Ciao a tutti. Post 1 di 3 (come al solito la mia programmazione è tutto fuorché efficiente): grazie alla clues marathon organizzata dalla pagina Instagram @bookishgamess ho letto un thriller di un'autrice di cui volevo tanto leggere qualcosa: si tratta di Nella buona e nella cattiva sorte, il nuovo romanzo di Marina Di Guardo.
TITOLO: Nella buona e nella cattiva sorte
AUTORE: Marina Di Guardo
COLLANA: Libri Mondadori
PREZZO
(CARTACEO): 18,00€
PREZZO
(EBOOK): 9,99€
TRAMA: Irene, giovane illustratrice di talento, vive da anni ostaggio del marito Gianluigi, manager geloso e violento, convinta, come tante altre vittime di violenza domestica, di meritarsi la semi-segregazione a cui lui la costringe a forza di minacce e lividi. All'indomani dell'ennesimo litigio, grazie al sostegno di Alice - l'amica d'infanzia trapiantata a Londra - Irene trova finalmente il coraggio di ribellarsi: mentre il marito è al lavoro, carica in macchina la loro piccola figlia Arianna e scappa da Milano, per correre verso un piccolo paese di provincia nella casa in cui è cresciuta e che i genitori le hanno lasciato in eredità. Gianluigi però la rintraccia prima del previsto, e le ordina di tornare in città, preannunciando ritorsioni - non solo da parte dei suoi avvocati. Irene sente le forze già esili cedere, ma nel paese scopre insperati alleati: un'anziana vicina di casa, un negoziante che forse ha un debole per lei. Purtroppo, inquietanti incidenti minacciano presto la sua fragile serenità. Irene nonostante tutto cerca faticosamente di rimettere insieme i cocci della sua vita, ma tutto precipita quando chi dovrebbe proteggerla da Gianluigi viene ritrovato brutalmente assassinato.
Marina Di Guardo è diventata famosa per essere la mamma di Chiara Ferragni, ma in realtà era conosciuta già da prima per la sua carriera di scrittrice. Ero rimasta incuriosita dal suo thriller La memoria dei corpi, uscito l'anno scorso per Mondadori, ma non ho ancora avuto occasione di leggerlo, tuttavia ho rimediato con questa nuovissima uscita, dal titolo emblematico: Nella buona e nella cattiva sorte.
L'idea di base è tremendamente attuale: Irene decide di trasferirsi nella casa dei suoi genitori insieme alla figlia di nove anni, Arianna, per sfuggire a un marito violento che la perseguita. Peccato che nemmeno nel tranquillo paese di provincia in cui è cresciuta riesca a trovare la pace: una serie infatti di misteriosi omicidi la colpisce da vicino. Irene accusa Gianluigi ma l'uomo sembra avere un alibi per ciascuno dei delitti: dove si nasconde la verità?
Dal punto di vista del thriller, Marina Di Guardo ci sa fare: la sua storia, infatti, è riuscita a comunicarmi angoscia fin dalle prime pagine. La vicende, infatti, seppur raccontata in terza persona, è vista dalla prospettiva di Irene, una donna problematica: cresciuta da un padre amorevole che ha dovuto compensare la figura di una madre schizofrenica, ha sposato Gianluigi, un imprenditore edile controverso, che la picchia e la umilia. Il rapporto di Irene nei suoi confronti è ambiguo: da un lato sogna di riuscire a fuggire da lui insieme alla figlia, dall'altro non è in grado di denunciarlo alla polizia.
In mezzo, sconvolgenti omicidi che coinvolgono le persone che hanno aiutato Irene nella sua fuga dal marito violento: le vittime sono state tutte uccise allo stesso modo, colpite alle spalle con un colpo alla nuca. Un modus operandi violento, istintivo, che ben sembra adattarsi a ciò che ci viene detto di Gianluigi, il quale però nega di essere il colpevole.
Non è facile leggere il punto di vista di Irene, una donna duplice, che a tratti vuole riuscire a sfuggire al suo ex marito, ma che, dall'altro, non riesce a lasciarlo andare in maniera definitiva. Inoltre il suo passato travagliato ritorna a complicarle un presente incerto, e macchiato da crimini efferati. Gli altri personaggi, ad eccezione forse di Arianna, la bambina di Irene, e di Alice, la migliore amica della protagonista emigrata in Inghilterra, sono trattati in maniera superficiale: diciamo che i loro omicidi sono sviluppati, con poche eccezioni, in maniera piuttosto frettolosa, e che il lato thriller del romanzo è concentrato sull'emotività della protagonista e sulla sua reazione a una catena in crescendo di eventi drammatici.
Per quanto riguarda la scrittura, lo stile avrebbe potuto essere meglio. Il romanzo è breve, ma per questo thriller non è un problema: tutta l'angoscia e la paura di Irene riuscivano a filtrare benissimo attraverso le pagine. Il fatto è che la storia mi è sembrata sviluppata in maniera piuttosto frettolosa: molte delle vittime venivano presentate ed uccise nel giro di tre capitoli, e l'intero romanzo mi è sembrato piuttosto velocizzato, come se l'autrice lo avesse scritto di fretta e avesse dimenticato di approfondire passaggi importanti.
Anche la scrittura in sé non mi ha convinto appieno: l'autrice infatti tende ad essere molto ripetitiva su certi concetti che, seppur importanti per la trama, finiscono per appesantire il romanzo. Ne sono un esempio concreto le telefonate tra Irene e la sua amica Alice, che non fa che ripetere le stesse parole girato in ogni modo possibile immaginabile per tutto il libro.
Il finale mi ha colpito, nonostante l'avessi già intuito: infatti l'autrice ha seminato a un certo punto del romanzo un indizio grande come una casa. Capisco che un bravo giallista sfidi il lettore a risolvere il caso, ma in questo romanzo la Di Guardo anticipa la soluzione ad ogni lettore che abbia un minimo di capacità deduttive.
Dunque? La mia valutazione è di tre stelline e mezzo. Nella buona e nella cattiva sorte è un thriller valido che si legge in fretta e che nel complesso mi è piaciuto, tuttavia ho trovato che alcuni aspetti in generale, dalla scrittura alla gestione della trama, avrebbero potuto essere migliorati. In ogni caso, considerato il mio amore per il genere, e il fatto che comunque ho apprezzato il libro, credo proprio che in futuro leggerò altre opere di Marina Di Guardo.
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