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venerdì 16 luglio 2021

Review Party: Come delfini tra pescecani - François Morlupi

Ed ecco anche la seconda recensione: dal Trentino ci spostiamo a Roma per conoscere i Cinque di Monteverde, protagonisti di Come delfini tra pescecani di François Morlupi, edito Salani Editore. 


TITOLO: Come delfini tra pescecani. Un'indagine per i Cinque di Monteverde
AUTORE: François Morlupi 
COLLANA: Salani Editore 
PREZZO (CARTACEO): 16,00€ 
PREZZO (EBOOK): 2,99€
TRAMA: È un ottimo poliziotto, il commissario Ansaldi, anche se da tempo immemore soffre di ipocondria e di attacchi d'ansia che rendono complicate anche le attività più semplici, nella vita come nel lavoro. Per fortuna il quartiere al quale è stato assegnato, Monteverde, è un'oasi di pace nel caos della capitale: un posto tranquillo, dove non succede mai niente. Forse è per questo che sotto il suo comando sono stati destinati altri quattro soggetti "particolari", come ad esempio Eugénie Loy, il suo braccio destro, che soffre di un disturbo antisociale della personalità che la rende apparentemente insensibile, una "portatrice sana di disperazione" come la definiscono i colleghi, che però riconoscono in lei ottime doti investigative. Sono così, i Cinque di Monteverde: uomini e donne alle prese con le loro debolezze, ma capaci, insieme, di trasformarle in forza. Un venerdì pomeriggio, un ultraottantenne vedovo e solitario viene trovato senza vita nel proprio appartamento, con un cappio al collo. Si direbbe un caso facile, il classico suicidio. Ma qualcosa non quadra ad Ansaldi e ai suoi, e quel piccolo dubbio si trasforma, nel volgere di pochi giorni, in un'indagine che turberà non solo la quiete di Monteverde ma anche le stanze della politica. Demolendo con sarcasmo graffiante lo stereotipo del poliziotto supereroe, Morlupi ha saputo dare un volto credibile a chi per mestiere affronta il crimine, alternando intuizioni fulminee a epiche figuracce.



"In questo mondo di pescecani, temo che io e lei siamo due delfini". 
"Segnati da morte certa, giusto? Be', a ogni modo, grazie per non avermi definito un pesce palla."

Come delfini tra pescecani, giallo di François Morlupi, all'inizio faticava a prendermi. 
Forse era colpa dei primi capitoli, narrati con un ritmo decisamente placido, forse era del caso,  non proprio il più misterioso della letteratura gialla, iniziato con il sospetto suicidio di un anziano scorbutico odiato da tutto il condominio, ma fatto sta che il romanzo non è iniziato col botto.
Tuttavia, man mano che l'indagine procedeva, saltava subito all'occhio che non si trattava di una storia semplice: l'autore si prende infatti il suo tempo per espandere gli orizzonti, introdurre più personaggi, trasformare il presunto suicidio di una persona odiata da tutti in qualcosa di molto più grande e complesso...
Come delfini tra pescecani è la terza indagine per I cinque di Monteverde, un gruppo di poliziotti romani guidato dal commissario Ansaldi, un personaggio che rompe lo stereotipo del detective freddo e sicuro di sé. Nonostante sia già il terzo romanzo con questi personaggi è il primo ad essere pubblicato da Salani: fortunatamente l'autore riesce a rendere accessibile la storia anche a chi, come me, non conosceva i libri precedenti della serie. 
I primi capitoli, infatti, sebbene lenti, sono necessari per presentare al nuovo lettore (o rinfrescare la memoria ai vecchi) i cinque di Monteverde: il commissario Ansaldi, vittima delle sue stesse ansie e paranoie, il vice ispettore Loy, una sorta di robot umano che soffoca i suoi traumi buttandosi sul lavoro, i Ringo Boys, Leoncini e Di Chiara, così soprannominati perché inseparabili, uno bianco e uno nero, e Alerami, la bella ma tosta del commissariato. 
Devo dire che come squadra mi sono piaciuti. Li ho trovati affiatati e, soprattutto, ho adorato come la narrazione sia corale: nonostante il commissario Ansaldi sia il protagonista, l'autore dedica il giusto spazio a ognuno dei suoi personaggi. Forse alcuni lettori non apprezzeranno i troppi punti di vista, dato che Morlupi, pur usando sempre la terza persona, narra la storia attraverso gli occhi di ognuno dei cinque di Monteverde (più quelli di un personaggio misterioso la cui identità non è chiara fino alla fine), ma a me questa scelta ha convinto, nonostante all'inizio del libro abbia contribuito, e non poco, a rallentare la narrazione.
Ma la qualità si sa si vede sulla distanza. 
Anche la trama, infatti, emerge nel lungo periodo: ho trovato la prima parte del libro tranquilla fino quasi a sembrare piatta, mentre la seconda parte si distingue con un intrigo sempre più coinvolgente e interessante. Mi sono lasciata guidare dall'autore per tutto il romanzo, ho apprezzato lo spazio lasciato a tutti i personaggi, e l'attenzione di Morlupi per la psiche umana, mentre, per quanto riguarda il finale, vi lascio una mia riflessione con tanto di spoiler al termine della recensione. 
Dunque la mia valutazione è molto positiva, quattro stelline. Devo dire che Come delfini tra pescecani mi è piaciuto molto, sia per lo sviluppo della storia, sia per come l'autore è riuscito a dare al romanzo una propria impronta personale che lo distingue da altri libri dello stesso genere. Spero di poter leggere altro de I cinque di Monteverde in futuro, magari recuperando anche i precedenti libri con protagonista il commissario Ansaldi (e, perché no, sperando in una loro ripubblicazione da parte di Salani). 


Breve riflessione sul finale con tanto di spoiler (attenzione a voi che leggete!) 
La conclusione mi piaciuta, ho adorato come da un presunto suicidio l'autore sia riuscito a ideare una serie di omicidi così contorta e a prova di polizia. Però caro Morlupi, introdurre l'assassino a tre quarti di romanzo passato è un po' come barare: generalmente io preferisco i gialli in cui il colpevole appare molto presto e il lettore riesce a ricostruire la vicenda "sfidando" il detetive di turno, mentre in questi caso è mancata quella "competizione", perché, anche rileggendo più volte il romanzo, il vero colpevole appare solo all'ultimo. 

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