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venerdì 29 maggio 2020

Review Party: La ballata dell'usignolo e del serprente - Suzanne Collins

Buondì. Questa è la recensione più lunga che abbia pubblicato sul blog dal 2015 a questa parte ed è una delle più difficili che abbia scritto: perché Hunger Games. Ballata dell'usinolo e del serpente è il libro del momento e io ho molto, molto da dire.



TITOLO: La ballata dell'usignolo e del serpente
AUTORE: Suzanne Collins
COLLANA: Libri Mondadori
PREZZO (CARTACEO): 22,00€
PREZZO (EBOOK): 13,90€  
TRAMA: L'AMBIZIONE LO NUTRE, LA COMPETIZIONE LO GUIDA, MA IL POTERE HA UN PREZZO
È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l'unica, esile, possibilità di riportarlo all'antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D'ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l'arena avrà luogo un duello all'ultimo sangue, ma fuori dall'arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.




È successo tutto lo scorso anno, senza preavviso. A dieci anni dall'uscita in inglese de Il canto della rivolta, Suzanne Collins, la riservatissima Suzanne Collins che in quei dieci anni non ha praticamente più fatto sapere nulla di sé, ha scritto un nuovo libro (tum).

Un nuovo libro ambientato nel mondo degli Hunger Games (tum tum).
Un prequel di Hunger Games concentrato sul personaggio del cattivo della serie, il presidente Coriolanus Snow (tum tum tum).
Il titolo completo del romanzo è Hunger Games. Ballata dell'usignolo e del serpente: a mio avviso troppo lungo per essere d'effetto, e troppo difficile per essere memorizzato, ma alla mamma di Katniss Everdeen che torna a scrivere dopo dieci anni di silenzio si perdona questo e molto altro.
Quello che, invece, non le ho perdonato è che, con questo libro, la Collins ha perso l'occasione per realizzare un'opera bellissima su come un ragazzo distrutto dalla guerra, ma nonostante tutto, con una sua morale e buoni sentimenti, sia diventato un temuto dittatore, e invece ha realizzato un romanzo un po' meh che, seppur migliore rispetto a tanti altri dello stesso genere, non ha molto di quella magia che la trilogia di Hunger Games ha regalato a tanti lettori.
Eppure la storia aveva tutte le caratteristiche per replicare il successo dei tre romanzi precedenti: la Ballata è infatti divisa in tre parti: una che ci mostra la vita di Coriolanus Snow, erede di una prestigiosa famiglia ormai sul lastrico, a Capitol City, una che racconta la sua esperienza di Mentore nei decimi Hunger Games e una che, attraverso i suoi occhi di Pacificatore, ci mostra la vita nei Distretti e ci fa capire come il protagonista, che nei primi capitoli sembrava addirittura l'eroe della situazione, sia diventato il Presidente di Panem.
Gli eventi trattati sono quindi molteplici e variegati: l'autrice ci permette così di esplorare, in un'epoca e in un contesto diverso, luoghi simbolo della Trilogia e rivela molte cose sul passato degli Hunger Games, da come sono passati da un evento odiato da tutti, anche dai cittadini di Capitol City, al baraccone mediatico che nel primo libro della serie festeggia la sua settantaquattresima edizione.
Per tutti i fan della saga questo libro è una raccolta di riferimenti ed Easter Egg seminati qua e là: da personaggi già apparsi negli altri volumi, come Tigris, la cugina di Snow che era comparsa nel Canto della Rivolta, alla ninnananna di Rue inserita tra un brano inedito e una "Oh mia cara Clementine" a tanti altri ancora, la Ballata alla fine, per me, è diventata una caccia al tesoro (o meglio, al dettaglio) che, in alcuni passaggi, ha un po' oscurato la trama principale.
Eppure nonostante una trama potenzialmente avvincente e un personaggio conosciuto eppure tutto da esplorare, la Ballata dell'usignolo e del serpente ha, a mio avviso, alcuni aspetti che avrebbero potuto essere decisamente migliorati.
Punto uno: la storia non è male, ma, per come è stata pensata, a mio avviso non si interseca bene con le vicende della trilogia originale. Insomma abbiamo uno Snow mentore degli Hunger Games, che, guarda caso, ha portato alla vittoria una ragazza del Distretto 12, la quale, guarda caso, nutriva un certo interesse verso la ghiandaia imitatrice (che lui invece detesta fin dal primo sguardo) e, quando questo incontra Katniss Everdeen, non gli fa neanche una frecciatina piccola piccola? Nemmeno un microscopico accenno?
lo so cosa state pensando, che la Collins ha creato la storia di Snow e di Lucy Gray dopo aver concluso quella di Katniss e che non c'è niente di male in tutto ciò, ma proprio per questo motivo, a mio avviso, la vicenda si sarebbe incastrata meglio se l'autrice avesse un po' contenuto il suo smisurato amore per il Distretto 12 e i suoi abitanti e avesse reso la protagonista un'esponente di un'altra regione di Panem.
Tuttavia il punto uno è solo un dettaglio rispetto al punto due, quello che a mio avviso ha fatto da spartiacque tra questo libro e il potenziale nuovo Hunger Games che avrebbe potuto essere se solo l'autrice avesse voluto.
La trilogia originale è scritta in prima persona: leggiamo i pensieri di Katniss, soffriamo con lei, ci immedesimiamo in lei, nel bene, come nel primo libro, e nel male, come nel terzo. La Ballata, invece, è scritta in terza persona e questo, per me, ha significato una sola cosa: nessuna empatia con Coriolanus Snow.
Non so se l'autrice non sia riuscita, durante la stesura, a entrare nella mente di questo complicato personaggio, o avesse avuto paura che ci immedesimassimo troppo in lui ma fatto sta che la scelta del narratore in terza persona era totalmente inadatta a un libro di questo tipo e si è tradotta nella mancanza di quella scintilla che ha reso Hunger Games la trilogia pluripremiata che è oggi.
La parte iniziale della Ballata è infatti piatta, moscia. La leggevo, non mi annoiava però non sentivo niente. Persino la parte sugli Hunger Games, che ha rappresentato il punto più alto, per tensione e pathos, sia del libro omonimo che della Ragazza di Fuoco, in questo caso mi è sembrata sbiadita e la colpa non era certo della differente prospettiva di Coriolanus Snow.
La situazione ha iniziato a risollevarsi solo nei capitoli finali e nell'epilogo, dove Snow inizia a mostrare il volto che lo caratterizzerà in futuro, ma parliamo comunque delle ultime cento pagine di un libro che ne conta oltre cinquecento e che, tra l'altro, non è nemmeno esaustivo nel raccontare l'ascesa al potere di un vero e proprio tiranno.
Quindi?
Hunger Games. La ballata del serpente e dell'usignolo è un libro estremamente difficile da valutare. Giudicato da solo, non ha niente che non va: è scritto tutto sommato bene, ha dei personaggi ben caratterizzati, una trama complessa e ricca. Ma, visto alla luce della trilogia originaria, alla Ballata manca qualcosa, quella luce, quel carisma che Katniss Everdeen, forse proprio a causa del suo punto di vista in prima persona, riusciva a trasmettere al lettore e che né Coriolanus Snow, né la coprotagonista femminile Lucy Gray possono uguagliare.
Per questo la mia valutazione è di tre stelline. È una lettura che ogni appassionato di Hunger Games farà, e non c'è bisogno che lo dica io, ma non ponetevi aspettative troppo alte.
Godetevi solo il ritorno di un'autrice che, nonostante tutto, dimostra di essere ancora sulla cresta dell'onda (ora però Suzanne non farci aspettare altri dieci anni per pubblicare un romanzo inedito!)



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