lunedì 18 aprile 2016

Recensione: Mior - Simon Rowd

Ciao a tutti! Lo so, di solito sono solita pubblicare le recensioni di una serie dal primo volume, ma questa volta farò un'eccezione: pubblicherò prima quella di Mior, secondo volume della saga Drow di Simon Rowd, che mi è stato gentilmente inviato (tra l'altro autografato!) dalla casa editrice. . Una bella sorpresa, Mior: vi dirò ho letto prima Drow e sebbene non mi dispiacesse, erano presenti alcuni difetti, che per fortuna sono stati ampiamente limati (è una cosa che non succede spesso, quindi lode all'autore!)
Essendo un secondo volume, sono presenti spoiler di Drow. Leggete a vostro rischio e pericolo.

TITOLO: Mior
AUTORE: Simon Rowd
COLLANA: Electa Young
PREZZO (CARTACEO): 17,90
PREZZO (EBOOK): 6,99
TRAMA: Eric Arden è morto. Lo è per i suoi genitori adottivi, nei ricordi degli abitanti di Skittburg e agli occhi dei drowhunter, che hanno smesso di dargli la caccia. Per sopravvivere si nasconde nella solitudine degradante dei quartieri di Estrielle, dove il suo lato oscuro lo consuma ogni giorno, trascinandolo in un abisso di rancore e violenza. Neppure a Sophie, che conosce la verità e verso cui nutre ancora un amore profondo, è concesso avvicinarlo. Ma quando lei decide di rompere il muro alzato tra loro e di riconquistarlo, una verità tenuta nascosta a entrambi emerge a spezzare per sempre il loro legame: è lei l'assassina inconsapevole di Logan, il vero padre di Eric, strappatogli via subito dopo averlo ritrovato. Incapace di guardare Sophie ancora negli occhi, Eric fugge tra le braccia di Dana, l'affascinante drow con un passato da cacciatrice, riapparsa dal nulla nella sua vita. Nemmeno lei, però, può cancellare il dolore che lo corrode. Solo due occhi violacei, incrociati e persi una notte sulla tomba di Logan, riaccenderanno in lui la speranza. Una parte del suo passato, che credeva perduta per sempre, esiste ancora, avvolta nel mistero: sua madre, Arline, è viva. Costretto a chiedere l'aiuto di Sophie per ritrovarla, nella ricerca Eric scoprirà che la lotta tra elfi e drow nasconde ancora segreti profondi: fantasmi del passato si aggirano in luoghi sepolti da tempo ed efferate creature sembrano tornate per completare un cerchio di sangue che qualcuno ha voluto insabbiare. Ancora una volta, Eric si troverà a combattere per i drow, conteso dall'amore delle due ragazze al suo fianco, ma quando crederà di essere a un passo dalla verità, dovrà accettare che la vita, a volte, è in grado di riservare oscure sorprese.




Sapete una delle cose che, in ambito letterario, mi danno più soddisfazione? Quando un autore muove passi da gigante tra il primo e il secondo volume di una saga, mostrando non solo di avere a cuore la propria storia, ma anche di impegnarsi nel proprio lavoro.



È con grande piacere che ho scoperto che Mior di Simon Rowd, secondo volume della saga Drow, è un gradino sopra il suo predecessore. Drow mi era piaciuto, però aveva diversi difetti, il più grave dei quali era sicuramente una prima parte statica e un po' troppo nebulosa. Fortunatamente, da questo lato, ho notato un grande miglioramento: Mior è un romanzo in cui l'azione si sviluppa fin dai primi capitoli, e le rivelazioni non sono concentrate solo nella seconda metà del romanzo, anzi, vengono addirittura anticipate, stuzzicando la curiosità del lettore.
Certo, alcuni colpi di scena non vengono gestiti al meglio: in particolare uno, che se lo dicessi così com'è sarebbe sicuramente sorprendente e non previsto, viene reso ovvio almeno un centinaio di pagine prima dell'effettiva rivelazione. Credo sia un effetto voluto, più che altro, ma forse avrei preferito mantenere il segreto ancora per qualche capitolo, visto che, in questo modo, si perde l'effetto sorpresa.
Per quanto riguarda i personaggi, ritroviamo Eric, Jimmy, Sophie e Dana e ne conosciamo di nuovi, tra cui Sibil, un drow misterioso, diverso tra tutti gli altri, e gli ogres, una sottospecie malvagia di quelli che possiamo chiamare "orchi", a cui fa capo una vecchia conoscenza. Mi è piaciuta l'introduzione degli ogres, e il tocco ancora più fantasy che aggiungono alla vicenda, e anche la rivelazione sui Mior che danno il titolo al romanzo, mi ha lasciato soddisfatta.
Cosa invece non mi ha lasciato soddisfatta? Ebbene sì, ancora una volta, il lato rosa della vicenda è quello che più penalizza il romanzo. Già in Drow la gestione della storia tra Eric e Sophie non mi aveva convinto: troppo improvvisa, troppo assolutistica, in altre parole, troppo "insta-love", quell'amore a prima vista così istantaneo e perfetto da risultare quasi fastidioso; in Mior mi sono rassegnata alla loro relazione, ma, ancora, alcuni aspetti non mi sono piaciuti.
Il primo è la costruzione dei dialoghi tra Eric e Sophie: più che una storia tra adolescenti, sembrano appartenere a un film drammatico di quelli vecchio stile. Non è un enorme difetto, ma in questo modo la loro storia sembra un po' troppo costruita. Il secondo difetto, quello che proprio mi ha disturbato e che per fortuna è presente solo nella prima metà del romanzo, è il triangolo con Dana.
Dana è uno dei miei personaggi preferiti, una donna, in senso metaforico, con gli attributi: bella sì, ma intelligente e decisa. Che motivo c'era di inserirla in un triangolo senza senso con Sophie ed Eric? Ancora me lo sto chiedendo, per fortuna l'autore ha deciso di non insistere troppo in questa direzione, utile più che altro per scatenare le scenate di gelosia di Sophie...


Per quanto riguarda lo stile, devo ammettere che i miglioramenti si notano. Ho apprezzato più in Mior che nel suo predecessore la scelta del narratore onnisciente, che permette di esaltare l'azione e il mistero, ovvero i punti cardine del romanzo. Ho trovato anche interessante la scelta di utilizzare il punto di vista di uno degli ogres: mi è piaciuto il modo in cui Rowd riesce a creare un modo di pensare di queste creature, diverso da quello di elfi e umani (che, nei loro PoV sono praticamente uguali), nonostante la grammatica usata, spezzata e frammentaria (nonché praticamente priva di articoli) pittoresca all'inizio, finisca per risultare pesante (fortunatamente ciò si nota a malapena, visto che i capitoli degli ogres sono molto brevi).
Quindi? Sono soddisfatta dalla lettura di Mior: ho notato più miglioramenti che difetti, e il finale con colpo di scena nell'epilogo è stato la ciliegina sulla torta di questa lettura che, in fin dei conti, si è rivelata davvero piacevole, più di quanto pensassi.
Dunque la mia valutazione è di quattro stelline piene. Visti i miglioramenti che ho riscontrato da Drow a Mior sono proprio curiosa di leggere il finale della trilogia, che, viste come si sono messe le cose, sembra proprio promettere scintille!



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