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giovedì 26 aprile 2018

Review Party: Un romantico matrimonio a Parigi - Charlotte Nash

Ciao a tutti. La recensione di oggi è relativa a un romanzo che per il rotto della cuffia riesce a strapparmi la sufficienza: Un romantico matrimonio a Parigi di Charlotte Nash. Tuttavia tutti i romanzi hanno un aspetto positivo e questo comunque ne ha diversi: venite a scoprire quali.


TITOLO: Un romantico matrimonio a Parigi
AUTORE: Charlotte Nash
COLLANA: Newton Compton Editori
PREZZO (CARTACEO): 10,00€
PREZZO (EBOOK): 5,99€
TRAMA: Dieci anni fa Rachael non ha lottato per l’amore della sua vita, e adesso lui sta per sposare un’altra. Quando Rachael West riceve lo sfarzoso invito al matrimonio di Matthew e Bonnie, in cuor suo sa che non dovrebbe accettare. È ancora sconvolta per la morte di sua madre e, come se non bastasse, Matthew è l’uomo che le ha spezzato il cuore dieci anni prima, quando lei ha deciso di restare nella casa in campagna per prendersi cura della famiglia invece di seguirlo a Sydney e realizzare insieme i loro sogni. Assistere al suo matrimonio con un’altra significherebbe solo farsi altro male, eppure… L’invito è per una settimana a Parigi tutto compreso: hotel di lusso, visite guidate e biglietti aerei. Rachael non è mai uscita dall’Australia e Parigi è il suo sogno… Anche la famiglia e gli amici la spingono a cogliere l’occasione per cambiare aria e chiudere con il passato. E così Rachael parte per la città dell’amore, che con la sua magia è persino in grado di farle dimenticare il motivo per cui si trova lì… Fino a quando incontra gli occhi di Matthew dopo così tanto tempo. Ma è giusto infrangere la felicità di un’altra donna per seguire il proprio cuore? Di sicuro, dopo questa settimana, niente sarà più come prima.


Ho terminato la lettura di Un romantico matrimonio a Parigi di Charlotte Nash con un po' di amaro in bocca. Succede, quando hai in testa un'idea ben precisa del romanzo che stai per leggere e ti trovi a fronteggiare una storia differente da quanto immaginato. Non migliore, non peggiore: semplicemente diversa.
Ho fatto a cazzotti per tutta la lettura con il "come avrei scritto io questo romanzo" e il "come invece lo ha fatto l'autrice" e, sinceramente, non credo che le scelte della Nash siano state le migliori per questo libro: la sensazione dominante che mi ha lasciato, infatti, è di qualcosa di completamente incompiuto, di una trama con un potenziale che non riesce mai a realizzarsi per intero.
Le premesse c'erano tutte, a partire dalle ambientazioni, il vero pregio del romanzo, e da una protagonista di indole buona e in cerca di riscatto. Sì, perché, contrariamente ad altri romanzi, qui la protagonista femminile non mi ha dato l'orticaria: Rachael (ma perché l'autrice non l'ha chiamata  normalmente Rachel?) dieci anni prima si è trovata a scegliere fra la madre e il fidanzato e ha preferito la prima; si è occupata di lei fino alla sua morte senza chiedere nulla in cambio, e così si è ridotta a dovere iniziare a costruire da zero la propria vita a ventotto anni (che da quanto ho capito sono visti in Australia come i 40 lo sono in Italia). 
E' proprio a questo punto che Matthew, il mai dimenticato ex, ritorna, sbattendole in faccia l'invito per il suo matrimonio, a Parigi, con un'ereditiera piena di soldi e costringendola a prendere atto non solo della loro definitiva rottura, ma del fatto che deve pensare a ricostrursi una vita da capo. E da qui la storia si sviluppa, perché, si sa, certi amori non si dimenticano a comando...
Partiamo quindi dagli aspetti negativi del libro e da quello che forse più mi ha turbato: la caratterizzazione dei personaggi. Al di là di Rachael, l'unica che paradossalmente ho apprezzato, sugli altri non ho molto di positivo da dire: si limitano infatti ad essere sagome di carta, con comportamenti che cambiano di pagina in pagina e appaiono talvolta inspiegabili, quasi incoerenti con la propria caratterizzazione. Per non parlare dei personaggi maschili, che non mi hanno convinto proprio per niente: da Matthew, che cambia carattere a seconda di come gira all'autrice, ad Antonio, creato apposta per essere un love interest perfetto ma non mi ha suscitato manco un briciolo di emozione. 
Un altro difetto che ahimè devo constatare è la noia che ogni tanto faceva capolino durante la lettura: il romanzo è infatti troppo, troppo lungo per la storia narrata, e a capitoli densi di trama si alternano paragrafi ricchi... del nulla. 
Peccato, perché, in sé, la scrittura è uno dei fiori all'occhiello del romanzo. 
Charlotte Nash non scrive, dipinge. La sue descrizioni sono molto più poetiche di tanti post su Tumblr, e mi bastava chiudere gli occhi e ripensare alle parole appena lette per trovarmi ora nelle calde pianure australiane, ora nella scintillante Parigi. Tuttavia manca una sola cosa a questo libro: la sostanza. Non sono mai riuscita a sentirmi completamente appassionata alle vicende e, caso più unico che raro, ho preferito le parti descrittive a quelle puramente narrative. 
Unica eccezione: il finale. Emozionante come avevo sperato che fosse l'intero romanzo, forse non è sufficiente a salvare l'intera storia, ma comunque mi ha dimostrato che Charlotte Nash ha, almeno potenzialmente, le capacità per scrivere un romance degno di questo nome. 
In conclusione la mia valutazione è di tre, risicate, stelline. Un romantico matrimonio a Parigi è un romanzo che mette insieme elementi davvero positivi, tra cui un finale adorabile e un'ambientazione da mozzare il fiato, con altri, tra cui la caratterizzazione dei personaggi, che trovo da migliorare. Tuttavia, per rimanere in tema, Charlotte Nash ha stoffa: consiglio questo romanzo a chi è appassionato di romance ambientati a Parigi, ma, per tutti gli altri, tenete comunque sott'occhio quest'autrice.

2 commenti:

  1. Ciao!
    Volevo dirti che in questi giorni, non so perché, il codice del mio banner non era più visibile. Non so se lo avessi inserito, ma ti lascio qui il link dove trovi quello nuovo se vuoi cambiarlo.

    https://unabuonalettura.blogspot.it/p/blog-amici.html

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    1. Grazie anche se ormai non sto più dietro ai banner per l'affiliazione. Una volta andavano parecchio, adesso è una pratica praticamente caduta in disuso (e perdona il gioco di Parole :D)

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