Blogtour: Quello che i tuoi occhi nascondono - Serena Nobile. Booktag

Ciao a tutti! Sono onorata di fare parte di questo blogtour: sappiate solo che Quello che i tuoi occhi nascondono è a mio avviso una delle letture dell'anno, non solo perché dietro il nome di Serena Nobile si nasconde Virginia De Winter (che per me è sempre una garanzia, fin da prima che aprissi il blog *più o meno dalla lontana preistoria in cui anche io ero dedita alle fanfiction*), ma anche per le splendide atmosfere, i personaggi descritti non a 360, ma a 361 gradi, e tanto altro ancora...Ma questa non è una recensione, ma un booktag dedicato ispirato alla serie di cui Quello che i tuoi occhi nascondono fa parte, dedicata ai cinque sensi: vista, olfatto, udito, tatto e gusto. 

Cinque sensi per Cinque scene

Booktag

Un viaggio tra cinque sensi, cinque citazioni e cinque impressioni.

(Ho inserito poche foto, ma non trovavo le immagini adatte a quello che la mia mente vedeva durante la lettura... )

Vista

La mente di Bianca andò, per qualche strano motivo, alle fotografie di repertorio dei delitti passionali degli anni Settanta e pensò che, se la scena fosse stata in bianco e nero, forse sarebbe apparsa più tollerabile. Storie di contesse assassinate dall'amante, immortalate sulle pagine di un rotocalco, pensò, misteriosi delitti con moventi inconfessabili che tenevano i lettori con lo sguardo avvinto alle immagini

Scena iniziale. Pronti, partenza e si inizia con un prologo che già scatena dubbi e domande. Ho associato questa scena al senso della vista perché è una descrizione di ciò che la protagonista vede che talmente vivida, talmente d'impatto che il lettore non può non fare a meno di visualizzarla nella sua mente, come le fotografie a cui Bianca la paragona.

Olfatto

Bianca abbassò la macchina fotografica, appoggiò la testa contro la saracinesca alle sue spalle e chiuse gli occhi.

Catherine, che amava i fiori, si sarebbe alzata sulla punta dei piedi per immergersi nell'odore dolce e velenoso degli oleandri, pensò; invece Eleonore avrebbe saputo accostare il profumo a uno dei suoi vini. Eleonore era a Dubai e Catherine a Londra e a lei mancavano moltissimo.

Il romanzo è estremamente sensoriale: mi pare quasi riduttivo associare un senso a una singola scena, quando in realtà ogni capitolo, ogni periodo di questo romanzo è composto da riferimenti a tutti i cinque i sensi. In questo caso, però, l'olfatto prevale e vi dirò che, durante la lettura, potevo immaginarmi Bianca durante la sua passeggiata in una Roma quasi da cartolina, associare i profumi alle amiche di una vita (chissà magari se inventeranno un kindle che fa sentire gli odori durante la lettura...)

Tatto

«Non ce la faccio.»

Rovesciò la testa all'indietro, e con due dita raggiunse il punto in cui i loro corpi si univano. L'altra mano corse di nuovo a toccare il seno in una carezza sensuale e insinuante, fatta per godere e per essere osservata.

Cosa dire sul tatto, se non che è un senso che, al pari della vista, ha molta importanza nel romanzo. Ma non ha motivo aggiungere altro, i corpi di Bianca e Federico parlano da soli...

(Non credete, tuttavia, che scene passionali siano sinonimo di volgarità, al contrario in questo romanzo le ho trovate di una finezza unica, ma dall'autrice non mi aspettavo nulla di diverso)

Udito

La sua festa, un ragazzo bellissimo.

Socchiuse gli occhi e ricominciò a ballare; la musica era conosciuta, orecchiabile e muoversi era così facile. Un tipo le scivolò accanto ma lei alzò le braccia sopra la testa e continuò a oscillare, riuscendo a tenerlo a debita distanza.

Non è sicuramente questo il romanzo della serie dedicato a questo senso, ma ciò non significa che la musica non sia presente nel libro; anzi è la perfetta colonna sonora per le feste frequentate dalla protagonista. Inoltre, nella prossima tappa del blogtour, ne L'Antro di Aredhel, si parlerà proprio di accompagnamento musicale, e sarà un post da non perdere. 

Gusto

Lei non se ne curò e passò a Federico due flûte di vetro che lui riempì fino quasi all'orlo, come se fosse una cosa del tutto normale fare un pic nic su un lastrone di pietra di età romana del Campidoglio, sotto i pini e tra i turisti che scattavano fotografie ai Fori Romani.

Anche il gusto trova il suo spazio in una serie dedicata ai cinque sensi. In questo romanzo sono numerosi i riferimenti al cibo, tra le preferenze della protagonista per i cibi spazzatura , i numerosi locali, a loro modo protagonisti anch'essi del romanzo, e certi pic nic organizzati nei luoghi più belli della Capitale... 

Il blogtour è appena iniziato: seguite le prossime tappe. Come ho già ripetuto milioni di volte: questo è un romanzo per cui vale la pena leggere tutti gli splendidi post che abbiamo preparato.