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lunedì 7 gennaio 2019

Recensione: La ragazza nell'acqua - Robert Bryndza

Ciao a tutti. Quale miglior modo di inaugurare il 2019 libroso se non con la recensione di un romanzo uscito il 3 gennaio? Il libro in questione è La ragazza nell'acqua di Robert Bryndza, autore di cui avevo letto i due romanzi precedenti e che, passo dopo passo, pagina dopo pagina, ha saputo conquistarsi un posticino nel mio cuore con la sua serie dedicata a Erika Foster. 


TITOLO: La ragazza nell'acqua
AUTORE: Robert Bryndza
COLLANA: Newton Compton Editore
PREZZO (CARTACEO): 12,00€
PREZZO (EBOOK): 0,99€
TRAMA: Il detective Erika Foster ha appena ricevuto una soffiata che le indica il luogo in cui è nascosta la prova per sventare un grosso traffico di droga. Seppure sospettosa, ordina la perquisizione di una cava in disuso alla periferia di Londra. Quello che non si aspetta è che, scavando nel fango, oltre alla droga venga ritrovato un piccolo scheletro, subito identificato. Si tratta di Jessica Collins, scomparsa ventisei anni prima all’età di soli sette anni. Il caso fece un grandissimo scalpore e il mistero dietro la scomparsa di Jessica non venne mai risolto. Cominciando a indagare grazie alle nuove prove, Erika si addentra in un caso difficilissimo, in un costante alternarsi di passato e presente. Dovrà fare i conti con i segreti della famiglia Collins, i rimorsi del detective divorato dal senso di colpa per non aver mai ritrovato Jessica, e un altro omicidio avvenuto vicino alla cava. Chi conosce la verità? E perché qualcuno non vuole che il caso venga finalmente chiuso?


È tornato Robert Bryndza!
È stato infatti pubblicato da poco il terzo volume della serie giallo/thriller dedicata a Erika Foster, di cui avevo particolarmente apprezzato i romanzi precedenti e che, in patria, è arrivata ormai alla sesta indagine.
Il titolo, ahimè, soffre ancora di quella tendenza che da anni perseguita i romanzi gialli: la presenza di una fantomatica "ragazza", forse un sottile richiamo a quella "Ragazza del treno" che è stato un successo mediatico due o tre anni or sono. In questo caso, infatti, il titolo adottato per la traduzione italiana è "La ragazza nell'acqua", nonostante il libro in lingua originale si intitoli "Dark Waters" (Acque Oscure) e la vittima non sia propria mente una ragazza, ma una bambina di sette anni.
Fortunatamente, questo è l'unica cosa che mi ha fatto lievemente storcere il naso, perché il resto, invece, l'ho decisamente amato.
La trama, in questo caso, ruota intorno al ritrovamento del cadavere di una bambina, Jessica Collins, scomparsa nel 1990, e alla conseguente riapertura delle indagini. Erika, retrocessa all'anticrimine organizzato dopo gli avvenimenti de La vittima perfetta, lotta per riprendere in mano il caso e le redini della sua vecchia squadra, ma come sempre, non avrà vita facile: non solo il colpevole, ma anche poliziotti incompetenti e la stampa, sempre affamata di notizie, cercheranno di metterle i bastoni tra le ruote.
Chi ha amato La ragazza di ghiaccio e La vittima perfetta, non potrà amare anche La ragazza nell'acqua: Robert Bryndza infatti è un maestro nel creare casi intriganti, nonché perfettamente conclusivi e, al tempo stesso, portare avanti una sorta di trama orizzontale che permette ai protagonisti di intrecciare una storia che va al di là del singolo romanzo e che prosegue nei vari volumi. Ne è un esempio il rapporto tra Erika e l'agente Peterson, che in questo libro si evolve in qualcosa di più di una semplice amicizia.
Erika Foster rimane una delle mie poliziotte preferite: non solo è competente ed affamata di giustizia, ma è soprattutto umana, realistica, molto meno "invincibile" rispetto a tante altre sue colleghe. Anche i comprimari, dal già citato Peterson, alla pittoresca Lenka, sorella di Erika, e i suoi rumorosi figli, risultano più di semplici macchiette e, grazie anche al fatto di essere apparsi nei volumi precedenti della serie, riescono a rimanere impressi nella memoria del lettore.
Un ulteriore applauso va sicuramente all'autore e al suo modo di scrivere.
Dopo tre volumi letti, infatti, apprezzo sempre più la capacità di Robert Bryndza di scrivere storie a metà tra il giallo e il thriller, in cui oltre all'aspetto classico delle indagini, con Erika che si muove tra prove, indizi, presunti colpevoli e testimoni inaffidabili, è presente anche una componente legata all'assassino e alle sue azioni criminali, che stuzzica l'attenzione del lettore senza mai scivolare nello splatter.
La ragazza nell'acqua non fa eccezione, anzi, ho trovato meno scene forti rispetto a La vittima perfetta, e, nonostante ciò, non abbia pregiudicato in alcun modo la mia lettura.
Il finale mi ha sorpreso, non tanto per la soluzione del caso in sé, un espediente in fondo già visto in altri romanzi gialli, ma per il fatto che il mio "istinto da detective" non fosse riuscito ad anticipare il nome del vero colpevole.
Quindi? La mia valutazione è di quattro stelline. Erika Foster per ora non delude, e anzi, nonostante le mie aspettative si alzino di volume in volume, conferma le proprie potenzialità.
Cosa aspetto ora? Che la Newton Compton pubblichi il quarto romanzo della serie, il cui titolo originale è, e che magari la televisione inglese (o perché no, slovacca, dato che l'autore ormai risiede lì) produca un adattamento televisivo delle indagini di Erika Foster.

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