Buondì. Il libro di oggi è uno dei più chiacchierati degli ultimi tempi: nonostante fosse già disponibile in Italia da anni, infatti, La regina degli scacchi di Walter Tevis è salito alla ribalta grazie alla miniserie omonima interpretata da Anya Taylor-Joy disponibile su Netflix. Io non ho visto la serie (non ho l'abbonamento a Netflix) ma ho letto l'edizione Oscar Absolute e devo che si tratta di un romanzo magnetico e meritevole. Ma, bando alle ciance, ecco a voi la recensione!
TITOLO: La regina degli scacchi AUTORE: Walter Tevis
COLLANA: Oscar Mondadori
PREZZO (CARTACEO): 14,00€
PREZZO (EBOOK): 7,99€
TRAMA: Finita in orfanotrofio all'età di otto anni, Beth Harmon sembra destinata a una vita grigia come le sottane che è costretta a indossare. Ma scopre presto due vie di fuga: le pillole verdi, distribuite a lei e alle altre ragazzine dell'orfanotrofio, e gli scacchi. Il suo talento prodigioso è subito lampante; una nuova famiglia e tornei sempre più glamour e avvincenti le permettono di intravedere una nuova vita. Se solo riuscisse a resistere alla tentazione di autodistruggersi... Perdere, vincere, cedere, resistere: imparare, grazie al gioco più solitario che ci sia, a chiedere aiuto, e a lasciarselo dare.
Chi avrebbe potuto mai immaginare che un romanzo che parla di scacchi anche in maniera piuttosto approfondita e specialistica potesse dimostrarsi così appassionante?Per me La regina degli scacchi di Walter Tevis è stata una e propria sorpresa.Ok, avevo già sentito parlare in termini entusiastici della serie tv La regina degli scacchi, e basta dare un'occhiata alla bibliografia dell'autore per rendersi conto che le sue storie hanno ispirato classici senza tempo di Hollywood come Lo spaccone e Il colore dei soldi, ma un conto sono le aspettative e un conto è la lettura vera e propria.Che, in questo caso, è riuscita a superare anche le mie aspettative già alte. La regina degli scacchi è un romanzo di formazione, ambientato negli anni Sessanta, che segue l'infanzia e la giovinezza di Elisabeth Harmon, detta Beth, una bambina che a otto anni rimane orfana e viene affidata ad un orfanotrofio. La storia sembra già sentita, ma il tema chiave del libro sono gli scacchi: Beth, infatti, impara a giocare nello scantinato grazie al custode dell'orfanotrofio, e dimostra fin da subito un talento immenso che la porterà, tra alti e basi, a una folgorante carriera.Il personaggio di Beth è il punto focale del romanzo: una storia del genere infatti non avrebbe avuto la stessa potenza senza una protagonista così ben caratterizzata, e realistica nella suo essere unica. Beth, infatti, è un personaggio fatto di contrasti: da un lato la sua forza e la sua superiorità, che si manifestano quando gioca a scacchi, dall'altro le sue fragilità interiori, che sfociano nelle sue dipendenze dai tranquillanti prima e dall'alcool poi. Una scelta poi che ho apprezzato di Tevis è quello di concentrarsi su un gruppo ridotto di personaggi secondari che, tuttavia, hanno un grande impatto nella vita della protagonista. Dal signor Shaibel, colui che, con riluttanza, le insegna a giocare a scacchi, alla compagna di orfanotrofio Jolene, fino ai giocatori di scacchi Henry Beltik, Benny Watts e al grande rivale, e sua vera e propria bestia nera, il fortissimo scacchista russo Borgov i personaggi rimangono impressi, anche se le loro apparizioni durano poche pagine, e tutti lasciano il segno in una storia che già si reggerebbe bene anche solo sulle spalle della protagonista. Per quanto riguarda la scrittura, devo dire che è la ciliegina sulla torta di un romanzo che ha già una trama ben congeniata e personaggi ben caratterizzati.Infatti, lo stile di Tevis è incantevole: non sono molti gli autori che hanno la capacità di rendere avvincente un libro che si basa in gran parte su lunghissime descrizioni di partite di scacchi, con tecnicismi quali il nome delle case, cioè le caselle della scacchiera, e delle varie tecniche scacchistiche, come la Difesa Siciliana, tanto amata dalla protagonista, e il Gambetto di Donna che è anche il titolo originale del romanzo (The Queen's Gambit), e della serie tv omonima. Walter Tevis ci è riuscito: non ho avuto un attimo di noia, nonostante un po' di confusione nei primi capitoli dovuta più altro all'uso di un linguaggio settoriale, e in generale ho trovato la storia avvincente e profonda.Un aspetto che vorrei sottolineare è come, nonostante l'autore sia un uomo, La regina degli scacchi sia un romanzo fortemente femminista: più volte infatti Tevis evidenza come Beth venga trattata, e considerata, in maniera diversa dagli altri giocatori in quanto donna, e anche il messaggio della storia evidenzia la forza e le capacità delle donne, anche in un ambiente così maschilista come il mondo degli scacchi. Dunque la mia valutazione è piena, cinque stelline. La regina degli scacchi ha tutto quello che un romanzo potrebbe desiderare: da una protagonista iconica a una trama che parla di cadute e rinascite, fino a scrittura scorrevole che fonde la narrativa al linguaggio tecnico degli scacchi. Capisco ora anche gli elogi alla serie tv: con una base del genere e un'attrice magnetica come Anya Taylor-Joy era impossibile sbagliare!
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