Pagine

mercoledì 17 giugno 2020

Review Party: Città di Ottone - S.A. Chakraborty

Buongiorno a tutti. Immagino abbiate già visto in giro questa splendida cover.
Si tratta della nuova uscita Oscar Fantastica: La Città di ottone di Shannon A. Chakraborty, primo libro di una trilogia di ispirazione mediorientale che diventerà presto una serie per Netflix. Siete eccitati per la sua uscita. Io lo sono, ma...



TITOLO: Città di Ottone
AUTORE: S.A. Chakraborty
COLLANA: Oscar Fantastica
PREZZO (CARTACEO): 22,00€
PREZZO (EBOOK): 9,99€ 
TRAMA: EGITTO, XVIII SECOLO. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un'abile guaritrice e di saper condurre l'antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. 
Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all'interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L'arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.


La Città di Ottone è il primo volume di un'interessante trilogia che fonde il genere fantasy con lo storico, nonché incredibile debutto dell'autrice americana Shannon A. Chakraborty.
Confesso che prima del reveal ad opera della Oscar Vault non avevo degnato di uno sguardo questa serie, che pure poteva contare su un fandom piccolo ma agguerrito che contribuiva a tappezzare la mia bacheca Instagram con le splendide cover di questa saga.
Non è un caso che, di volume in volume, la serie della Chakraborty sia riuscita a conquistare un seguito sempre più ampio, al punto che giusto qualche settimana prima dell'uscita italiana, ne è stata annunciata una trasposizione televisiva a cura di Netflix.
Città di Ottone parte come un romanzo storico ambientato nell'Egitto dell'Ottocento occupato dai francesi: la protagonista, Nahdi, un'orfana di vent'anni, per sopravvivere si divide tra la sua passione per la medicina e i piccoli furti che le consentono di andare avanti, giorno dopo giorno.
Sembrerebbe un romanzo storico come tanti altri se non fosse che Nahdi ha due capacità particolari: riesce a individuare le malattie delle persone ed è capace di parlare qualsiasi lingua dopo averla ascoltata una volta sola.
Saranno proprio queste capacità a farle incontrare Dara, un jinn, un essere soprannaturale che la condurrà a Daevabad, la leggendaria Città di Ottone, un luogo esotico e incantato dove la magia viene praticata tra le strade.
Ma Nahdi non è l'unica protagonista del libro: le sue vicende, infatti, si intrecciano con quelle di Ali, principe di Daevabad, immerso in una rete di tensioni e conflitti sepolti da anni che rischiano di sfociare in una guerra tra jinn.
Con i personaggi all'inizio ho fatto molta fatica, in quanto non ho molta dimestichezza con i nomi di ispirazione araba e, dopo un po', con quelli dei personaggi secondari finivo per dimenticarmeli o confonderli tutti. Tuttavia, con i protagonisti, almeno per una volta, è stato amore a prima vista: non tanto con Nahdi che, per lo meno, ha il pregio di essere più sopportabile di molte protagoniste femminili di fantasy, ma con Ali e Dara, che, ognuno per i suoi motivi, mi hanno permesso di raggiungere la parola fine di questo libro. Sì perché ho fatto un po' fatica a leggere Città di Ottone ed il problema è stato soprattutto con il modo di scrivere dell'autrice.
Chiariamoci: la scrittura della Chakraborty non ha niente che non va, anzi, è qualitativamente superiore a molti autori dello stesso genere.
L'autrice, infatti, è stata in grado di dipingere sulle pagine un mondo di ispirazione mediorientale estremamente affascinante e realistico: leggere la Città di Ottone è stato come saltare dentro a una versione moderna delle Mille e una Notte, e Daevabad è, a mio avviso, uno dei luoghi più affascinanti dei romanzi degli ultimi anni.
Allora vi starete chiedendo qual è il problema con la penna della Chakraborty?
Il fatto è che ho trovato la prosa, soprattutto all'inizio, estremamente pesante. I capitoli sono molto, molto lunghi e sapete questo non mi faccia impazzire, ma il fatto è che, soprattutto la prima metà del libro, ho fatto fatica a leggerlo. Non entravo in sintonia con i personaggi (ad eccezione dei protagonisti), non ero nemmeno troppo attratta dalla trama e, cosa strana, neanche le frequenti spiegazioni sul world-building e sul background del personaggi (che pure la Chakraborty ha deciso di regalare al lettore fin dalle prime pagine) riuscivano a infondermi quella voglia di leggere Città di Ottone per ore.
Fortunatamente, avanzando con la storia, complice anche la bellezza delle ambientazioni, la situazione è migliorata, ma, al contrario di altri romanzi di questo genere, Città di Ottone non mi ha spinto a grandi maratone di lettura.
Per questo motivo la mia valutazione è positiva, ma non eccellente: tre stelline e mezzo.
Da Città di Ottone mi aspettavo parecchie cose: un'ambientazione esotica e mediorientale, e c'era, personaggi intriganti per cui tifare, e c'erano, magia e creature internazionali, e c'erano.
Quello che è mancato però è quel qualcosa in più che distingue un libro oggettivamente bello da un libro che, invece, ti ha fatto innamorare. Per me quella scintilla non c'è stata ma, considerato la schiera di ammiratori che questa trilogia può vantare, e le indiscutibili doti di narratrice della Chakraborty, non posso che consigliarvi questo romanzo.





1 commento:

  1. Questo l'ho letto e concordo con te: non mi ha entusiasmato, troppo caotico e pesante, avrebbe potuto essere scritto molto meglio

    RispondiElimina