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venerdì 8 settembre 2023

Review Party: Babel - R.F. Kuang

Buongiorno! La recensione di oggi è dolceamara: Babel di R.F. Kuang per me era uno dei libri più attesi dell'anno. Purtroppo però la lettura non è andata come mi aspettavo...



TITOLO: Babel
AUTORE: R.F. Kuang
COLLANA: Oscar Vault
PREZZO (CARTACEO): 24,00€
PREZZO (EBOOK): 11,99€ 
TRAMA: Oxford, 1836. La città delle guglie sognanti. Il centro di tutta la conoscenza e l'innovazione del mondo. Al suo cuore c'è Babel, il prestigioso Royal Institute of Translation dell'Università di Oxford. La torre da cui sgorga tutto il potere dell'impero. Rimasto orfano a Canton e portato in Inghilterra da un misterioso tutore, Robin Swift credeva che Babel fosse un paradiso. Fino a che non è diventata una prigione… Può uno studente lottare contro un impero?


Babel era uno dei romanzi per cui avevo aspettative piú alte in questo 2023. L´autrice é una delle migliori giovani voci della letteratura fantasy in circolazione (recuperate assolutamente la trilogia de La Guerra dei Papaveri!) e le premesse erano delle migliori: dark academia, autoconclusivo, ambientato ad Oxford.
Perfetto, vero?
E invece le delusioni peggiori si nascondono dove meno te lo aspetti.
Babel é un libro molto pretenzioso. L´autrice é consapevole delle sue capacitá e non ha paura di spingere la sua prosa sempre piú in alto. Peccato che non tutti siano innamorati della traduzione come la Kuang. Ma facciamo un passo indietro...
Babel é l´istituto di traduzione dell´universitá di Oxford, la sua sede é un´alta torre, l´edificio piú alto della cittá, ed é l´unica facoltá che nel 1836, anno in cui si svolge la storia, ammette ragazze e alunni di origine non inglese. Robin é nato a Canton, in Cina, e dopo la morte della madre viene preso in affido dal Professor Lovell, un accademico inglese che gli impartisce fin dall´infanzia lezioni di greco, latino e cinese al fine di diventare uno degli studenti migliori di Babel.
Robin, che nel frattempo ha scoperto di essere figlio proprio di Lovell -anche se l´uomo non lo ammetterá mai davvero- viene ammesso all´universitá e qui conosce le altre matricole del primo anno: Ramy, ragazzo musulmano di origine indiana, Victorie, haitiana cresciuta in Francia, e Letitia, unica ragazza bianca fra i quattro, figlia di un ammiraglio inglese.



I primi tempi Robin é incantato da Oxford, dalle lezioni e dalla vita universitaria, e lo stupore aumenta quando, con il passare degli anni, scopre il vero segreto di Babel, ovvero l´uso delle tavolette in argento che consentono di utilizzare la magia della traduzione nella vita di tutti i giorni. Peccato che, con il procedere dei semestri, Robin si renda conto che tutto questo potere é concentrato nelle mani di un´unica entitá, l´impero britannico, che sfrutta l´argento per mantenere intatto il suo dominio a scapito delle colonie.
Come se non bastasse, Robin é approcciato da Griffin, ex-studente di Babel che sostiene di essere il suo fratellastro, il quale gli parla di Hermes, una misteriosa societá segreta che vuole utilizzare il potere di Babel per aiutare le colonie nella lotta all´impero.
Interessante la trama, vero? Peccato che raccontata cosí sembri intrigante, ma nel modo in cui l´autrice l´ha sviluppata non mi é parsa cosí avvincente. La prima metá del romanzo sono scene di vita quotidiana alternate con lunghe, infinite digressioni sull´etimologia delle parole e l´importanza della traduzione. Per quanto sia interessata all´argomento dopo un po´non ne potevo piú. Capisco che la Kuang abbia studiato traduzione e lo voglia fare sapere al mondo con la stessa smania degli studenti di ingegneria o medicina, ma alla ventesima specifica della parola X che deriva dal latino Y ma ha anche affinitá con il cinese Z (non me ne voglia l´autrice, ma dimenticavo tutte queste nozioni un minuto dopo averle lette) ho iniziato a saltare queste parti a pié pari.
Un punto a favore dei personaggi: sono tutti grigi. Non esistono personaggi davvero buoni e cattivi, nessuno si salva, nemmeno il caro Robin, che all´inizio aveva la stessa personalitá incisiva e ben caratterizzata di un´ameba pensante e verso fine libro si é trasformato nel tipico americano sui social del 2020. In un certo senso ho apprezzato i quattro protagonisti, ma ho avuto l´impressione di trovarmi di fronte a dei personaggi molto distaccati, con cui é stato difficile empatizzare.


La scrittura é stato invece l´aspetto migliore del romanzo. Babel é scritto molto bene. Considerato la giovane etá dell´autrice, direi che ci troviamo di fronte a una delle migliori penne fantastiche degli ultimi anni. Ció non toglie peró che un´ottima scrittura, da sola, non fa un romanzo, e che Babel, pur essendo qualitativamente meglio del fantasy medio pubblicato negli ultimi mesi, non é certo esente da difetti.
La trama é sbilanciata verso la seconda metá del romanzo, e i punti incisivi della storia si concentrano solo nell´ultimo terzo. La condanna al colonialismo é certo importante, ma ho avuto l´impressione che l´autrice si fosse dimenticata di scrivere un romanzo storico ambientato nel 1836. Sí, é vero, Babel é un fantasy, ma mi ha fatto effetto leggere di personaggi che si comportano e pensano come se fossero nel 2020 condannarne altri per pensieri che nel 1836 erano addirittura considerati sovversivi.
Poi questa é la mia opinione personale, ci tengo a precisare.
Per questo motivo, per me, é estremamente difficile valutare Babel. Non mi sento di bocciarlo, perché oggettivamente é un ottimo libro, con un grande lavoro di ricerca alle spalle e un´ottima scrittura. Peró, se devo essere onesta, devo dire che la storia mi annoiato e i personaggi mi sono rimasti piuttosto indifferenti. Dunque la mia valutazione é di tre stelline, una media tra le quattro per l´oggettiva qualitá e le due di gradimento personale.
E a voi, é piaciuto Babel?


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