Dunque, riprendiamo le recensioni (prima recensione del 2016!) con un romanzo che verrà portato in Italia nel 2016 e che ho letto in lingua qualche mese fa (si tratta quindi di una sorta di recensione in anteprima! *lo scrivo solo perché fa figo dirlo, anche se in realtà non è affatto così...*)
L'autrice, Marie Lu, ha già pubblicato una trilogia distopica, Legend, che trovate recensita sul blog (basta guardare alla pagina recensioni), ma come se la sarà cavata con il fantasy?
AUTORE: Marie Lu
COLLANA: Penguin Books
PREZZO (CARTACEO): 11,66 €
PREZZO (EBOOK): 6,99€
TRAMA (TRADOTTA DA ME): Adelina Amouteru è una sopravvissuta all'epidemia del sangue, marchiata da una cicatrice frastagliata dove una volta stava il suo occhio sinistro. Etichettata come un malfetto -un abominio- è scacciata da tutti coloro che abbia conosciuto e amato. Adelina trova rifugio con altri malfetti e scopre che la malattia le ha lasciato molto più di una cicatrice- lei ha un dono potente e misterioso. Lei è una Giovane Elite.
ma l'abilità di Adelina è molto più forte di quelle di tutti i Giovani Elite prima di lei. E, a meno che non riesca a controllare la crescente oscurità nel suo cuore, Adelina potrebbe essere un pericolo per tutti loro.
Iniziamo subito dicendo che della Lu ho letto e amato l'intera trilogia di Legend. Credo che la sua serie si distinguesse dalla massa dei distopici apparsi come funghi subito dopo il successo di Hunger Games principalmente per due caratteristiche: l'ambientazione particolare e i protagonisti ben realizzati. Sono stati questi due elementi, mescolati ad una trama avvincente, ad avere reso Marie Lu una delle mie autrici preferite.
Così, vista
l'uscita della sua nuova serie, questa volta dark fantasy, The Young Elites,
non ho voluto aspettare un'eventuale pubblicazione italiana: quest'estate, per
il mio compleanno, mi sono regalata il primo volume. Cosa ne penso?
A questo punto
potrei interrompere la recensione qui, ma mi sento in dovere di mostrarvi
perché leggere questo romanzo, nonostante il suo inglese non sia uno dei più
semplici, e perché, secondo me, The Young Elites ha le potenzialità per
diventare una serie eccellente, migliore anche di Legend.
Partiamo
innanzitutto dall'ambientazione. Che dire? Il mondo ideato dalla Lu mi ha
colpito parecchio: in questo primo volume, in realtà, ne conosciamo solo un
piccolo pezzo, l'isola di Kenettra, ed in particolare la città di Estenzia, che,
con i suoi canali e le sue festività ricorda, non solo nel nome, Venezia.
Il modo in cui
l'ambientazione è stata delineata, sulla base dell'Italia Rinascimentale, non
solo mi è piaciuto tantissimo ma ho trovato che impreziosisca la storia,
rendendola diversa ed originale.
Così come diversa
ed originale è la protagonista, Adelina Amouteru.
Dimenticatevi le
protagoniste ricolme di buoni sentimenti che tutto sopportano e si muovono
sempre, senza alcuna esitazione, dalla parte del bene: Adelina è differente.
Non che sia una
malvagia, almeno per ora, ma non si tratta certamente del classico eroe
fantasy: direi invece che la trovo perfettamente realistica. Ci sono situazioni
infatti, in cui non si può fare il buono a tutti i costi, e Adelina è così:
cerca di difendere ciò che è a lei caro con azioni non proprio ortodosse... ed
è proprio per questo che mi è piaciuta così tanto!
Anche i comprimari
sono personaggi ben realizzati: da Enzo Valenciano, affascinante capo degli
Young Elites, al nemico della situazione, Teren, nessuno è completamente bianco
o completamente nero; tutti nascondono un lato buono e uno malvagio, chi più e
chi meno, ed è questo che mi ha fatto definitivamente appassionare al romanzo.
Per quanto riguarda
la scrittura, lo stile della Lu è... brillante. Mi è sempre piaciuto come
scrive questa autrice, sin dalla trilogia di Legend, in traduzione italiana, e
sono stata contenta di leggerla anche in lingua originale, per poterla
apprezzare ancora di più.
Certo, l'inglese
non è dei più facili: non tanto per i dialoghi, perfettamente comprensibili, ma
per le scene d'azione, dinamiche e ritmate, e soprattutto per le arzigogolate
descrizioni, mai troppo pesanti ma sempre ricche di termini insoliti e
ricercati. Molto spesso, infatti, ignoravo alcuni termini usati, forse troppo
raffinati per la mia conoscenza dell'inglese: tuttavia la comprensione della
storia non me ha risentito, e al termine della lettura avevo in testa un quadro
ben definito della situazione, nonostante abbai dovuto rileggere più volte
alcuni passaggi.
Il finale? Credo
possiate trovarlo nel vocabolario sotto la definizione di "cuore
spezzato".
Marie Lu ha creato infatti una conclusione molto valida, ricca di avvenimenti, senza cliffhangers evidenti, e incredibilmente coinvolgente... ma anche spacca cuore.
Marie Lu ha creato infatti una conclusione molto valida, ricca di avvenimenti, senza cliffhangers evidenti, e incredibilmente coinvolgente... ma anche spacca cuore.
Nonostante il
finale non mi abbia strappato la lacrima (ma non è detto che debba sempre
succedere), esso però mi ha fatto davvero provare una vasta gamma di emozioni:
dalla rabbia, alla tristezza, alla voglia, e anche alla paura, di sapere cosa
accadrà nel seguito.
In conclusione la
mia valutazione di 4 stelline e mezzo con riserva... perché questa serie può
ancora migliorare e riservare ai propri lettori molte altre sorprese!
Sembra interessante
RispondiEliminaSe leggi in lingua ti consiglio di provarlo!
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