lunedì 30 agosto 2021

Recensione: Rule of Wolves - Leigh Bardugo

Ciao a tutti. Ho visto che la recensione di King of Scars è uno dei post più letti del blog, con una crescita esponenziale avvenuta nel mese di aprile di quest'anno. Ora vi lascio anche la recensione del seguito, Rule of Wolves, uscito a marzo in lingua. Preparatevi però perché anche una garanzia come Leigh Bardugo può dimostrarsi una delusione... 

TITOLO: Rule of Wolves   
AUTORE: Leigh Bardugo  
COLLANA: Orion
PREZZO (CARTACEO): 18,50€
PREZZO (EBOOK): 6,50€
TRAMA: The wolves are circling and a young king will face his greatest challenge in the explosive finale of the instant #1 New York Times-bestselling King of Scars Duology.
The Demon King. As Fjerda's massive army prepares to invade, Nikolai Lantsov will summon every bit of his ingenuity and charm - and even the monster within - to win this fight. But a dark threat looms that cannot be defeated by a young king's gift for the impossible.
The Stormwitch. Zoya Nazyalensky has lost too much to war. She saw her mentor die and her worst enemy resurrected, and she refuses to bury another friend. Now duty demands she embrace her powers to become the weapon her country needs. No matter the cost.
The Queen of Mourning. Deep undercover, Nina Zenik risks discovery and death as she wages war on Fjerda from inside its capital. But her desire for revenge may cost her country its chance at freedom and Nina the chance to heal her grieving heart.
King. General. Spy. Together they must find a way to forge a future in the darkness. Or watch a nation fall.


Rule of Wolves è di gran lunga il peggior romanzo di Leigh Bardugo. 
Supera persino King of Scars, che mi aveva in realtà lasciato ricordi positivi quando l'ho letto la prima volta, dovuti principalmente al fatto che avevo completamente invertito l'ordine di lettura del Grishaverse e avevo iniziato a leggere la serie dall'unico romanzo da cui non potevo partire, in quanto seguito delle due saghe diverse.
Tuttavia, se ho dovuto rileggere King of Scars per accorgermi dei suoi limiti e dei suoi difetti, per Rule of Wolves è bastata un'unica lettura per accorgermi che qui le cose che non vanno sono parecchie. Quali sono dunque i problemi di questo libro? 
In breve potrei definire Rule of Wolves una fan fiction ambientata nel Grishaverse pubblicata da un ottimo scrittore che però non ha conoscenza delle opere precedenti della Bardugo. 
Ho trovato i personaggi completamente diversi da come erano stati caratterizzati non solo nelle serie precedenti, ma anche in King of Scars, le scelte narrative mi sono sembrate piuttosto incoerenti con quanto detto nei volumi precedenti, sia per aspetti pratici come la politica, che per aspetti fantasy come la magia che regge il sistema dei Grisha e, se tutto ciò non bastasse, non mi arrabbiavo così tanto per una conclusione di serie dai tempi di Inheritance di Christopher Paolini (e chi mi conosce sa bene quanto mi abbia fatto arrabbiare il finale del Ciclo dell'Eredità!) 
Rule of Wolves è un romanzo molto lungo, ma le prime cento pagine sono letteralmente il nulla. Nonostante il finale di King of Scars, che ha lasciato tutti i lettori con il fiato sospeso, l'autrice decide di iniziare il libro in sordina, non sfruttando la carica emotiva del cliffhanger e, anzi, inserendo una sottotrama inutile, ricca di personaggi ancora più inutili. Capisco la necessità di essere il più possibile inclusivi, ma non è aggiungendo personaggi di altri etnie così a caso, o allungando il brodo, che si raggiunge questo scopo. 
Anzi, si finisce per dare al lettore l'impressione opposta.
Ma la parte dedicata a Shu Han non è altro che il minore dei mali. Il problema sono i personaggi, la loro caratterizzazione e, soprattutto, i loro dialoghi, che sono completamente fuori posto, sino a rasentare i limiti dell'assurdo.
Zoya è diventata una Mary Sue: bellissima, altissima, potentissima. Tutti la amano e tutti la adorano, lei che stava sulle scatole a tutti nella prima trilogia. Il finale poi del suo percorso raggiunge l'apice del trash e della pantomima: più che dalla Bardugo, la conclusione sembra essere scritta dagli autori di un cinepanettone (Natale a Ravka: prossimamente nei cinema). 


Nikolai è sempre la mia volpe preferita, tuttavia anche il suo percorso, alla luce degli eventi di Rule of Wolves diventa inutile. E da protagonista annunciato della dilogia che era, alla fine non rimane altro che una comparsa, uno zerbino per Zoya (anzi non capisco perché questa serie sia stata pubblicata come "dilogia di Nikolai" e non come "dilogia di Zoya"). 
Nina è forse l'unico personaggio che, per quanto mi sia lamentata della noia dei suoi capitoli, rimane fedele a se stessa: sarà per questo motivo che, nonostante le perplessità, e la narrazione a tratti soporifera nelle parti raccontate dal suo punto di vista, alla fine sia l'unica che mi sia piaciuta? 
Un altro grosso problema di Rule of Wolves è l'accozzaglia: di personaggi, di punti di vista, di location. Questo libro è un calderone in cui la Bardugo ha buttato dentro tutto ciò che i fan hanno amato nel Grishaverse: il problema è che lo ha fatto senza un criterio logico, senza dosare personaggi e situazioni e quello che ne è uscito è un enorme caos senza capo né coda.
I personaggi sono a tratti irriconoscibili, alcuni poi vengono richiamate per comparsate che si rivelano nient'altro che mero fan service, i punti di vista sono eccessivi e molti nemmeno significativi a livello di trama e sembrano messi lì solo per allungare il brodo, manco la Bardugo fosse pagata a numero di parole, inoltre le pagine e i capitoli sono troppe e, si sa, il troppo stroppia. Persino i colpi di scena sembrano buttati lì a caso, per creare pathos in una storia che, di per sé, di pathos ne ha poco o nulla. Peccato che facendo così, più che la drammaticità venga messa in risalto il piattume del romanzo. 
Per questo motivo la mia valutazione è di due stelline.
Rule of Wolves non è un libro da buttare via, ma è stato concepito male e sviluppato peggio. Spero che la Bardugo prima di tornare nel Grishaverse si prenda del tempo necessario per dedicarsi ad altre storie e, al tempo stesso, fare mente locale su Ravka e i personaggi che la abitano perché, nonostante questo libro sia stato inizialmente presentato come il gran finale della serie, in realtà lascia una conclusione aperta ad ulteriori sviluppi e, oggi come oggi, non so se leggerei volentieri altre storie ambientate in questo universo e, soprattutto, con questi personaggi. 


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