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giovedì 5 aprile 2018

Recensione: Uno di noi sta mentendo - Karen M. McManus

Buongiorno a tutti! Ho deciso di fare una piccola vacanza per Pasqua: il risultato? A parte qualche giorno di riposo per me, questa recensione, prevista per giovedì scorso è slittata ad oggi. Ho deciso, visto che di questo libro se ne è parlato per un mese intero in tutto il web, di dividere in due questa recensione: la prima parte sarà completamente spoiler free, la seconda invece conterrà spoiler del finale del libro. 
TITOLO: Uno di noi sta mentendo
AUTORE: Karen McManus
COLLANA: Mondadori
PREZZO (CARTACEO): 15,00€
PREZZO (EBOOK): 7,99€
TRAMA: "Era una bugia che raccontavo perché era più facile della verità. E perché un po' ci credevo. So cosa significa raccontarsi una bugia così tante volte da farla diventare realtà. Ma la verità viene sempre fuori. Prima o poi." Cinque studenti sono costretti a trascorrere un'interminabile ora di punizione nella stessa aula. Bronwyn, occhiali e capelli raccolti da studentessa modello, non ha mai infranto le regole in vita sua e vive per essere ammessa a un'università prestigiosa e rendere fieri i suoi genitori. Nate, capelli scuri disordinati e un giubbino di pelle malandato, è in libertà vigilata per spaccio di erba e sembra a un passo dall'andare completamente alla deriva. Cooper, il ragazzo d'oro con cui tutte vorrebbero stare, è la star della scuola e sogna l'ingaggio in una grande squadra di baseball. Addy, una chioma di folti ricci biondi e un viso grazioso a forma di cuore, sta cercando di tenere insieme i pezzi della sua vita perfetta. Infine Simon, l'emarginato, lo strano, che, per prendersi la sua rivincita su chi lo ha sempre trattato male, si è inventato una app che rivela ogni settimana dettagli piccanti della vita privata degli studenti. Pur conoscendosi da anni, non possono certo definirsi amici. Qualcosa li unisce, però. Nessuno di loro è davvero e fino in fondo come appare. Ognuno di loro dietro alla facciata "pubblica" nasconde molto altro, un mondo di fragilità, insicurezze e paure, ma anche di segreti piccoli e grandi di cui nessuno, o quasi, è a conoscenza. Da quell'aula solo in quattro usciranno vivi. All'improvviso e senza apparente motivo, Simon cade a terra davanti ai compagni e muore. Non appena si capisce che quella che sembrava una morte dovuta a un improvviso malore in realtà è un omicidio, il mondo di Bronwyn, Nate, Cooper e Addy inizia a vacillare. E crolla definitivamente quando la polizia scopre che i protagonisti di un ultimo post mai pubblicato di Simon sono proprio loro. In men che non si dica, i quattro ragazzi da semplici testimoni diventano i principali indagati dell'omicidio...




Tra i gialli young adult Uno di noi sta mentendo merita una menzione speciale. I motivi per essere apprezzato ci sono tutti: una vittima odiata da mezzo mondo, quattro sospettati all'apparenza innocenti, una morte inspiegabile, il tutto corredato da un'ambientazione liceale, che, nel mio caso, mi ha portato a ricordare i Simon della mia vita, e ad entrare in empatia con i protagonisti.
In generale, Uno di noi sta mentendo non ha deluso le mie aspettative: per essere un thriller a sfondo young adult l'ho trovato alquanto originale, a partire dal titolo, che innesta nel lettore il seme del dubbio da ancor prima che la storia inizi.
Chi fra i quattro protagonisti mente? Chi è l'assassino?
Nate, Cooper, Bronwyn ed Addie. Questi I nomi dei Quattro bugiardi. Più Simon, morto stecchito a metà del primo capitolo.
Nei primi capitoli i ragazzi appaiono semplicemente come i più abusati stereotipi young adult di cui abbia mai letto: il bad boy, lo sportivo, la secchiona, la reginetta del ballo, il gossip boy della scuola... “solo non si vedono i due liocorni”.
Invece, più procedevo della lettura, più la crescita dei personaggi si rendeva evidente: da cliché triti e ritriti, i quattro protagonisti hanno sviluppato una personalità originale e realistica, cercando da un lato di sopravvivere alle indagini e a tutto il fango che è stato versato su di loro, dall'altro di scoprire chi ha ucciso Simon e cercato di incastrarli.
Lo stile dell'autrice è lineare, ma coinvolgente. I protagonisti raccontano in prima persona le loro esperienze, i loro dubbi e, soprattutto, i loro sospetti, e, cosa che ho gradito particolarmente, ciascuno di loro ha una voce riconoscibile. Non sopporto infatti quando i personaggi "parlano" tutti allo stesso modo, ma in questo caso l'autrice ha fatto emergere il carattere dei suoi protagonisti anche dal modo in cui essi narrano i loro capitoli. Un punto in più per Karen McManus!
Il finale... merita una discussione a parte, nel complesso non mi è piaciuto come vorrei, ma ha il pregio di essere comunque una conclusione "giusta" per la storia, che evita contraddizioni e buchi di trama.
In conclusione la mia valutazione è di quattro stelline. Nonostante una parte finale non troppo convincente, la lettura si è rivelata piuttosto appassionante, ed è per questo che mi sento di consigliarla ai lettori che cercano un giallo ambientato però nel più classico dei contesti young adult: il liceo.

Quella che avete letto è la recensione, piuttosto breve "spoiler free", ma vista la nostra lettura condivisa di marzo ho deciso di approfondire la mia opinione, concentrandomi sulla parte succosa del libro... il finale, soprattutto.
Perché non ho dato cinque stelline? Perché sono stata un po' delusa da come l'autrice ha concluso la sua opera: quello di Simon non era un omicidio, bensì un suicidio, ed è stato lui a coinvolgere nel caso i quattro protagonisti, per ragioni alquanto frivole, che vanno dal "mi ha fatto un dispetto" al "mi stava piuttosto sulle scatole". Pagine e pagine di elaborazioni mentali andate in fumo. Da un lato, a un certo pinto del libro avevo anche pensato a un diretto coinvolgimento di Simon, ma dall'altra, visto anche il livello di scrittura dell'autrice, avevo sperato in un finale veramente originale e non in una conclusione, non solo già vista, ma, secondo me, anche un po' tirata via.
Tuttavia, devo dire che forse non avrei saputo concludere in maniera diversa questo romanzo, per un problema strutturale che ho già sottolineato nei post di lettura condivisa: la scelta di una prima persona singolare come narratore. Se il libro si intitola "Uno di noi sta mentendo" il lettore si aspetta che effettivamente uno dei protagonisti menta, ma come è possibile se ognuno di loro parla in prima persona e si dichiara innocente? Per quanto non abbia amato il finale in sé, avrei gradito ancora meno una conclusione del genere "mi sono professato innocente per 300 pagine ma in realtà ho ucciso io Simon".
Fossi stata Karen McManus avrei gestito la storia diversamente, e avrei usato un narratore diverso, in modo da insinuare ancor di più nel lettore il beneficio del dubbio, ma, alla fine, il risultato è comunque abbondantemente sopra la mia soglia ideale di sufficienza. Ergo, confermo le quattro stelline sopra assegnate.

2 commenti:

  1. E' lo stesso mio pensiero! Anche perché sarebbe stato un vero e proprio colpo di scena, uno di loro quattro che pagine su pagine si professa innocente e poi sbam! In realtà ha orchestrato quello che doveva essere un piano perfetto ma poi è stato smascherato. Tra l'altro credo dipenda che l'autrice si era affezionata ai personaggi, se ci pensi l'unico coinvolto con un vero interesse era *tu sai chi* e tutti l'abbiamo detestato. Doveva rischiare di più, doveva fare qualcosa che lasciasse il lettore davvero sorpreso. Non che non mi sia piaciuta la sua scelta però io già a metà libro avevo il forte sospetto di come fossero andate le cose..

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    1. Da un lato sarebbe piaciuto anche a me, anche se dall'altro mi sarei sentita come "truffata" dall'autrice... Comunque è vero, doveva rischiare di più ma come esordio non è male (magari scrivessi anche io il mio primo libro così!)

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