccidere tutti i suoi compagni di classe. Vince, ovviamente, chi sopravvive. Sono inoltre introdotti numerosi ostacoli, al fine di costringere gli studenti a partecipare: il più importante di tutti è sicuramente il collare esplosivo. Tutti i ragazzi hanno infatti addosso un collare, che esplode se lo studente entra in un'area vietata; inoltre se almeno ogni ventiquattro ore non ci sarà almeno un morto, tutti i collari saranno fatti esplodere, lasciando la partita senza vincitore.
Vi ricorda qualcosa? Di questo però parleremo dopo.
Intanto concentriamoci solo sul romanzo.
Battle Royale mi ha conquistata fin dall'inizio, nonostante sia un libro pieno di difetti e piuttosto complicato. I protagonisti sono infatti i 42 studenti della classe 3B della Scuola Media di Shiroiwa, un'immaginaria città della prefettura di Kagawa, nel sud del Giappone. E quando dico 42 intendo veramente 42! 

Eccoli, tutti e 42: durante la lettura usavo talvolta questa immagine per orientarmi! 
Tutti vengono citati nel primo capitolo e l'insieme di nomi, tra l'altro molto simili fra loro, crea subito confusione nel lettore: per fortuna alcuni personaggi, i protagonisti, riescono a emergere all'interno del gruppo. L'autore non si dilunga troppo con le descrizioni dei personaggi: la caratterizzazione è piuttosto stereotipata e solo alcuni tra i protagonisti godono di una certa introspezione. Tuttavia Takami dedica almeno un capitoletto a molti dei ragazzi e questa è una cosa che ho apprezzato parecchio, in quanto mi ha resa partecipe alla vicenda, e mi ha fatta soffrire per quasi ogni decesso.
La coppia di protagonisti, Shuya Nanahara e Noriko Nakagawa, l'ho trovata un po' troppo buonista rispetto al contesto della vicenda (senza scendere troppo nei particolari) così come il  cattivo, Kazuo, mi è sembrato un po' piatto, per quanto l'autore cerchi di dare una pur debole motivazione alla sua violenza. 
Ho trovato invece migliori personaggi come Shogo, Shinji (decisamente il mio preferito) e anche la bella e terribile Mitsuko, dotati di una maggiore introspezione, e di motivazioni più salde. Gli altri ragazzi invece vengono caratterizzati solo da un aspetto predominante della loro personalità, o dalle loro passioni, e alla fine la loro utilità è quella di "carne da macello".
Lo stile dell'autore non mi è piaciuto granché. Ho apprezzato tantissimo la scelta della terza persona con l'alternanza dei vari punti di vista, che ha fatto la differenza e secondo me si è rivelata vincente per gestire un numero così elevato di personaggi, tuttavia il modo in cui Battle Royale è scritto, alternando parti quasi infantili, ad altre in cui i ragazzi si esprimono come adulti, non mi ha convinto. Ciò che invece è approfondito, anche troppo, sono le descrizioni delle morti degli studenti: molte sono esplicite, rappresentate nei minimi, raccapriccianti dettagli. Devo ammettere che alcune mi hanno dato anche particolare fastidio, nonostante fossi completamente presa dalla storia.
Uno dei pochi  pregi infatti dello stile dell'autore è che riesce in maniera ineccepibile a creare una tensione continua, che coinvolge totalmente il lettore nella storia. Non cercate spoiler e immergetevi nel gioco: non ve ne pentirete! Il non conoscere chi morirà, come morirà e quando mi aveva messo addosso un tale ansia che avevo preso a leggere il romanzo, persino in autobus, sfidando il mal d'auto che mi opprime, pur di concludere e vedere come finisce. Mi ha soddisfatto il finale? Direi di sì, ma ero anche dispiaciuta perché una delle lettura più belle di questo 2015 era finita... Ed era durata troppo poco (nonostante, ripeto, le seicento pagine).
Infatti, nonostante i difetti e certe scene decisamente esagerate, il mio giudizio è comunque di cinque stelline perché si è trattato veramente di un romanzo che è riuscito ad appassionarmi come pochi, e che rileggerei anche domani, sebbene le scene di violenza abbondino e non mi facciano impazzire. 


Ps: tornando alla trama, immagino che vi abbia ricordato un po' Hunger Games. Ed è vero: inutile negarlo, nonostante le molte differenze (soprattutto per quanto riguarda la scrittura) e il fatto che in confronto al Program gli Hunger Games sembrino una scampagnata in collina, ogni tanto, durante la lettura, pensavo a Katniss e all'arena e a quanto simile sembrasse la sua vicenda. 
Ma in tutto ciò l'autore non c'entra proprio nulla: quello che infatti non ho detto è che Battle Royale è stato pubblicato nel 1999. Dunque leggete senza pregiudizi! Anzi, quasi quasi vi scoprirete, alla fine, come me, a preferire proprio Battle Royale! 

mercoledì 1 aprile 2015

Www Wednesday #8

Buongiorno. Sono in una fase di lettura un po' fiacca... speriamo passi presto. Vi lascio con il post, non ho tanta voglia di sproloquiare prima!




1)Che cosa stai leggendo? (What are you currently reading?)
El mundo amarillo di Albert Espinosa, che sto leggendo in lingua spagnola. Una lettura non troppo complessa e letta nel periodo adatto: per ora mi sta piacendo veramente tanto. 


2)Che cosa hai appena letto? (What did you recently finish reading?)
Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti di Antonio Distefano che si è ridotto alla fine ad un grosso nì, senza troppa esaltazione né troppa noia e la Decima Musa di Falconi, che al contrario, tra alti e qualche disappunto, ha saputo catturare la mia attenzione. 




3)Cosa pensi leggerai prossimamente? (What do you think you’ll read next?)
Le sette lezioni di fisica di Rovelli: giusto per curiosità, perché se voglio studiare mi aspettano le sette slides di elettromagnetismo del mio professore... Aiuto! 


domenica 29 marzo 2015

Shopping Maniac #2

Buongiorno lettori! Si può essere più depressi di così...? Mi spiego: va bene, a Milano c'è Jennifer Niven, io abito lontano e pazienza, ci sono abituata. Ma a neanche un'ora di treno da casa mia (vabbè un'ora e passa) c'è la fiera del libro per ragazzi di Bologna... e io mi sono ammalata! Volevo farci un giro, visto che in questo primo anno da blogger mi sono molto più interessata agli autori e agli eventi, ma questi malanni invernali non finiscono nemmeno in primavera...
Vi lascio con qualcosa di più allegro: i miei ultimi acquisti! 


Eccoli i miei nuovi inviati (scusate ma la foto si rifiuta di ruotare,,, mannaggia)


-Il libro di meccanica razionale: acquisto obbligato, su Amazon, ma dato che è coloratissimo l'ho fatto entrare anche lui nella foto. Dopotutto si tratta sempre di un libro!
-Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti? di Antonio Dikele Distefano, comprato alla Feltrinelli per la presentazione del libro nella mia città... piuttosto breve, me lo immaginavo più corposo. 
-Il mio splendido migliore amico di A.G. Howard, ebbene si, ho ceduto anch'io al fascino dell'amico (scherzo, sono state le numerosissime recensioni positive e la splendida cover a spingermi ad acquistare Splintered, non certo l'orrendo titolo italiano!)
-Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - La Battaglia del Labirinto di Rick Riordan: dai che ce la faccio a finire la pentalogia in questa edizione a 5 euro. Mi sono accorta troppo tardi che ormai era andata fuori stampa... questo per esempio era un volume avanzato ad una libreria in centro. 


giovedì 26 marzo 2015

Recensione: Per dieci minuti - Chiara Gamberale

Buongiorno! Il giovedì è una giornata non delle migliori, soprattutto per un orario del cavolo all'università: tre ore di lezione nel bel mezzo del pomeriggio, con delle coincidenze orrende per i pendolari come me. Aiuto!
Oggi giornata di recensioni (è da un po' che non ne pubblico) di un libro letto un po' di tempo fa che mi ha deluso, e non poco. Un vero peccato, perché le premesse promettevano bene. 


TITOLO: Per dieci minuti
AUTORE: Chiara Gamberale
COLLANA: Feltrinelli
PREZZO (RILEGATO): 13,60
PREZZO (EBOOK): 3,99
TRAMA: Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Per smettere di avere paura. E tornare a vivere. Tutto quello con cui Chiara era abituata a identificare la sua vita non esiste più. Perché, a volte, capita. Capita che il tuo compagno di sempre ti abbandoni. Che tu debba lasciare la casa in cui sei cresciuto. Che il tuo lavoro venga affidato a un altro. Che cosa si fa, allora? Rudolf Steiner non ha dubbi: si gioca. Chiara non ha niente da perdere, e ci prova. Per un mese intero, ogni giorno, per almeno dieci minuti, decide di fare una cosa nuova, mai fatta prima. Lei che è incapace anche solo di avvicinarsi ai fornelli, cucina dei pancake, cammina di spalle per la città, balla l'hip-hop, ascolta i problemi di sua madre, consegna il cellulare a uno sconosciuto. Di dieci minuti in dieci minuti, arriva così ad accogliere realtà che non avrebbe mai immaginato e che la porteranno a scelte sorprendenti. Da cui ricominciare. Chiara Gamberale racconta quanto il cambiamento sia spaventoso, ma necessario. E dimostra come, un minuto per volta, sia possibile tornare a vivere.

Sarà anche un romanzo non eccessivamente lungo (anzi, direi corto, visto che non arriva nemmeno a duecento pagine), ma, Per Dieci Minuti di Chiara Gamberale è stato comunque, a tratti, una lettura non proprio leggerissima.
Infatti, le premesse per essere un buon romanzo c'erano tutte: è il diario dell'autrice in un periodo non proprio facile della sua vita e per di più si basa anche su un'idea originale, provare ogni giorno, per un mese, per dieci minuti, qualcosa di diverso, che non si è mai provato prima. In effetti, la parte legata a questo esperimento è stata sicuramente la migliore del romanzo: si va dal divertimento, vedendo quanto Chiara sia imbranata in cose che magari al lettore risultano naturali, all'immedesimazione nella protagonista e ci si chiede "cosa farei io se fossi nella stessa situazione?" Mi sono sentita coinvolta e questo è sicuramente il miglior pregio del romanzo.
Tuttavia, un grosso difetto mi ha impedito di apprezzare al meglio questo libro, e sto parlando di qualcosa di veramente rilevante all'interno della struttura del romanzo: lo stile dell'autrice. È il primo libro che leggo della Gamberale, quindi lo metto in chiaro subito: non so se quello con cui è stato scritto Per Dieci Minuti sia il suo modo di scrivere oppure uno stile adattato al particolare contesto dell'opera. 
Fatto sta, che certe ripetizioni, certe espressioni, anche certe scelte hanno reso particolarmente pesante una lettura che, in partenza, si prospettava leggera e divertente.
Difatti lo stile è semplice, troppo semplice, composto in maggioranza da dialoghi botta e risposta, senza neanche un'introduzione, un avverbio, un qualcosa, intervallati dalle riflessioni della protagonista, che, per tutto il romanzo, ripete sempre le stesse cose fino alla nausea (del lettore). Per quanto non impazzisca per gli stili troppo prolissi (quelli stile classico dell'Ottocento, per intenderci) non vado neanche matta per quegli stili telegramma che, nonostante la loro immediatezza, alla lunga finiscono per stancare e rilevarsi più pesanti di quelli più elaborati.
Tuttavia, non si tratta complessivamente di un pessimo romanzo. Al contrario, per quanto riguarda la storia, devo ammettere che mi è piaciuta. Generalmente ho apprezzato l'evoluzione di Chiara, dalle ingenuità iniziali all'evoluzione finale, le sue disavventure e tutte le cose nuove che sperimenta, ma il modo con cui questi avvenimenti vengono raccontati, in cui la protagonista ripetutamente lamenta la sua condizione, secondo me rovinano un libro che poteva essere molto più di così.
Per esempio, posso capire che la protagonista sta vivendo un momento difficile e che soffre per questo, ma il lettore non è il terapeuta (tra l'altro anch'esso personaggio del romanzo) e pertanto un eccessiva lagna del tono non fa altro che annoiare il povero lettore, costretto a subire in un certo senso, l'egoismo di cui Chiara parla nei primi capitoli.
Magari una maggiore attenzione alla narrazione, ricordandosi che quello pubblicato non è il semplice il diario di una terapia ma un romanzo destinato ad un pubblico ampio (e non escludo che in realtà il libro possa essere nato da una elaborazione del primo), non avrebbe guastato.

Per questo la mia valutazione si aggira sulle due stelline e mezzo: della serie, buone potenzialità, ma si sarebbe potuto fare molto meglio. 

    

lunedì 23 marzo 2015

Liebster Award 2015

Sono stata nominataaaa!!!  Sono contenta di aver ricevuto questo premio! 
Ringrazio tantissimo per la nomination Lily di Lily's Bookmark, Frency di Camminando tra le pagine e Nolwenn di Uno Scaffale di libri.
E ora il momento del regolamento:
1) Ringraziare il blog che ti ha nominato
2) Rispondere alle 10 domande
3) Nominare altri 10 blog
4) Porre 10 domande
5) Comunicare la nomina ai 10 blog scelti.

Domande di Lily:


1) Hai mai acquistato/scambiato libri usati?
Fatto. Anzi vicino a casa mia c'è un mercatino dell'usato con un settore libri molto fornito: qualche anno fa lo frequentavo moltissimo, ora che la mia lista di libri da leggere si è allungata troppo molto meno, ma quando ci faccio un salto sono sempre felice (e chissà perché torno sempre con delle sporte belle piene...)

2) Preferisci leggere con la musica o preferisci il silenzio assoluto?
Dipende. Generalmente preferisco il silenzio, capita che la musica mi distrugga. Ma in certi casi, ovvero quando leggo in luoghi affollati e caotici, o libri che citano canzoni e parlano di musica, trovo che un sottofondo musicale amplifichi il mio coinvolgimento nella storia. Quindi direi che dipende dai casi. 


3) Un libro che ti ha spiazzato (o in positivo o negativo).
In positivo c'è una lista lunghissima... cito l'Eleganza del Riccio (immedesimazione totale nella protagonista), il Trono di Ghiaccio (credevo fosse il solito fantasy e invece è molto di più) e il Trono di Spade (quando l'ho letto per la prima volta la serie tv era solo pianificata, quindi immaginatevi la mia sorpresa nel leggere un romanzo tanto articolato)  


4) Un libro legato ad un ricordo particolare.
Pasta di Drago di Silvana Gandolfi. E' uno dei primissimi libri che abbia letto ed è di sicuro l'unico che si è impresso in maniera indelebile nella mia memoria


5) Un libro e una canzone.
Inheritance (Christopher Paolini) - Resta con me (Lunapop)


6) Una “strana” abitudine da lettore.
Leggere durante le pause all'università, fermandomi alla fine di ogni capitolo. Non so quanto possa essere definita strana... ma vedo che suscita curiosità nei miei amici. 

7) Quale genere preferisci leggere?
Generalmente new e young adult, romance e fantasy. Ma il mio preferito resta sempre il giallo all'inglese. Lo adoro! 


8) Con quale personaggio letterario vorresti poter passare un pomeriggio?
Con Will il protagonista di Tutto ciò che sappiamo dell'amore, uno dei miei book boyfriend preferiti. Lo so che esisti anche nel mondo reale Will... devo solo trovarti! 


9) Hai amici (anche virtuali!) con cui parlare di libri?
Non molti, ma ci sono e parlare di libri con loro è sempre un piacere, nonostante abbiamo tutti gusti molto variegati. E anche mamma e papà, dal canto loro, sono avidi lettori e in famiglia ci prestiamo i libri. 


10) Se potessi scegliere un super-potere da un libro, quale sarebbe? Perché?
Sceglierei i poteri di Dolores Evans, la Musa della Scrittura di Muses di Francesco Falconi. Perché? Sono troppo belli: influenzare le persone con la scrittura (lo userei in modo positivo però) e riuscire a vedere stralci di futuro.


Domande di Frency:

1. Perchè hai deciso di aprire un blog?
Perché oltre a leggere l'opinione degli altri su certe letture volevo dare anche la mia :)

2. Qual'è stata la prima recensione che hai pubblicato?
Firelight di Sophie Jordan. Un libro carino, un inizio positivo ma non con il botto!


3. Perché le persone devono seguire il tuo blog?

4. Quanto tempo dedichi al tuo blog?
Dipende dal giorno. Non tantissimo in realtà, per fortuna sono abbastanza veloce a scrivere, ma diciamo che la domenica due orette gliele dedico, così mi organizzo per la settimana. 


5. Qual'è il tuo libro preferito?
Domanda di riserva? Sono tanti libri preferiti: Il tuo meraviglioso silenzio della Millay, l'Eleganza del Riccio della Barbery, Il Trono di Spade di Martin e molti altri, che adesso magari non mi vengono in mente, ma ho un cuore grande e c'è spazio per tutti!  


6. Preferisci serie o libri singoli? E perché ?
Preferisco la cosiddetta "via di mezzo" ovvero le serie brevi, due o tre volumi al massimo. I volumi autoconclusivi mi piacciono molto, ma spesso mi lasciano con la voglia di leggere altro sui protagonisti, le serie troppo lunghe uccidono me (con l'attesa di un finale) e il mio portafoglio. 


7. Presti i tuoi libri agli amici? 
NO. Scherzo, in realtà non li presto perché non me li chiedono, altrimenti lo farei. Ai familiari non li presto: anni fa prestai dei Geronimo Stilton ai miei cugini che ovviamente non tornarono mai indietro, con mia madre che se le chiedevo di dire di ridarmeli diceva "ma tanto non li leggi più. " Ma chissenefrega, erano i miei libri! 


8. Preferisci cartaceo o e-book?
Forse cartaceo, ma l'ebook mi salva molto spesso, specialmente quando vado in università, perché nella mia borsa spazio anche per un cartaceo non ce n'è (o meglio, ce ne sarebbe, ma la mia schiena ne risentirebbe moltissimo). 


9. Secondo te cosa non deve mancare in un buon romanzo?
La storia d'ammmore, con tre m, romantica ma non sdolcinata, naturale ma non forzata. E il mistero, anche se non è un elemento imprescindibile, ma molto gradito!

10. Di quale autrice/autore non ti perdi neanche un romanzo?

Un tempo Licia Troisi, ma ora seleziono di più ciò che compro (e sto imparando che anche le edizioni in brossura hanno i loro pregi)

Domande di Nolwenn:


1 ) Perché hai aperto un lit-blog? Perché la lettura è la mia più grande passione e volevo anch'io dare consigli come altre blogger che leggevo all'epoca. 

2) Perché hai scelto proprio questo nome per il tuo blog?

Perché avevo letto sul sito di Cassandra Clare una frase pubblicitaria del New York Times che diceva, su Città del Fuoco Celeste, "Prepared to be hooked" e, rielaborandola, ho trovato che "Hook a Book" sarebbe stato un ottimo nome per un sito, breve e musicale. Tra l'altro, l'indirizzo, hookingbooks, non era nemmeno usato! 

3) Qual'è il tuo genere preferito e quello che invece non puoi leggere?

Genere preferito il giallo all'inglese, quello che non posso sopportare i romanzi storici di sette-ottocento... 

4) Leggi in lingua originale? Perché?

Si li leggo talvolta in inglese, talvolta in spagnolo. A volte perché non sono ancora stati pubblicati in italiano, talvolta perché si tratta di libri talmente brevi o semplici che vale la pena un po' più di sforzo per immergersi nello stile originale dell'autore. 

5) Collabori con case editrici?
No, perché 1) mi sento ancora troppo piccola come blog e 2) non saprei nemmeno da dove iniziare per cominciare una collaborazione. Ogni tanto collaboro con qualche singolo autore però :) 



6) Qual'è un libro che avresti voluto scrivere tu? 
Confesso, potessi inventare la macchina del tempo, tornerei indietro e scriverei Harry Potter. La Rowling è un genio, questo è poco ma sicuro.

7) Le recensioni le scrivi di pancia o prendi appunti mentre leggi?
Di solito le scrivo abbastanza di pancia. Solitamente infatti prendo appunti quando leggo libri di scuola (anzi leggevo... devo abituarmi a usare l'imperfetto) ma coi libri "di piacere" questo non succede, tanto che capita che mi tocchi rileggere certe parti perché cito un tal personaggio, ma non me ne ricordo né il nome né il cognome, oppure un tale avvenimento, ma non ricordo dove accade e così via. 


8) Qual'è uno dei libri più belli che tu abbia mai letto? L'Amore Bugiardo di Gillian Flynn, che finora non avevo ancora citato, ma ha monopolizzato i miei primi giorni in Thailandia a Natale. Una tale foga nel leggere non l'avevo da tempo, quella storia mi ha letteralmente ipnotizzato.

9) Associa una parola al libro della domanda precedente. 

Twisted (oppure in italiano contorto, ma preferisco la parola inglese, rende meglio)

10) Cosa ti aspetti per il tuo blog?
Di continuare ad esistere. Poi di continuare a crescere. Ma prima di tutto, ed è una cosa che posso imputare solo a me stessa, di essere attivo almeno per qualche altro anno! 


I miei nominati (non vi preoccupate se lo avete già fatto, quello che conta per me è il pensiero!)

1) Eliza Wing di Me&Pru
2) Clarke e Nora di Honey, there are never enough books
3) Vercy di I libri di Vercy
4) Layla di Ossessione per i Libri
5) Arya di The Paradise of Books
6) Valy di Sparkle from Books
7) Sophie e Firefly di Books are infinity
8) Anna e Valentina di Booklist di due Sognatrici Distratte
9) Lara di Stelle nell'Iperuranio
10) Nicky di Passione per le righe.

E queste sono le mie dieci domande:

1) Qual è un libro che non avresti mai voluto leggere?
2) Devi partire per un viaggio su un'isola deserta: quali sono i tre libri che ti porti dietro?
3) Quale libro ti è piaciuto molto nonostante una cover orrenda?
4) Di quale libro ti ha convinto di più la trasposizione cinematografica/televisiva che il libro stesso?
5) Un tuo pregiudizio sui libri che non riesci proprio  eliminare.
6) Chi è il tuo autore italiano preferito?
7) Hai qualche autografo in un libro? Se si, qual è il tuo preferito?
8) Usi dei segnalibri? Se si come sono fatti?
9) Hai mai perso un libro?
10) Hai un ebook reader?