Comunque lunedì scorso sono andata al firmacopie della Roth a Bologna; esperienza stancante, ma non troppo traumatica. Visto quanto successo, ho voluto scrivere anche io un resoconto della mia giornata.
La settimana prima
Mi sono sempre
ritenuta abbastanza fortunata con gli eventi letterari: non abito a Milano,
certo, ma qualcosa di interessante lo si trova anche dalle mie parte. Tuttavia,
più lontano di Rimini non mi sono mai spinta, ma quando hanno iniziato ad
uscire uno dopo l'altro una serie di eventi interessanti a Bologna, ho
cominciato a farci un pensierino.
Ci vado o non ci
vado?
Veronica Roth o
Rick Riordan?
Arrivo presto o
tardi?
Alla fine, più per
scelte dettate dall'università che altro, avevo optato per il firmacopie della
Roth: il piano originale era di organizzarmi con Denise, del blog Reading is Believing, andare lì per le cinque mezza e sperare di
sbrigarsela il prima possibile.
Purtroppo non é
andata proprio così...
Il giorno prima
Immaginate di
essere stravaccati sul divano, tutti contenti perché "domani andrò a Bologna
e conoscerò Veronica Roth" e poi entrate su Facebook. E vedete le foto di
Milano.
Panico. Puro
panico.
(si, mi è venuto in mente il video di Crozza sull'expo)
(si, mi è venuto in mente il video di Crozza sull'expo)
Altro che arrivare alle cinque! Comincio a riscrivere tutti i piani -arriverò alle tre, anzi alle due, meglio all'una e mezza!- e ad andare nel pallone, anche perché non sono proprio un’amante delle lunghe attese (il mio massimo di fila è stato il firmacopie di D’Avenia: sono arrivata a metà evento e, dopo venti minuti di fila ordinata, avevo il mio autografo). Nel frattempo le notizie arrivate dalle blogger impegnate nella trasferta di Milano non erano certo delle migliori: si parlava di oltre cinque (!!!) ore di coda in piedi, strattonati e spinti a destra e a manca, e diverse persone si sono viste addirittura chiudere le porte in faccia dopo tutto quel tempo in coda senza preavviso. Fortunatamente sapevo che a Bologna veniva data una priorità a chi comprava il romanzo all'Ambasciatori e io speravo che ciò fosse vero, visto che non avevo ancora la mia copia cartacea (Divergent è stato il primo ebook che ho letto, ancora su tablet quando non avevo il kindle).
Il giorno stesso
Per garantirmi la
mia copia ho chiamato alle nove la libreria: gentilissima, la ragazza alla
cassa me l’ha metta da parte, da lì non ci ho più pensato e ho iniziato a
seguire elettrotecnica all’università
Tre ore dopo ero in
autobus, quasi arrivata alla stazione, abbastanza tranquilla dopotutto quando è
arrivata una nota vocale da Denise: "Silvia hanno messo i pass."
La reazione
iniziale? Ansia, grandissima ansia, soprattutto visto che la prima notizia trapelata
è stata "i pass sono esauriti", manco fossero i biglietti del comicon
che spariscono nei primi dieci secondi. Fortunatamente era solo un falso
allarme, ma chiamando la libreria mi sono resa conto che si erano persi la mia
prenotazione della mattina (grazie al cielo avevano ancora copie di Divergent
disponibili)
Sappiate che in fin
dei conti quella dei pass è stata una grande, splendida idea.
Peccato sia stata
gestita malissimo. Lo abbiamo saputo all’ultimo (ripeto: alle nove ho chiamato
la libreria e nessun accenno ai pass), e con informazioni poco chiare. Non a
caso, in fila di fronte alla libreria avevo sentito notizie completamente
false. Ecco le più diffuse:
I pass erano terminati subito: falso, alle tre e
un quarto, quando siamo arrivate, erano ancora al numero 186
I pass venivano consegnati solo fino alle tre: quella che più mi
terrorizzava, si è rivelata falsa anche quella: secondo la pagina Facebook
della libreria sono terminati quasi alle cinque del pomeriggio.
I pass venivano
consegnati solo a chi comprava il libro: falsa anche quella, e mi dispiace perché molte
persone non sapendolo sono rimasti senza il pass, mentre bastava chiedere alla
cassa.
Tornando a noi,
arrivo in stazione rivedo Denise e incontro per la prima volta Vanessa de Ilibri sono un antidoto alla tristezza, e insieme ci dirigiamo all'Ambasciatori.
Come ho detto c'erano ancora pass a volontà: a me, che avevo acquistato il
libro da loro è stato dato il pass blu, alle ragazze che avevano già la loro
copia un pass giallo o verde.
Alla fine ci siamo
ripresentate all'Ambasciatori solo
un'ora prima dell'inizio del firmacopie... e già c'era la ressa. Molti avevano
i pass... ma molti erano senza, causa informazioni sbagliate da parte di
Facebook, libreria eccetera, e ho sentito di gente che veniva anche da molto
lontano, che si era trovata senza alcun preavviso nella situazione di non poter
partecipare (Marche, Abruzzo, Piemonte... non proprio dietro l'angolo rispetto a
Bologna!)
L'organizzazione
lasciava un po' a desiderare: il personale non disponeva di microfoni e capire
le istruzioni in mezzo a più di trecento voci era un'impresa. Quando hanno
chiamato i biglietti blu ho avuto enormi difficoltà ad avvicinarmi all'ingresso,
questo perché non c'erano né transenne né un minimo di ordine: mi sono sentita
un po' come Charlie della Fabbrica di Cioccolato con il Biglietto d'Oro.
Foto pubblicata sul Resto del Carlino - FotoSchicchi |
In poco più di
mezz'ora arriva il mio turno: l'incontro con Veronica è durato poco, ma ne sono
stata soddisfatta. Lei è davvero carina, chiedeva a tutti come stavamo.
Ovviamente avrei potuto dire trecentomila cose, su quanto emozionata ero e
quanto mi facesse piacere incontrarla, ma l'unica parola
inglese che mi è passata per la testa è stata "tired", stanca. Lei mi
ha detto di riposare ma io avevo ancora un’ora e mezzo di treno da fare, e la
sua espressione è stata buffissima…
Venti minuti dopo
anche Denise e Vanessa, con i pass gialli, sono riuscite a far firmare la loro
copia, ma la folla che aspettava fuori era ancora grande, e sempre più
arrabbiata. Nel frattempo ho dovuto rispondere anche alle curiosità e ai
commenti dei passanti, che andavano dal “Ma chi c’è, gli One Direction?” a “Veronica
Roth chi?” o “ e meno male che i ragazzi non leggono…”
Non so come sia
terminata la vicenda, anche se ho la mia idea (del tipo: altra gente rimasta
fuori senza possibilità di partecipare.
Ne è valsa la pena?
Nel mio caso sì, anche perché ho passato uno splendido pomeriggio, ma non so, nel caso avessi dovuto affrontare tutta la trafila di Milano, se avrei resistito
tante ore per pochi secondi di incontro. In ogni caso sono curiosa di leggere
come verranno gestiti i firmacopie della Roth in Francia e Spagna: come dice lo
slogan dell'Erba del Vicino. un programma televisivo: “se non lo sappiamo fare, possiamo sempre
imparare”. E in questo caso, dovremmo proprio imparare come gestire firmacopie
di tale portata.
Oddio, che Odissea sono stati i firmacopie della Roth! Io sarei dovuta andare a Milano ma avevo un esame un paio di giorni dopo e ci ho rinunciato...mi viene da dire: per fortuna!! :) Comunque, sono contenta che hai potuto avere il tuo libro autografato ;)
RispondiEliminaGrazie :) alla fine guardando le foto credo che Bologna sia stato il meno odissea di tutti, però è stata comunque una giornata pesante - ho avuto il mal di schiena per due giorni!
EliminaOttimo resoconto Silvia :D grande! Io non ho avuto il tempo/la forza di farlo... sono stata troppo impegnata in questi giorni Y-Y
RispondiEliminaComunque sia, per quanto gestita maluccio, sono contenta di aver fatto questa esperienza insieme e di aver visto, anche se per poco, la Roth ^.^
E' stata una bellissima giornata :3
EliminaSono contenta che tu sia sopravvissuta e che ce l'abbia fatta! Io sono stata a Milano e sono una di quelle a cui è stata chiusa la porta in faccia >.<
RispondiEliminaMi dispiace -.- credo che anche a Bologna, leggendo da qualche parte, sia finita così, ed è un'indecenza. E' facile organizzarsi con i pass quando sai come vai a finire senza >.<
Elimina