Ciao a tutti. Da quando ho iniziato a lavorare ho dovuto ridurre drasticamente il numero di review party ed eventi a cui partecipare perché faccio molta più fatica a leggere (lo scorso anno che vivevo da sola, non so perché, me la cavavo molto meglio) ma non avrei mai saltato questo appuntamento. Oggi infatti parliamo de Il Regno di Rame, secondo libro della Trilogia di Daevabad di S.A. Chakraborty, edito Oscar Vault.
AUTORE: S.A. Chakraborty
COLLANA: Oscar Vault
PREZZO (CARTACEO): 24,00€
PREZZO (EBOOK): 11,99€
TRAMA: La vita di Nahri è cambiata per sempre nel momento in cui ha accidentalmente evocato Dara, un misterioso jinn. Fuggita dalla sua casa al Cairo, si è ritrovata nell'abbagliante corte reale di Daevabad, immersa nelle cupe conseguenze di una battaglia devastante, e lì ha scoperto di aver bisogno di tutto il suo istinto truffaldino per sopravvivere. Anche se accetta il suo ruolo ereditario, sa di essere intrappolata in una gabbia dorata, controllata da un sovrano che governa dal trono che una volta apparteneva alla sua famiglia: basterà un passo falso per far condannare la sua tribù. Nel frattempo, Ali è stato esiliato per aver osato sfidare suo padre. Braccato dagli assassini, è costretto a fare affidamento sui poteri spaventosi che gli hanno donato i marid. Così facendo, però, minaccia di portare alla luce un terribile segreto che la sua famiglia ha tenuto nascosto a lungo. Intanto, nel desolato nord, si sta sviluppando una minaccia invisibile. È una forza capace di portare una tempesta di fuoco proprio alle porte della città. Un potere che richiede l'intervento di un guerriero combattuto tra un feroce dovere a cui non potrà mai sottrarsi e una pace che teme di non meritare mai.
La trilogia di Daevabad è una delle serie preferite dalle blogger americane, ma, dopo aver letto il primo volume, pubblicato lo scorso anno da Oscar Vault, non riuscivo a capirne il motivo. Ora, non che La Città di Rame fosse un brutto libro (ce ne fossero in giro di libri così!) ma c'erano alcuni aspetti che non mi avevano convinto, a partire dalla lentezza nella narrazione e dalla quantità di paragrafi che mi parevano senza trama e che servivano solo a rallentare una narrazione già lenta di suo.Indecisa se interrompere o meno la serie, ho avuto per fortuna l'occasione di leggere in anteprima la copia ebook del secondo libro della serie e... meno male che l'ho fatto.Il Regno di Rame prende tutto ciò che di buono c'era in La Città di Rame e lo sviluppa con originalità, dando vita a un ottimo romanzo, migliore del suo predecessore. Il libro inizia subito con un grande evento, il matrimonio di Nahri e Munthadir, e con un salto temporale di ben cinque anni rispetto a La Città di Ottone, ma la trama non inizia a svilupparsi subito. L'autrice, però, a differenza del primo volume, riesce a impostare il giusto ritmo narrativo: non troppo veloce, dopotutto se c'è una cosa che mi hanno insegnato le oltre cinquecento pagine dei libri di questa autrice, è che la Chakraborty non ama le storie molto rapide, ma nemmeno troppo lento, come invece mi era sembrato nel libro precedente. Se La Città di Ottone spesso mi era sembrato troppo statico, e troppo incentrato sulla figura della sua protagonista, in questo libro, invece, di cose ne accadono parecchie, al punto che l'autrice si concentra non su uno, ma su tre punti di vista principali: quello di Nahri, ora guaritrice alla corte di Daevabad, quello di Ali, ancora esiliato lontano dalla città, e quello di Dara, liberato dalla maledizione di Solimano da un personaggio misterioso. La storia riprende cinque anni dopo gli evento del primo volume, e tutto appare più maturo, non solo i personaggi ma anche la capacità dell'autrice di gestire una storia complessa e molto ambiziosa, fatta di intrighi, sotterfugi e tradimenti. Anche i personaggi mi sono piaciuti più che nel primo volume: soprattutto Dara e Nahri, che avevo avuto difficoltà ad inquadrare durante la lettura de La Città di Ottone e che in questo libro, invece, dimostrano una caratterizzazione più approfondita e una personalità più sfaccettata. Nonostante lo sviluppo di trama e personaggi, il punto forte della serie rimane ancora il suo straordinario world-building. La trilogia di Daevabad presenta uno dei mondi fantasy più particolare in cui mi sia mai imbattuta: esso infatti è un tripudio di colori, magia e creature mitologiche ma, al tempo stesso, rimane strettamente legato al nostro, di mondo. Credo che ogni tanto la Chakraborty si faccia prendere la mano nelle descrizioni, che lunghe e molto dettagliate, ma in ogni caso, il risultato è veramente di alto livello: basta chiudere gli occhi per sentirsi trasportati in un mondo da Mille e una notte. Certo, vi confesso che, ad eccezione dei protagonisti, faccio ancora fatica con i nomi, che essendo tutti di origine araba, faticano a rimanermi impressi nella memoria: fortunatamente l'autrice ha inserito un utilissimo glossario all'inizio del libro, che mi ha aiutato a riprendere il filo del volume precedente e a districarmi tra i numerosi personaggi secondari della trilogiaUn altro punto forte della trilogia è dato dalla complessità di una trama che solo in questo libro inizia a mostrare le sue potenzialità: nonostante questa serie possa sembrare young adult, soprattutto nei primi capitoli de La Città di Rame, la saga è in realtà un vero e proprio adult, in cui la politica e le sottotrame hanno lo stesso peso, se non di più, delle scene d'azione e dunque mi sento di consigliarla a un pubblico un po' più maturo che possa coglierne tutte le sfumature. Dunque la mia valutazione è di quattro stelline. Il Regno di Rame rappresenta tutto ciò che posso desiderare dal secondo volume di una trilogia: una storia che esalta le premesse del primo libro, limandone per quanto possibile i difetti, e che getta le fondamenta per un'epica conclusione della serie. Leggerò L'Impero dell'Oro? Se me lo aveste chiesto qualche tempo fa, forse avrei avuto qualche dubbio, ma dopo aver concluso questa lettura sono determinata a scoprire come andranno a finire le vicende di Nahri, Ali e di tutti gli abitanti di Daevabad.
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