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mercoledì 17 agosto 2016

Recensione: Magisterium. L'anno di ferro - Cassandra Clare e Holly Black

Ciao a tutti! Questo agosto non vuole quadrare: pensavo di riuscire a dedicare un po' di tempo al blog prima che ricominci la sessione d'esame (incubo!) invece tra vacanza (splendida), stanchezza post viaggio e soprattutto una devastante influenza che mi ha fatto passare Ferragosto a letto sono riuscita appena a scrivere una recensione dei quattro libri letti finora... tristezza! 
Intanto, però, ve la propongo: Magisterium è stato una sorpresa per me, godibile e meno assomigliante ad Harry Potter di quanto pensassi. 


TITOLO: Magisterium. L'anno di ferro
AUTORE: Cassandra Clare e Holly Black
COLLANA: Mondadori
PREZZO (CARTACEO): 17,00
PREZZO (EBOOK): 4,99
TRAMA: Quando raggiunge la grotta in cima al ghiacciaio, Alastair capisce subito che il Nemico l'ha preceduto. Sua moglie Sarah è stata uccisa, come gli altri maghi lì rifugiati. Solo il debole vagito di un neonato lo rincuora: suo figlio Callum, seminascosto accanto al cadavere della madre, è ancora vivo. Ma quando Alastair lo prende fra le braccia, le terribili parole incise nel ghiaccio da Sarah prima di morire lo fanno inorridire… Dodici anni dopo, quando Call viene ammesso al Magisterium, la prestigiosa accademia riservata ai ragazzi dotati di talento magico, suo padre è contrario: sin dalla più tenera età ha insegnato al figlio a diffidare della magia. E ora Rufus, il magister più anziano della scuola, lo ha ammesso all'Anno di Ferro, il primo del Magisterium. Call non può sottrarsi al suo destino. La magia scorre, in certe famiglie. Ma sul destino di Call incombe fin dalla nascita l'artiglio del Nemico. il fuoco vuole ardere, l'acqua vuole scorrere, l'aria vuol levarsi, la terra vuole avvincere, il caos vuol divorare.


Non ho mai letto niente di Holly Black ma ho apprezzato tanto la serie Shadowhunters di Cassandra Clare, ed ero così curiosa di leggere un romanzo scritto a quattro mani da queste due autrici. Purtroppo su ogni serie di giovani maghi che si rispetti aleggia l'ombra di Harry Potter, che, volente o nolente, è un punto di riferimento, o di confronto, per ogni romanzo di questo genere, ma è bastato leggere il primo capitolo de L'anno di Ferro per immergermi in una storia completamente diversa e lasciarmi catturare da Callum Hunt e le sue disavventure.



Callum Hunt è il figlio di Alistair, un mago che odia la magia, e deve affrontare una sorta di test di ingresso per il Magisterium, scuola di magia che il padre reputa la causa dei loro problemi. Il solo obiettivo di Call è essere bocciato ma le cose non andranno come previsto...
Dimenticatevi castelli incantati e maghi con la bacchetta: il Magisterium è ben altro. È infatti il word building il maggior pregio di questo romanzo: le due autrici si sono impegnate per creare un sistema magico convincente, basato su cinque elementi: acqua, fuoco, terra, aria e il caos. Su queste basi si sviluppano incantesimi e creature magiche come i primitivi, esseri legati a un elemento in particolare, e i divorati, maghi che sono stati consumati dalla magia elementale.
Anche il Magisterium è una scuola di magia diversa da quelle che siamo abituati ad immaginare: essa infatti si sviluppa completamente sottoterra, in un complesso di grotte e labirintici corridoi, ed è retta dai Magistri, maghi particolarmente dotati.
Per quanto riguarda i personaggi, li ho trovati particolarmente interessanti: le autrici infatti giocano con i cliché del genere, in parte assecondandoli e in parte ribaltandoli, in questo modo il lettore li sente familiari, ma al tempo stesso originali. Così è il protagonista, Callum: da un lato rispecchia il classico eroe di questo genere di romanzi, pronto a sacrificarsi per i suoi amici e con la tendenza a mettersi un po' troppo nei guai, ma dall'altro è sarcastico, un po' egoista e "strambo". È stato dunque facile affezionarsi a lui, così come agli altri componenti del trio di protagonisti, Aaron e Tamara, e a Subbuglio e Groviglio, un lupo e una lucertola parlante loro amici.
Lo stile con cui è scritto il romanzo è coinvolgente e accattivante: a differenza di altri romanzi a quattro mani, in cui i contributi dei due autori erano facilmente distinguibili, in questo caso la scrittura è perfettamente amalgamata. È chiaro che la Clare e la Black abbiano un ottimo feeling: il romanzo infatti sembrava opera di un solo autore! Non c'è stato momento in cui mi sia annoiata: ogni capitolo faceva avanzare la trama e non ci sono stati punti morti. Solo qualche volta ho avuto la sensazione di già visto, come se certe situazioni le avessi già riscontrate in altri romanzi (non necessariamente Harry Potter) ma una nota delle autrici a fine romanzo mi ha fatto cambiare idea. Ciononostante i colpi di scena non mancano, alcuni dei quali davvero imprevedibili. 
Il finale mi ha colpito. Ho apprezzato la scelta delle autrici, anche se non la trovo il massimo dell'originalità, e, devo ammettere tre che avevo già intuito la direzione che avrebbe preso la storia, ma, sinceramente, sono molto curiosa di leggere il secondo volume per vedere come evolverà la situazione.
In conclusione la mia valutazione è di quattro stelline con un più. Le mie aspettative di partenza erano un po' confuse, ne avevo lette di ogni su questo romanzo, ma in realtà si è rivelato una lettura divertente e appassionante. Non vedo l'ora di leggere i suoi seguiti perché, a meno di passi falsi da parte delle autrici, questa storia ha delle potenzialità davvero elevate. 


4 commenti:

  1. Continuo a non essere convinta di questa serie, eppure tutti ne parlano così bene... devo proprio decidermi a dargli una chance!

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    1. Ti dirò: anche io non ero convintissima, invece ha saputo stupirmi. certo 1) non è perfetta, 2) è solo il primo volume (di 5!), ma mi ha ricordato quanto mi piacciono le storie di magia.

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  2. Sma molto interessante anche se della Clare ho letto solo Shadowhunters

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    1. Secondo me la Clare è una brava scrittrice e con questo romanzo dimostra di cavarsela anche senza Shadowhunters

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