domenica 8 marzo 2015

Mini-Giveaway dell'8 Marzo

Buon otto marzo a tutte le lettrici! Lo so, la festa della Donna è nata per ricordare una circostanza tutt'altro che allegra, e per di più i pelucchi della mimosa mi danno alquanto fastidio, ma oggi è la festa della donna, dunque...
Mi pare il caso di "festeggiare" con un minuscolo giveaway. Lo so, è piccolino, ma avevo tanta voglia di organizzare qualcosa, ultimamente non faccio altro che leggere e pubblicare recensioni (e studiare e sfinirmi in palestra e fare le guide per la patente, ma queste non fanno testo).
Ovviamente, anche se ufficialmente è indetto per la festa della Donna, è aperto a tutti, anche ai lettori maschi!
Allora, approfondiamo un po' la questione.

-Il Banner: 

Se partecipate e volete condividere, cliccate con il tasto desto sopra l'immagine e seleionate ispeziona per il codice html-

-Cosa si vince? 
Ho pensato di mettere in palio due ebook, uno in italiano e uno in lingua, per accontentare un po' tutti. In italiano c'è Verso l'infinito della Hawking, (che anch'io ho finito di leggere qualche giorno fa) verso il quale, in questo periodo, c'è molto interesse. Il secondo è Never Never della Hoover e di Tarryn Fisher, il quale non essendo particolarmente lungo, mi sembrava adatto anche a chi non è pratico di letture in lingua.


-Cosa bisogna fare?
E' semplicissimo (io non sono pratica di cose complicate):
  1. Essere lettori fissi del blog;
  2. Commentare il post lasciando una mail e indicando uno dei due titoli;
  3. Incrociare le dita.
Al termine del Giveaway inserirò i nomi dei partecipanti in un sito tipo Random.org (si chiama così giusto?) e il primo di ogni titolo vince la copia elettronica. 

-Quando si può partecipare?
Direi fino a mercoledì 18 marzo. Il giorno dopo provvederò ad estrarre i vincitori.

Buona fortuna a tutti allora! 

venerdì 6 marzo 2015

Il giro del mondo in 80 libri #6: Messico

Hola! Recensione lunga lunga di una lettura scolastica in lingua spagnola. Che devo dire? Non ho mai amato le letture assegnate... al contrario di questa, che mi è rimasta nel cuore! 





TITOLO: Dolce come il cioccolato
AUTORE: Laura Esquivel
COLLANA: Garzanti Elefanti Bestsellers
PREZZO (RILEGATO): 9,99€
PREZZO (EBOOK): 6,99€
TRAMA: Fin dal loro primo incontro, poco più che adolescenti, Pedro e Tita vengono travolti da un sentimento più grande di loro. Purtroppo, a causa di un'assurda tradizione familiare, per Tita il matrimonio è impossibile: ma per umana volontà e con la complicità del destino, lei e Pedro si ritroveranno a vivere sotto lo stesso tetto come cognati, costretti alla castità e tuttavia legati da una sensualità incandescente. Una storia d'amore in cui il cibo diventa metafora e strumento espressivo, rito e invenzione, promessa e godimento, veicolo di un'inedita comunione erotica.


Solitamente le letture scolastiche non sono un granché. Insomma, a volte i libri assegnati sono noiosi come non mai, talvolta invece è la lettura costretta in tempi determinati che toglie l'interesse del lettore, in altri casi ad impedire ai poveri studenti di godersi per intero il romanzo sono gli esercizi assegnati a fine lettura, o addirittura a fine capitolo. A me, per esempio, assegnavano sempre il riassunto di ogni singolo capitolo e la scheda di lettura una volta terminato il libro, in particolare i miei professori sembravano adorare i riassunti dei capitoli: ne ho un raccoglitore pieno...
In queste condizioni non è facile apprezzare completamente un romanzo, eppure con Dolce come il cioccolato, ovvero Como agua para chocolate nella versione originale, da me letta, è stato uno di quei romanzo del quale il lavoro in più era assolutamente irrilevante: sebbene dovetti scrivere un riassunto per ogni capitolo, fui interrogata sui contenuti  del libro, feci una verifica e lo inserii pure nella tesina, questo romanzo resta una delle più belle letture, scolastiche e non, che io ricordi.
Como agua para chocolate, scusate se utilizzo il titolo originale, ma avendolo letto in spagnolo preferisco usare questo per la recensione, è un romanzo particolare, può piacere e non piacere, ma, di certo, merita una lettura. I miei compagni lo definivano "una telenovela", invece, a mio parere, è una bella storia d'amore, con elementi culinari e magici, che ci immerge nelle atmosfere del Messico della Rivoluzione, all'inizio del secolo XX.
Tita de la Garza vive in un rancho, una sorta di fattoria (o di ranch, dipende dalla lingua che utilizzate) con la madre Elena e la due sorelle maggiori, Gertrudis (una persona moolto... libera! Il resto, lo scoprirete leggendo) e Rosaura.
Ella è nata prematuramente sul tavolo della cucina e, allevata dalla cuoca Nacha, sviluppa un incredibile sesto senso per l'arte culinaria, che viene evidenziato anche dalla particolarissima (e da me molto apprezzata) struttura del romanzo, che presenta dodici capitoli, ciascuno per ogni mese dell'anno, introdotti da una ricetta che viene preparata dalla protagonista. 
La storia inizia quando Tita si innamora, ricambiata, di Pedro, un giovane del suo villaggio. Dove sta il problema, direte voi? Tita è l'ultima figlia femmina della sua famiglia e, secondo le rigidissime usanze della sua famiglia, non può sposarsi, in quanto costretta a badare alla madre fino alla sua morte.
Chi ha deciso questa tradizione non è dato saperlo, anche se questa domanda è frequente tra gli interrogativi di Tita, ma ciò che è evidente è la forte difesa di queste usanze da parte di Mamma Elena, un personaggio che imparerete ad odiare con tutto il vostro cuore (o almeno questo è capitato a me). La storia va avanti, i personaggi vengono approfonditi e ne vengono introdotti di nuovi come l'adorabile, a detta delle mie compagne di classe (quindi potete consideralo un giudizio affidabile) Doctor Brown, la dolcezza fatta persona, che sì, vi farà tirare qualche accidente contro Pedro.
La narrazione infatti prosegue fra colpi di scena, che porteranno a continue rotture e conseguenti riavvicinamenti tra i vari protagonisti (tra gli innamorati, le sorelle, madre e figlia eccetera...) che vi terranno inchiodati alle pagine, e continui colpi di... magia.
Esatto!
Avete mai sentito parlare di realismo magico? Se ne parla soprattutto per le opere di Marquez e di Isabel Allende, ma l'utilizzo di questa tecnica può essere riscontrato anche in Dolce come il cioccolato (ed è proprio su questo punto che verteva una parte della mia tesina di maturità!)
Difatti, sebbene la narrazione sia piuttosto realistica, con tanto di descrizioni accurate di come viene gestita la vita in questo rancho di inizio '900, i cibi, preparati dalla protagonista, finiscono per avere degli "effetti collaterali" di natura inspiegabile, sovrannaturale, incomprensibili anche agli occhi degli stessi personaggi. Così, se la protagonista è particolarmente triste mentre prepara un piatto, questo, sugli assaggiatori ha degli effetti disastrosi, mentre se Tita risulta felice mentre cucina anche coloro che mangiano le sue pietanze mostreranno la loro contentezza! (Ah, se potessero succedere di queste cose anche durante Masterchef....)
Tuttavia Dolce come il cioccolato non è affatto un paranormal romance nel senso stretto del termine, anche perché, all'epoca della pubblicazione, più di vent'anni fa, il genere non era ancora definito come lo è ai giorni nostri. All'interno del libro la magia non la fa da padrona, con polverine fatate e bacchette magiche, al contrario essa appare di striscio, come un qualcosa in più che dona un carattere particolare alla storia senza stravolgerne in maniera eccessiva gli equilibri.
Inoltre questo elemento paranormale si lega in maniera inscindibile all'altro grande tema del romanzo, la cucina (ed, in particolare, la tradizione culinaria messicana): è infatti il cibo preparato da Tita il mezzo attraverso cui la straordinarietà della vicenda si manifesta sui personaggi, portando a situazioni insolite o comunque impreviste.
Insomma... Non c'è da stare tranquilli leggendo questo romanzo, tanto che, forse dovrei dare un pochino di ragione ai miei compagni, ma ha un po' della telenovela, certo in senso positivo (ovvero personaggi amabili e antagonisti odiosi, imprevedibilità degli eventi, colpi di scena) senza scadere però nel ripetitivo o banale (forse banale qualcosa c'era, non si può essere originali ad ogni pagina... Però il libro mi è piaciuto lo stesso moltissimo!).
Dolce come il cioccolato è stata una delle letture più coinvolgenti dell'anno scolastico, sicuramente! Ci ho lasciato un pezzettino di cuore nella lettura e, per questo, assegno al romanzo cinque stelline (parte il jingle celebrativo). Gliele avevo già assegnate nella recensione scolastica (in spagnolo) ma è inutile dire che, secondo me, non si merita niente di meno. Nonostante tutto ci tengo a ricordare che questa è una valutazione soggettiva: agli altri è piaciuto decisamente meno...




Ps: non so se avete riconosciuto il nome dell'autrice. Quando la nostra prof ce lo ha assegnato, la reazione mia e della classe intera è stata: "Ma non è quella del Mondo di Patty?!"  Invece no, non era lei. Si trattava solo di un curioso caso di omonimia. Quindi tranquilli, se avevate dei dubbi: è una vera scrittrice! (E pedagoga, scenografa, eccetera, eccetera... Si, ci è toccato studiare anche la vita!)

martedì 3 marzo 2015

Recensione: Perfetto - Alessia Esse

Buongiorno! Oggi recensione di un romanzo che ho adorato e che consiglio a tutti di leggere. Secondo me è uno dei migliori:
-distopici
-distopici italiani
-libri autopubblicati
-libri conosciuti attraverso il blog
Insomma... dite che basta per convincervi a dargli una possibilità?

TITOLO: Perfetto
AUTORE: Alessia Esse
COLLANA: Amazon
PREZZO (CARTACEO): 10,72
PREZZO (EBOOK): 2,99

TRAMA: La Sindrome ha ucciso tutti gli individui di sesso maschile, e la riproduzione è possibile solo grazie al midollo osseo. Gli effetti della Sindrome sono stati talmente devastanti per le donne sopravvissute che ricordare quei giorni è proibito, così come è proibito parlare degli uomini. Musica, film, libri, arte: tutto quello che riguarda il genere maschile è sepolto sotto il dolore.
Nel paesino francese di Malorai, un angolo di paradiso ai piedi di una cascata, Lilac Zinna si prepara al diploma. Diciassette anni, un amore sconfinato per la Storia Moderna e per le regole, Lilac sta per diventare un'insegnante, coronando il suo sogno e quello della nonna Francesca, che si occupa di lei da quando è nata. Lilac è al settimo cielo, e non solo perché sta per diplomarsi: alla cerimonia solenne parteciperà anche Vega G, la donna a capo del governo femminile che regola il mondo. E quando Vega G si mostra eccezionalmente interessata alla vita di Lilac, arrivando perfino ad offrirle un lavoro per il governo, Francesca - che nasconde un segreto tanto importante quanto pericoloso - decide di affidare sua nipote a qualcuno che avrà il compito proteggerla: due uomini.
Nel viaggio che la porterà lontano da Malorai e da tutto ciò in cui ha finora creduto, Lilac conoscerà un mondo nascosto, imparerà che il cuore può battere forte, e non solo per paura, e scoprirà chi è davvero Vega G.
Primo di una trilogia, Perfetto è il romanzo d'esordio dell'autrice italiana Alessia Esse.


Perfetto è stata la migliore scoperta da quando sono entrata nella blogsfera. Per quanto, da quando mi sono iscritta a Blogger, ho conosciuto molte serie e autori di cui, prima di aprire Hook a Book non mi era mai importato più di tanto, in questo caso, se non avessi mai  letto le recensioni più che entusiaste su Goodreads o sugli altri blog, non mi sarei mai interessata alla Trilogia di Lilac (assolutamente a torto), anzi forse, da lettrice legata solamente alle librerie, come ero prima, non sarei mai nemmeno venuta a conoscenza dell'esistenza di questa serie.
Così quando mi sono ritrovata ad iniziare Perfetto avevo aspettative altissime, e sono stata felicissima di scoprire, dopo i primi capitoli, che il romanzo rispecchiava perfettamente quelle bellissime parole scritte da altre lettrici. Così la lettura si è rivelata un'esperienza piacevole e scorrevole, tanto che ero arrivata in un paio d'ore già alla metà del romanzo.
L'aspetto che più mi ha colpito di Perfetto è stato, senza dubbio, il mondo in cui è ambientato. Alessia Esse ha definito la vita di Lilac in ogni minimo particolare: mi ha colpito particolarmente lo sviluppo della tecnologia, che è diventata parte integrante della vita quotidiana (come credo sarà inevitabile), sia la censura imperante per tutto ciò che è proibito, ovvero qualsiasi cosa riguardi gli uomini.
Infatti ciò che colpisce subito del romanzo, nonché quello che, a mio avviso, lo rende molto originale, è la completa mancanza del genere maschile.
Nel mondo di Lilac, gli uomini sono estinti: una Sindrome misteriosa, infatti, ne ha causato la morte, eliminando dalla faccia della terra. Su quest'idea così particolare si regge quello che è un bel distopico, scritto bene e con il difetto che finisce troppo presto.
I personaggi sono ben caratterizzati: quello che mi è piaciuto di Lilac è che, all'inizio, è parte integrante del mondo in cui vive: non è come le protagoniste di molti altri libri appartenenti allo stesso genere che fin dalla prima pagina bruciano di rabbia e di spirito rivoluzionario spesso senza un motivo ben preciso. Lilac è coerente e la sua rabbia verso il mondo in cui vive nasce e cresce a fronte di motivazioni che avrebbero scatenato una reazione simile, se non peggiore, in chiunque.
A farle da contraltare è la sua migliore amica, Baguette, uno dei miei personaggi preferiti in assoluto. Nonostante non condivida per niente l'ammirazione che Lilac nutre per la presidentessa di questo mondo al femminile, Vega G, Baguette resta un'amica fedele e una compagna di avventure formidabile: insomma, l'amica che tutti vorremmo avere, spiritosa, interessante e ribelle senza però risultare eccessiva.
Accanto alle protagoniste si muovono molti altri personaggi, tra cui spicca Vega G, il personaggio che imparerete presto ad odiare.
La trama di Perfetto si svolge tra la Francia, dove le protagoniste vivono, e l'Italia, un paese molto cambiato rispetto allo stato che tutti conosciamo. Tra le ambientazioni molto  ben descritti (oltre che bei posti, immagino) sono il paese di Malorai, dove abitano Lilac e Baguette e da dove parte la storia, e Pontenero, un villaggio dell'Italia meridionale che assume una grande importanza nel finale del romanzo e dove Perfetto termina con un evento che lascia i lettori con il fiato sospeso, spingendoli a iniziare subito il seguito, Segreto. 


Concludendo, mi sento di dire che Perfetto è un ottimo romanzo d'esordio e che merita ogni singola stellina che gli viene assegnata. Certo, Perfetto non è libro senza alcun difetto: al contrario, molti aspetti legati alla Sindrome e alla trama in generale sono stati trattati in maniera solo superficiale, rimanendo ancora oscuri e misteriosi, ma sono sicura che questi misteri verranno approfonditi nei romanzi successivi. 



sabato 28 febbraio 2015

Recensione: Città di Vetro - Cassandra Clare

Ciao a tutti! Sarà meglio che mi decida a pubblicare questa recensione: il libro l'ho letto a settembre 2014, la recensione l'ho scritta più o meno subito dopo e poi ha iniziato a marcire nella mia cartella recensioni, non chiedetemi perché. Ora sto leggendo Il Principe della Clare (e seguo il suo ordine di lettura) ma Città di vetro è uno snodo cruciale della serie, e sono più che felice di pubblicare (finalmente) questa recensione "nascosta".

TITOLO: Città di Vetro
AUTORE: Cassandra Clare
COLLANA: Mondadori 
PREZZO (ECONOMICA): 5,00
PREZZO (EBOOK): 6,99
TRAMA: Clary era convinta di essere una ragazza come tante e invece non solo è una Shadowhunter, una cacciatrice di demoni, ma ha anche l'eccezionale potere di creare rune magiche. Per salvare sua madre, ridotta in fin di vita dalla magia nera del padre Valentine, Clary deve addentrarsi nella Città di Vetro, luogo d'origine degli Shadowhunters, insieme al fratello Jace e al suo migliore amico Simon. Con Valentine che chiama a raccolta tutti i suoi poteri per distruggerli, l'unica possibilità per gli Shadowhunters è stringere un patto con i nemici di sempre: i Figli della Notte, i Nascosti e il Popolo Fatato. E mentre Jace si rende conto poco a poco di quanto sia disposto a rischiare per Clary, lei deve imparare a controllare al più presto i suoi nuovi poteri. L'amore è un peccato mortale… e i segreti del passato rischiano di essere fatali.

In questo romanzo non manca nulla: c'è l'azione, ci sono i momenti introspettivi, ci sono i colpi di scena, ci sono personaggi ben delineati e ottimi cattivi, c'è un inizio scoppiettante e un finale coinvolgente.
Il precedente romanzo si era concluso con la comparsa di una certa Madeleine, che sembrava conoscere il modo con cui risvegliare Jocelyn, e subito, in una manciata di capitoli, ci ritroviamo ad Idris, la patria degli Shadowhunters.
Sono stupita da come Cassie abbia descritto Idris. Me la immaginavo completamente diversa, molto più... futuristica, in un certo senso, ma mi sono bastati pochi capitoli per apprezzare al pieno la scelta dell'autrice e amare questa città, così unica nel suo genere (chissà quanto dista Idris dall'Italia? Me lo sono sempre chiesta...)
In Città di Vetro vengono inoltre introdotti nuovi personaggi: sebbene all'inizio mi sia trovata un attimo confusa di fronte alle numerose famiglie Shadowhunters che vengono elencate, alla fine ho imparato a conoscerle e ad apprezzarle. Menzione a parte per Sebastian, uno dei migliori personaggi, a mio avviso, usciti dalla penna della Clare. Ambiguo, misterioso e protagonista di un colpo di scena che, se si riescono ad evitare gli spoiler (cose che, devo ammettere, non sono riuscita a fare) risulta veramente inaspettato!
Queste new entry affiancano i personaggi principali, che continuano il loro percorso di crescita ed evoluzione. Prendiamo Clary  per esempio. Nonostante continui ogni tanto a comportarsi da ragazzina (quale effettivamente è, ma in teoria i cacciatori non dovrebbero essere più maturi dei mondani?) ho apprezzato la sua reazione nei momenti più difficili e finalmente sono riuscita ad immedesimarmi con il personaggio, cosa che non era accaduta nei romanzi precedenti.
Anche Simon ha costituito per me una bella sorpresa positiva. All'inizio di Città di Ossa credevo che si trattasse del solito personaggio semi-stereotipato dell'amico innamorato della protagonista, invece Cassie ha saputo stupirmi. Già da Città di Cenere con la sua trasformazione a vampiro, mi sono resa conto che aveva intrapreso una strada completamente nuova ed aspettata, ma è in Città di Vetro che Simon è entrato tra i miei personaggi preferiti. E poi c'è Jace... Anche se non impazzisco per lui, e all'inizio del romanzo non lo sopportavo proprio, verso il finale si è riscattato, e devo dire che, nelle scene d'azione, fa proprio una bella figura!
Che dire poi dell'atmosfera generale del romanzo? Ci sono storie ambientate in tempi di guerra che mantengono un andamento lento e placido, e storie tranquille dal ritmo veloce: ho apprezzato l'abilità della Clare che, non solo in Città di Vetro, riesce a mantenere un equilibrio tra le parti in cui l'azione la fa da padrona e le scene (anche se in netta minoranza) più riflessive.
Certo, se in Città di Cenere la troppa azione era stato l'unico aspetto che mi aveva fatto storcere un po' il naso, in quanto mi aveva un po' distolta dalla storia, in Città di Vetro, nonostante le numerose scene adrenaliniche, non ho avvertito quella sensazione di eccesso, e posso dire che è stata una bellissima lettura, dal primo all'ultimo capitolo.
Ho amato la capacità della Clare di inserire colpi di scena praticamente in ogni capitolo: ho trattenuto il fiato, alcune volte ho pensato "ma questa proprio non me lo aspettavo" altre volte invece mi sono detta "questa si era capita" (altre volte invece non sono rimasta stupita perché ero già incappata negli spoiler e mi sono mentalmente rimproverata di aver ceduto perché mi sono rovinata forse una delle sorprese più inaspettate del romanzo).

Le cinque stelline sono più che meritate: i libri di questa serie sembrano migliorare più si va avanti, e ovviamente non è un aspetto scontato. Spero vivamente che la Clare continui su questi binari. Ora incomincerò la lettura della serie "The Infernal Devices" (ovvero Shadowhunters. Le Origini ma credo che ormai anche i muri lo sappiano)... ho ancora numerosi libri da recuperare!  


mercoledì 25 febbraio 2015

WWW Wednesday #6

Buon mercoledì a voi! Cosa state facendo di bello! Io sono nel bel mezzo di una lunghissima lezione di fisica... meno male che ora c'è pausa. Rispolveriamo questa famosa rubrica che non pubblicavo da novembre: ecco a voi un nuovo appuntamento con WWW Wednesday!


1)Che cosa stai leggendo? (What are you currently reading?)
Sto leggendo "Verso l'Infinito" di Jane Wilde Hawking, da cui è stato tratto il film La teoria del tutto, che purtroppo non sono riuscita a vedere quando è uscito al cinema. Un libro particolare, un po' impegnativo, ma per ora piacevole! 


2)Che cosa hai appena letto? (What did you recently finish reading?)
Cocktail Letale di Jessica Fletcher (in realtà scritto dal giallista Donald Bain). Avevo bisogno di qualcosa di leggero con cui riprendere dopo un mese di allontanamento più o meno forzato dalla lettura! 


3)Cosa pensi leggerai prossimamente? (What do you think you’ll read next?)
Boh. Un po' osserverò i vostri consigli del post Reader, tell me, dall'altra c'è Fangirl della Rowell che mi aspetta, ma non ho molta voglia di leggere in lingua...


lunedì 23 febbraio 2015

The Great Book Tag #8: La notte degli Oscar

Ieri sera sono stati assegnati gli Oscars e visto che a fine anno non ho fatto i miei top ho pensato: perché non metterli in un tag a tema? Per quanto immagino esistano decine di tag a tema, questo l'ho fatto proprio io (e non mi sono data nemmeno la briga di cercarli in rete) perciò... spero vi piaccia! 


Oscar al miglior film - Il miglior libro 
È difficile da scegliere. Ci sono state tante buone letture nel 2014, basta contare le cinque stelline nella lista delle recensioni ma, siccome bisogna scegliere un solo romanzo, propendo per Il tuo meraviglioso silenzio di Katja Millay. Perché? È stata una lettura emozionante, che mi ha fatto riflettere, ed è stata la vera sopresa dell'anno scorso, forse penalizzata da una copertina che non dice molto sulla vera natura del romanzo.


Oscar al miglior film straniero - Il miglior libro italiano 
È quasi un controsenso, ma ho voluto includere in questa categoria i libri italiani, che, almeno nel mio blog, sono in netta minoranza rispetto agli inglesi/americani. Come migliori romanzi metterei le mie letture di Anna Premoli: saranno anche chick lit, ma quello che promettono, scene esilaranti, stile fluido, protagonisti affascinanti e divertiti, mantengono sempre.


Oscar al miglior regista - Il miglior autore
Come ho potuto scoprire così in ritardo Cassandra Clare? Non ho avuto neanche un secondo di dubbio. In generale, visto anche il numero di romanzi letti (NON fa fede il numero di recensioni pubblicate) direi che migliora di libro in libro ed è sempre un piacere leggere una delle sue opere.


Oscar al miglior attore - Il miglior protagonista maschile
C'è solo l'imbarazzo della scelta, ma visto che sono costretta a sceglierne solo uno... diamo il premio al mio amato Day di Legend di Marie Lu. Un protagonista maschile coraggioso, intelligente e pronto a sacrificarsi per la sua famiglia... che dite, se lo merita? 


Oscar alla miglior attrice - La miglior protagonista femminile
La categoria più ardua... Darei il premio ad Amy Elliot de L'amore bugiardo, perché sebbene non approvi ciò che fa, mi ha intrigato per tutta la lettura, con la sua psiche incomprensibile. Immagino che, se si fosse trattato di un personaggio diverso, non avrei amato L'amore Bugiardo come invece ho fatto. Capite perché per gli Oscar tifavo per Rosamund Pike? 


Oscar al miglior attore non protagonista - Il miglior comprimario al maschile
È stato difficile... ma alla fine credo che se esistesse questo Oscar lo darei a Drew de Il tuo meraviglioso silenzio della Millay. Perché? Perché alla prima apparizione diresti che è in tutto e per tutto un personaggio stereotipato e invece, pagina dopo pagina, impara a sorprenderti con una personalità sfaccettata e divertente,  e anzi si prende quasi gioco del ruolo che gli è stato affibiato all'interno della scuola e questo mi ha aiutato ad amarlo durante la lettura.


Oscar alla migliore attrice non protagonista - Il miglior comprimario al femminile
Questa volta il premio va a Baguette di Perfetto di Alessia Esse. L'ho adorata dalla prima pagina, e ritengo Lilac molto fortunata per avere un'amica come lei (ma ne esistono di Baguette nel mondo reale? Non ho mai avuto la possibilità di incontrarne una...)


Oscar alla migliore sceneggiatura non originale - Un libro giunto al cinema nel 2014
Considerato che al cinema ho visto pochissimi film L'Amore Bugiardo di Gillian Flynn si rivela quasi una scelta obbligata (considerato anche quanto mi ha ossessionato questo romanzo durante la mia vacanza in Thailandia)

Oscar alla migliore sceneggiatura originale - Un libro che meriterebbe un adattamento cinematografico
Ditemi che porteranno sul grande o sul piccolo o sul medio schermo il Trono di Ghiaccio di Sarah J Maas! Devono farlo! È una serie con moltissimo potenziale che più procede e più migliora.



 Quali sono invece i vostri personalissimi Oscar?
Fatemelo sapere! 

domenica 22 febbraio 2015

Recensione: Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito) - Chiara Parenti

Ciao a tutti! Oggi è la classica giornata uggiosa, grigia e piovosa, ma ne ho approfittato per vedere un'esposizione felina nella mia città. Un'esperienza bellissima per chiunque ami i gatti! In particolare mi affascinano i norvegesi e i sacri di Birmania, ma in generale sono belli tutti, anche gli sphynx senza pelo! 
La lettura di oggi non tratta di gatti, ma di estate ed è l'ideale per affrontare una giornata grigia come questa! 


TITOLO: Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito)
AUTORE: Chiara Parenti
COLLANA: Rizzoli Youfeel
PREZZO (EBOOK): 2,49
TRAMA:La vita di Maia Marini procede a vele spiegate verso la felicità: un fidanzato appartenente a una prestigiosa famiglia, un lavoro presso una delle più rinomate agenzie di comunicazione di Milano, tre amiche splendide con cui trascorrere il weekend per festeggiare l’addio al nubilato di Diana, la futura cognata! Peccato che la meta prescelta sia la Versilia, dove Maia ha passato le vacanze fino all’estate dei 16 anni. Ritornare nei luoghi in cui ha lasciato il cuore e rivedere Marco, il primo amore, la manda in tilt. Così decide che qualche mojito non potrà farle male… e anzi l’aiuterà. Il mattino dopo, però, Maia non ricorda niente. Non ha idea di cosa abbia combinato durante quel folle venerdì notte. In compenso, però, lo sanno i suoi 768 amici di Facebook. Cercando di ricucire una situazione compromettente e compromessa in ogni settore della sua vita, Maia si troverà a porsi una domanda fondamentale: e se invece che la fine di tutto, fosse solo un nuovo inizio? Perché se è vero che l'alcol fa fare pazzie, è altrettanto vero che a volte aiuta a fare la cosa giusta!


Cosa non si scopre grazie a un romanzo! In tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito) ho imparato che l'accoppiata mare-mojito può avere proprio degli effetti devastanti... e decisamente comici sulla nostra vita ed in particolare in quella della protagonista!
Ma procediamo con ordine e parliamo di questo breve romanzo che ha saputo divertirmi come pochi altri.
Maia è una ragazza che vive a Milano, tutta dedita al lavoro e abbastanza grigia, o almeno, questa è l'impressione che mi ha dato all'inizio del romanzo, con un fidanzato, Lapo, se è possibile ancora più grigio di lei, e con una personalità che mi verrebbe da prenderlo a botte subito dopo la sua prima apparizione. A causa dell'addio al nubilato della sua migliore amica Diana, nonché sorella del suo insopportabile fidanzato, si ritrova a darsi, quasi a malincuore, alla pazza gioia a Forte dei Marmi e al mattino, svegliandosi...ne scopre delle belle! E soprattutto rivede dopo anni Marco, un amore di gioventù che forse non aveva mai dimenticato...
Devo ammettere che,nella sua brevità, Tutta colpa del mare mi è piaciuto molto più di quanto mi aspettassi. Non solo mi ha divertito facendomi,in certe scene, ridere fino alle lacrime, ma grazie anche all'uso dei flashback sul primo incontro di Macro e Maia, mi ha saputo persino emozionare.  Anche Tutta colpa del mare è parte delle mie letture thailandesi, e dunque, visto la cornice idilliaca in cui l'ho letteralmente divorato (anche perché, in quanto a numero di pagine, non è certo un mattone) ho avuto occasione di apprezzarlo al meglio, in una giusta cornice, considerando anche il ruolo decisivo che il mare ricopre nella vicenda.
La trama mi ha convinto: all'inizio mi ha ricordato Una notte da leoni, in una versione al femminile (adoro quel film) ma in seguito la storia si discosta e assume una piega originale e imprevedibile... Almeno fino al finale!
Lo stile dell'autrice è fluido e spumeggiante, adattissimo al genere; l'unico piccolo difetto che ho potuto notare è che alcuni passaggi dei flashback mi sono sembrati troppo infantili rispetto all'età dei personaggi. Lo so, la protagonista a quel tempo era una ragazza completamente diversa, ma forse è stata solo una mia impressione.
Invece, secondo me, il maggior pregio del romanzo è sicuramente il modo con cui Chiara Parenti caratterizza i personaggi. Li ho amati tutti (a parte Lapo... anche se nel suo piccolo era adeguato nel ruolo di fidanzato ossessionato solo dal lavoro e dalla sua famiglia).
Il mio personaggio preferito è sicuramente Marco, il protagonista maschile, che ha conquistato il mio cuore (e immagino anche quello di molte altre lettrici): ce ne fossero di ragazzi così, seri e profondamente innamorati! Mi sa che, quasi quasi, progetterò un viaggetto a Forte dei Marmi anch'io...
Un altro personaggio sicuramente d'effetto, e di cui a un mese dalla lettura mi ricordo ancora benissimo, è Madre, mamma di Lapo e Diana: ho adorato come l'autrice abbia saputo creare un personaggio che riesce a incutere timore solo attraverso la lettera maiuscola del nome! (Da notare poi che il suo vero nome, Atena, è ancora più terrificante...)
In conclusione una storia veramente godibile per una lettura che si esaurisce non in pochi giorni, ma in poche ore! Inoltre mi è piaciuto molto il messaggio che la lettura mi ha lasciato, ovvero quello di non perdersi sempre e solo negli impegni, come faceva Maia all'inizio del romanzo, ma di fermarsi qualche volta e godersi la vita!

Tuttavia, la lunghezza del romanzo mi impedisce di  dare il massimo delle stelline: arrivata al finale, avrei voluto qualcosa in più, anche solo un capitolo! Ciononostante quattro stelline sono  una valutazione assolutamente positiva per una storia che mi ha fatto passare delle belle ore in sua compagnia! 


venerdì 20 febbraio 2015

Reader, tell me #1

Nuova rubrichina, se si può chiamare così: in realtà è una vera e propria richiesta di aiuto a voi lettori. Come sapete sono stata assente dal blog per un po' di tempo: in realtà sono stata proprio assente dal mondo della lettura in generale.


Quindi mi ritrovo ora con:
-del tempo libero;
-molte recensioni arretrate;
-nessuna nuova lettura da intraprendere.
Infatti vorrei leggere qualcosa di nuovo (non i libri che ormai mi fissano ricoperti di polvere dallo scaffale più alto della libreria -e se siete lì, ci sarà pure un perché!- ) ma qualche nuova uscita o romanzo appassionante che non ho ancora letto. Quindi... visto che mi sono persa praticamente un mese di vita nella blogsfera, mi affido ai vostri consigli!


Qualche info su di me (che tanto sono praticamente inutili):
  • leggo praticamente ogni genere, nonostante le mie preferenze vadano al young/new adults e al giallo/thriller (e anche al fantasy... ok, ritiro quello che ho detto: leggo di tutto);
  • leggo tranquillamente in inglese (ma preferirei in questo periodo leggere in italiano);
  • non ho altro da dire;
Ora torno alle mie recensioni arretrate... perché ho letto così tanto e scritto così poco? Aiuto! 
Voi invece fatemi sapere1

Silbi Grace.


mercoledì 18 febbraio 2015

Cover Change #4

Ritorna la rubrica (dal banner talmente brutto che mi rifiuto di cambiarlo! che si occupa di uno dei fenomeni più fastidiosi che riguardano le copertine dei libri: il loro improvviso cambio!


Ci può essere un caso in cui il cover change cambia in meglio la copertina di un libro?
In certi casi sì. 
Il cambio di copertina di Eleanor&Park, per esempio, rientra, secondo me, in questa categoria per diversi motivi.
La cover originale. Era così carina... perché non tenerla?
Primo, e forse più importante, il libro (per ora) non ha seguiti, dunque questo "cover change" non ha ripercussioni sulle nostre librerie: semplicemente ci saranno lettori che possiedono la prima versione (Silbi alza la mano) e altri che possiedono la seconda edizione.

La seconda edizione
La copertina della seconda edizione mi piace molto... forse addirittura più dell'originale! Per una volta i modelli corrispondono (forse più o meno... vedendo la ragazza) ai protagonisti: lei ha i capelli rossi (elemento fondamentale) e lui gli occhi a mandorla. Alleluja! 
Anche lo sfondo verde acceso secondo me ci sta bene... quello che ci sta meno bene è la solita fascetta pubblicitaria, con l'opinione entusiasta di John Green ma si sa, è la dura legge del marketing... 



La prima edizione

In realtà quella usata per la prima edizione non era poi così male... ma secondo me non diceva niente del romanzo. Sembrava messa lì solo per "coprire" il libro, mentre, per me, la cover dovrebbe "illustrare" in un qualche modo il contenuto del romanzo, cosa che in questo caso riesce meglio alla copertina della seconda edizione, nonché alla cover originale.

Voi cosa ne pensate? Quale cover preferite? 

domenica 15 febbraio 2015

Recensione: l'Amore Bugiardo - Gillian Flynn

Oggi è San Faustino festa dei single (auguri a me!!!) e quindi è proprio il caso di pubblicare qualcosa.
Prima delle nostre recensioni: l'ho scoperto in Thailandia ed è stato sicuramente una delle migliori letture dell'anno. L'avevo in ebook e l'ho ricomprato in cartaceo (edizione nuova e rilegata) per mia mamma... che mi sorprendo: ancora non l'ha finito?
Come è possibile?
Per scoprirne di più, basta leggere la recensione!

TITOLO: L'Amore Bugiardo
AUTORE: Gillian Flynn 
COLLANA: Rizzoli best
PREZZO (RILEGATO): 18,00
PREZZO (EBOOK): 5,99

TRAMA: Amy e Nick si incontrano a una festa in una gelida sera di gennaio. Uno scambio di sguardi ed è subito amore. Lui la conquista con il sorriso sornione, l'accento ondulato del Missouri, il fisico statuario. Lei è la ragazza perfetta, bella, spigliata, battuta pronta, il tipo che non si preoccupa se bevi una birra di troppo con gli amici. Sono felici, innamorati, pieni di futuro. Qualche anno dopo però tutto è cambiato. Da Brooklyn a North Carthage, Missouri. Da giovani professionisti in carriera a coppia alla deriva. Amy e Nick hanno perso il lavoro e sono stati costretti a reinventarsi: lui proprietario del bar di quartiere accanto alla sorella Margo, lei casalinga in una città di provincia anonima e sperduta. Fino a che, la mattina del loro quinto anniversario, Amy scompare. È in quel momento, con le tracce di sangue e i segni di colluttazione a sfregiare la simmetria del salotto, che la vera storia del matrimonio di Amy e Nick ha inizio. Che fine ha fatto Amy? Quale segreto nasconde il diario che teneva con tanta cura? Chi è davvero Nick Dunne? Un marito devoto schiacciato dall'angoscia, o un cinico mentitore e violento, forse addirittura un assassino? Raccontato dalle voci alternate di Nick e Amy, "L'amore bugiardo" è una incursione nel lato oscuro del matrimonio. Un thriller costruito su una serie di rovesciamenti e colpi di scena che costringerà il lettore a chiedersi se davvero sia possibile conoscere la persona che gli dorme accanto

La ragione principale per cui ho letto Gone Girl (meglio conosciuto in Italia come L'Amore Bugiardo) era prepararmi per andarlo a vedere al cinema. Poi al cinema non sono riuscita nemmeno ad andarci (ho recuperato proprio all'ultima settimana di programmazione, per un pelo!), ma la lettura l'ho terminata proprio mentre ero in vacanza in Thailandia. Nonostante non si tratti di un libro proprio sottile, sono riuscita a finirlo in poco più di due giorni: il principale pregio, o a detta dei miei, difetto del romanzo è il fatto che riesca a catalizzare al 101% l'attenzione del lettore. Non sono mai stata una lettrice notturna, ma con l'Amore Bugiardo faticavo a decidermi a spegnere la luce, tanto scalpitavo per leggere la conclusione della vicenda e scoprire o segreti dei personaggi.
Il bello del libro è che niente è come sembra. La sensazione che ci sia qualcosa che non quadri vi perseguiterà per tutta la lettura, spingendovi a voltare pagina in maniera compulsiva, fino a quando, arrivati all'ultima riga, non cercherete un capitolo nascosto dopo i ringraziamenti o dietro la sopracopertina, perché vi risulterà difficile accettare il termine di un romanzo che per me è stato il migliore della mia vacanza.
La vicenda parte in una tranquilla cittadina del Missouri, Carthage, dove vive una coppia di coniugi, Nick ed Amy Dunne, trasferitasi da New York. La mattina del loro quinto anniversario Amy sparisce nel nulla, e subito si elaborano le ipotesi più disparate: fuga? Rapimento? Omicidio? 
L'evento non solo sconvolge la vita della cittadina, ma apre anche una sorta di vaso di Pandora, rivelando gli aspetti meno piacevoli delle vite non solo dei protagonisti, ma dell'intera comunità.
Ho adorato l'uso dei due punti di vista dei protagonisti, due voci completamente diverse e distinguibili tra loro, che mi ha permesso di avere la versione sia di Nick che di Amy, e la gestione della linea temporale.
Nonostante l'uso abbondante di flashback e di altri espedienti letterari (come lo è il diario di Amy) possa rivelarsi un arma a doppio taglio, che può annoiare, confondere ed esasperare il lettore, anziché incuriosirlo e convincerlo a proseguire la lettura, in questo caso ho apprezzato ogni scelta dell'autrice, in quanto ho potuto avvertire fin dalle prime pagine la tensione e il mistero che hanno reso questa lettura così speciale. Ho apprezzato anche la costruzione dei personaggi in generale: non solo dei protagonisti, che ovviamente svettano per complessità psicologica, ma anche i comprimari come Margo, la gemella di Nick, che mi ha fatto desiderare per tutto il romanzo di avere una sorella come lei, e l'importanza che i media assumono all'interno della storia (che rendono ancora più realistica la vicenda).
L'unico elemento su cui avrei un minimo da ridire è il finale, un po' brusco rispetto alle altre parti del romanzo, e decisamente al di fuori di ogni canone, sia di happy ending che di finali tristi (infatti non saprei come classificarlo). 
Tuttavia mi sento di consigliarlo caldamente. Certo, è un romanzo molto particolare, che può non piacere, ma se vi piacciono le storie in cui nulla è come sembra e i colpi di scena sono dietro l'angolo, allora questo è il romanzo che fa per voi. Per me, sono cinque stelline piene, nonostante quel piccolo appunto sulla conclusione. 
Ps: sono riuscita a vedere anche il film. Che dire? Nel complesso mi è piaciuto e ho adorato Ben Affleck e soprattutto Rosamund Pike, calata alla perfezione nel ruolo. Tuttavia sapendo già come andava a finire mi sono un po' rovinata l'effetto sorpresa che invece aveva reso così magica la lettura.