Ciao a tutti. Oggi è il primo di giugno, qui è finalmente arivato un tempo decente e si può andare al mare. Sì, io appartengo a quella schiera di persone che odia pioggia, grigio e inverno, e il mio umore per tutto maggio è sempre stato sotto i piedi... finalmente però arriva anche la mia stagione!
Tornando al post, la recensione di oggi riguarda To best the boys di Mary Weber, fantasy ya autoconclusivo contenuto nella FairyLoot di marzo. Dicono che spesso i libri contenuti nelle box siano tanto belli esteticamente ma che il loro contenuto lascia un po' a desiderare... sarà questo il caso?
TITOLO: To best the boys
COLLANA: Thomas Nelson Inc
PREZZO
(CARTACEO): 12,70€
PREZZO
(EBOOK): 6,38€
TRAMA [ENG]: In a thrilling new fantasy from the bestselling author of the Storm Siren Trilogy, one girl makes a stand against society and enters a world made exclusively for boys. Every year for the past fifty-four years, the residents of Pinsbury Port have received a mysterious letter inviting all eligible-aged boys to compete for an esteemed scholarship to the all-male Stemwick University. The poorer residents look to see if their names are on the list. The wealthier look to see how likely their sons are to survive. And Rhen Tellur opens it to see if she can derive which substances the ink and parchment are created from, using her father’s microscope.In the province of Caldon, where women train in wifely duties and men pursue collegiate education, sixteen-year-old Rhen Tellur wants nothing more than to become a scientist. As the poor of her seaside town fall prey to a deadly disease, she and her father work desperately to find a cure. But when her mum succumbs to it as well? Rhen decides to take the future into her own hands—through the annual all-male scholarship competition. With her cousin, Seleni, by her side, the girls don disguises and enter Mr. Holm’s labyrinth, to best the boys and claim the scholarship prize. Except not everyone is ready for a girl who doesn’t know her place. And not everyone survives the deadly maze. Welcome to the labyrinth.
Raramente conosco i romanzi che vengono inclusi nelle book box: spesso infatti si tratta di opere di autori che non sono mai stati tradotti in italiano.
In questo caso non solo non sapevo dell'imminente uscita di un romanzo fantasy chiamato To best the boys, ma non avevo nemmeno mai sentito parlare di un'autrice di nome Mary Weber.
Tuttavia, grazie agli indizi che vengono forniti insieme al tema del mese della FairyLoot, in una specie di caccia al titolo del libro contenuto nella box di marzo, sono venuta a conoscenza di questo romanzo, e devo dire che, viste le premesse, avevo anche qualche aspettativa a riguardo.
To best the boys infatti è incentrato su una tematica che non si vede spesso nella letteratura young adult: il rapporto tra le ragazze e le materie STEM, ovvero quell'insieme di discipline che lega scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (o era medicina?).
Oggigiorno si sente spesso parlare del fatto che sono ancora troppo poche le ragazze impegnate in questi campi, ma non mi era ancora mai capitato di leggere una storia basata proprio su questo tema.
Raramente conosco i romanzi che vengono inclusi nelle book box: spesso infatti si tratta di opere di autori che non sono mai stati tradotti in italiano.
In questo caso non solo non sapevo dell'imminente uscita di un romanzo fantasy chiamato To best the boys, ma non avevo nemmeno mai sentito parlare di un'autrice di nome Mary Weber.
Tuttavia, grazie agli indizi che vengono forniti insieme al tema del mese della FairyLoot, in una specie di caccia al titolo del libro contenuto nella box di marzo, sono venuta a conoscenza di questo romanzo, e devo dire che, viste le premesse, avevo anche qualche aspettativa a riguardo.
To best the boys infatti è incentrato su una tematica che non si vede spesso nella letteratura young adult: il rapporto tra le ragazze e le materie STEM, ovvero quell'insieme di discipline che lega scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (o era medicina?).
Oggigiorno si sente spesso parlare del fatto che sono ancora troppo poche le ragazze impegnate in questi campi, ma non mi era ancora mai capitato di leggere una storia basata proprio su questo tema.
In questo romanzo, invece, Rhen, la protagonista, è appassionata di scienza e medicina in un mondo in cui alle donne è consentito solo occuparsi della famiglia e della casa. Il suo sogno sarebbe quello di diventare medico ma non ne ha la possibilità: non solo in quanto donna, ma anche, e soprattutto, perché una buona istruzione è costosissima.
Per i ragazzi del suo paese c'è però un modo per riuscire a continuare gli studi: vincere la competizione organizzata ogni anno dal facoltoso Mr Holm, una gara ardua e rischiosa in cui solo colui che per primo supererà il labirinto e risolverà i suoi enigmi riuscirà a vincere una borsa di studio presso la più prestigiosa università del paese. Ispirata tuttavia da un'ambiguità nella lettera che ogni anno viene inviata da Mr Holm, e spinta dal desiderio di trovare una cura per la madre affetta da una grave malattia, Rhen decide di rischiare il tutto e per tutto: si taglia i capelli, si traveste da maschio e decide di partecipare alla gara.
Immaginavo che il romanzo ruotasse intorno al labirinto e alla gara tra ragazzi assetati di vittoria e cultura e invece... qui parte la prima delusione.
La gara in sé occupa solo un terzo del romanzo e non risulta neanche avvincente come avrei immaginato. Ho trovato un po' confusa l'ambientazione, poco chiari gli enigmi e il modo in cui i protagonisti riescono a mettere insieme i pezzi ma, soprattutto, ho trovato che venissero approfonditi aspetti secondari della trama a scapito dell'azione.
La prima parte del romanzo ne è un esempio: tanti dialoghi, tante informazioni, ma la trama va avanti di pochissimo e sinceramente, avrei preferito meno pagine su Rhen, sua cugina Seleni e i ragazzi del paese e più labirinto, più enigmi, più azione.
Fortunatamente però To best the boys si regge anche su una protagonista che basta a tenere in piedi un intero libro. Rhen è sagace, simpatica, e decisa, il tutto senza risultare eccessivamente montata o una supereroina. È esattamente il tipo di protagonista che cerco in un romanzo e questo ha contribuito, e non poco, a salvare la mia esperienza di lettura. Anche la coprotagonista, Seleni, non mi è dispiaciuta: ho adorato il modo in cui si mette in gioco e ammetta che, nonostante tutto, e nonostante la sua caparbietà, fare la donna di casa e dedicarsi alla famiglia per lei non è una sconfitta ma un desiderio.
Non è un caso che questa contrapposizione tra personaggi brillanti e trama un po' piatta si traduca anche a livello di scrittura: l'intero libro è infatti a mio avviso composto da scene un po' piatte in cui lunghi dialoghi si alternano con paragrafi veramente belli, non solo d'azione, ma anche a livello di contenuti.
Il messaggio del romanzo, seppur non sia il massimo dell'originalità, infatti mi è piaciuto: bisogna seguire sempre i propri sogni nonostante gli ostacoli, specialmente se, come nel caso di Rhen, si manifesta una decisa predisposizione.
Quindi? La mia valutazione per To best the boys è di tre stelline, pienamente sufficiente ma non altissima e rispecchia tutto quello che penso di questo romanzo. To best the boys è infatti una lettura nel complesso sufficiente, buona oserei dire, che non ha grandi picchi negativi, ma ahimè nemmeno grandi picchi positivi al di là di una protagonista che è forse l'unico elemento da ricordare del libro.
Ciao Silvia! Una parte di me è molto incuriosita da questo romanzo, l'altra però ha il sospetto che ne rimarrò delusa. Per il momento lo tengo comunque nella tbr perché mi hai lasciato molta curiosità!
RispondiEliminaTienilo! Io in giro ho sentito molti pareri positivi, magari in questo caso sono io la pecora nera
EliminaEro davvero impaziente di leggere questo romanzo, ma il tuo parere mi ha un po' scoraggiata e certamente mi ha fatto ridimensionare le aspettative ahah
RispondiEliminaInsomma, vedremo!
Non era una stroncatura netta :D In realtà mi aspettavo molta più azione (stile Hunger Games o The Maze) e invece la storia si fa più sui dialoghi che nella gara. A molti To best the boys è piaciuto... a me meno
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