Pagine

giovedì 31 maggio 2018

Recensione: La leggenda del ragazzo che credeva nel mare - Salvatore Basile

Ciao a tutti. Qualche tempo fa ho partecipato al blogtour dedicato al nuovo romanzo di Salvatore Basile: mi ero dimenticata di pubblicare la mia opinione.
Detto fatto: ecco la recensione!

TITOLO: La leggenda del ragazzo che credeva nel mare
AUTORE: Salvatore Basile 
COLLANA: Garzanti
PREZZO (CARTACEO): 17,60€
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: Quando si tuffa Marco si sente libero. Solo allora riesce a dimenticare gli anni trascorsi tra una famiglia affidataria e l'altra. Solo allora riesce a non pensare ai suoi genitori di cui non ricorda nulla tranne quella voglia a forma di stella marina che da loro ha ereditato. Ma ora Marco ha paura del mare. Dopo un tuffo da una scogliera si è ferito a un braccio e vede il suo sogno svanire. Perché ora non riesce più a fidarsi di quella distesa azzurra. Anche il mare lo ha tradito, come hanno sempre fatto tutti nella sua vita. Eppure c'è qualcuno pronto a dimostrargli che la rabbia e la rassegnazione non sono sentimenti giusti per un ragazzo. È Lara, la sua fisioterapista, che si affeziona a lui come nessuno ha mai fatto. Lara è la prima che lo ascolta senza giudicarlo. Per questo Marco accetta di accompagnarla nel paesino dove è nata. Un piccolo paese dalle vie che profumano di salsedine sdraiato sulla costa dove si vive ancora seguendo il ritmo dettato dalla pesca. Quello che Marco non sa è che Lara ha riconosciuto la voglia sulla sua spalla perché ha aiutato sua madre a farlo nascere. Lei sa la verità. E l'ha portato lì per ritrovare sé stesso. Perché per non temere più il mare deve scoprire chi è veramente. Deve scoprire dove affondano le sue radici. Solamente allora potrà sporgersi da uno scoglio senza tremare, perché forse a tremare sarà solo il suo cuore pronto davvero a volare


Questa è una lettura da mare.
Non da spiaggia, che è una cosa completamente diversa. La leggenda del ragazzo che credeva nel mare è come una conchiglia: quando lo leggi, senti lo sciabordio delle onde in sottofondo: per questo credo che una lettura al mare renda particolarmente giustizia a questo libro.
Anche se, a dirla tutta, non importa il luogo in cui lo si legge: il nuovo romanzo di Salvatore Basile è comunque una lettura che sa me emozionare, a partire dal titolo particolare, lungo, come lo era anche quello del precedente romanzo dell'autore, e ad effetto: "la leggenda del ragazzo che credeva nel mare."
A dispetto del titolo, questa è una storia ambientata in Italia ai giorni nostri, e le premesse, a prima vista, non sono certo nuove. Marco, il protagonista, è un adolescente problematico, abbandonato in fasce dai genitori naturali e cresciuto da famiglie affidatarie che in non vedevano l'ora di liberarsi di lui: ormai vive con un amico e si mantiene lavorando in una piscina. L'unica sua passione è il mare, ed in particolare, la sensazione di estraniamento che prova ogni volta che si tuffa, quasi come se l'acqua fosse una parte di lui.
Tuttavia un giorno, forse per impressionare Virginia, la ragazza da cui si sente attratto, azzarda un tuffo si limiti del possibile anche per lui, che per i tuffi ha un talento innato: si ritrova così spezzato, fisicamente e soprattutto mentalmente, tradito dall'acqua, l'unico punto fermo della sua vita. Per sua fortuna, grazie a Virginia, conosce Lara, una fisioterapista che conosce molte cose sul suo passato, e che per riconciliarlo con il padre che non ha mai conosciuto organizza un "soggiorno terapeutico" nel suo paese natale...
In realtà la storia è piuttosto semplice, ma sono i personaggi e lo stile dell'autore a renderla particolare. Tra i protagonisti mi ha conquistato subito Lara, un personaggio umano, buono di cuore, ma capace anche di provare sentimenti negativi come la gelosia e il senso di colpa: mi sono innamorata subito di lei, con il suo senso dell'umorismo e la sua inventiva, e soprattutto quel suo ottimismo di fondo che fa sì che Marco superi i suoi traumi, del presente e del passato. I personaggi di Marco e Antonio, simili e diversi, sono più chiusi e burberi: ho impiegato più capitoli per capirli ed apprezzarsi ma alla fine ho compreso che il loro carattere, così come quello estroverso di Lara, era un'ingranaggio fondamentale per la buona riuscita del romanzo. L'unico personaggio di cui avrei voluto sapere di più, è Virginia: la ragazza, a prima vista corrispondente allo stereotipo della giovane di buona famiglia carina con tutti, fidanzata ma attratta dal ragazzo di una classe sociale inferiore, in realtà nasconde una personalità più profonda di quando sembri; tuttavia l'autore a un certo punto del romanzo la trascura, ed è un peccato perché, senza scendere nel pure genere romantico, avrei preferito leggere un po' di più sul rapporto tra lei e Marco.
Un altro elemento fondamentale de La leggenda del ragazzo che credeva nel mare è la scrittura dell'autore. Già nel precedente romanzo Salvatore Basile mi aveva colpito per il suo modo di scrivere, poetico ed oserei dire colorato, ma mai pesante od eccessivo: sono contenta di aver ritrovato tutto questo in questo nuovo libro e la sua scrittura ha reso la lettura del romanzo una bella esperienza. Inoltre ho davvero apprezzato tutti i richiami al mare, a partire dalle ambientazioni, descritte quanto basta da permettere al lettore di visualizzarle durante una lettura, quasi fossero cartoline, e anche la caratterizzazione dei personaggi, come ho scritto prima, li rende vivi.
Quindi, in conclusione, la mia valutazione è di quattro stelline piene. La leggenda del ragazzo che credeva nel mare è stata una lettura di certo positiva, ideale per l'estate a chi cerca una lettura comunque leggera dove il romance non sia l'elemento predominante.




4 commenti:

  1. Devo assolutamente leggerlo, continuo a puntarlo e a puntarlo ancora.. poi l'idea che il romance non è poi cosi il punto centrale mi ispira parecchio **

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti è quello il suo bello anzi, io l'avrei tolto direttamente, ma comunque la storia con Virginia è funzionale alla trama

      Elimina
  2. Mi è piaciuto tantissimo, ma ancora devo scrivere la recensione sul blog...non appena troverò un pochino di tempo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti capisco, io spesso leggo più libri di quanti ne recensisca

      Elimina