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giovedì 18 giugno 2015

Recensione: The Program - Suzanne Young

Buongiorno! Oggi è il primo giorno di riposo completo che mi sono dedicata da quando è iniziata la sessione estiva. E dire che lo scorso anno ero convinta che la maturità fosse durissima e difficilissima... non avevo ancora visto ingegneria. *shame on me* 
Ma stamattina sono qui, e dunque vi lascio una bella recensione perché negli ultimi tempi non sono riuscita a prepararne *shame on me. Again* 
Cosa vi lascio? Un romanzo uscito qualche mese fa, ma che solo adesso vedo spesso in giro. Di solito ne trovo recensioni molto positive, mentre, nel mio caso, credo di essere stata la pecora nera della situazione, perché si mi è piaciuto, l'ho letto a maggio in pochi giorni, ma mi ha fatto anche storcere il naso.
Parliamo di Program di Suzanne Young.
Ps: data la modalità "esami" la recensione contiene una parte di matematica. perdonatemi la licenza, ma spiega in maniera molto chiara il mio giudizio sul romanzo.

TITOLO: The Program
AUTORE: Suzanne Young
COLLANA: DeAgostini
PREZZO (CARTACEO): 14,90
PREZZO (EBOOK): 7,99

TRAMA: Sloane sa perfettamente che nessuno deve vederla piangere. La minima debolezza, o il più piccolo scatto di nervi, potrebbero costarle la vita. In un attimo si ritroverebbe internata nel Programma, la cura ideata dal governo per prevenire l'epidemia di suicidi che sta dilagando fra gli adolescenti di tutto il mondo. E una volta dentro, Sloane dovrebbe dire addio ai propri ricordi... Perché è questo che fa il Programma: ti guarisce dalla depressione, resettandoti la memoria. Annullandoti. Così, Sloane ha imparato a seppellire dentro di sé tutte le emozioni. Non vuole farsi notare, non ora che suo fratello è morto e lei è considerata un soggetto a rischio. L'unica persona che la conosce davvero è James, il ragazzo che ama più di se stessa. È stato lui ad aiutarla nei momenti difficili, lui a farle credere che ci fosse ancora speranza. Ma, quando anche James si ammala, Sloane capisce di non poter più sfuggire al Programma. E si prepara a lottare. Per difendere i propri ricordi, a qualunque costo.



Come già sapete, studio ingegneria. Ora già vi chiederete: "cosa c'entra con la recensione?" Sarà che ormai ho iniziato a vedere il mondo sotto una lente matematica, ma The Program di Suzanne Young mi ha ricordato moltissimo una funzione a tratti. Che cos'è questo tipo di funzione? Sono, come dice il nome, funzioni costituite da parti diverse discontinue fra loro.
Nel valutarlo, mi sono accorta che The Program è proprio così: ci sono state parti che non mi sono proprio piaciute, altre che, al contrario, mi hanno entusiasmato, altre ancora che mi hanno annoiato. Dunque credo che sarà difficile dare un giudizio coerente sul romanzo.
The Program tratta un tema piuttosto difficile: quello del suicidio giovanile, trattandolo però quasi in maniera fantascientifica. Nel mondo dove vie la protagonista, Sloane, il suicidio giovanile è un'epidemia e si manifesta con i sintomi di una vera e propria malattia: angoscia e malinconia spingono in poco tempo i ragazzi a togliersi la vita.
L'unico rimedio indetto dallo stato per contrastare il contagio è il cosiddetto Programma: i giovani vengono così internati in una clinica dove, in pratica  viene fatto loro il lavaggio del cervello e dove vengono tolti loro tutti i ricordi.
Sloane, che ha assistito al suicidio del fratello Brady, e ha perso la migliore amica Lacey, portata via dal Programma, cerca, insieme al suo ragazzo James e al migliore amico Brady, di resistere fino al diciottesimo compleanno, in modo da sfuggire per sempre al Programma, ma non è facile vivendo in una società in cui anche il mio minimo accenno di tristezza, una piccola lacrima, è visto come un presagio di morte.
The Program è un romanzo strano. All'inizio non mi ha convinto, per niente. I tentativi di Sloane e James, insieme al loro amico Miller, di sfuggire ripetutamente al Programma, sono stati, per quanto istruttivi sul mondo in cui il romanzo, piuttosto ripetitivi. Non ho apprezzato infatti questa parte in cui dominano soprattutto la scenette amorose tra la coppia protagonista, che seppur dominante continuamente da tristezza e inquietudine, non mi hanno reso partecipe del tutto alla vicenda.
Troppo miele in un mondo così duro. E io mi sentivo troppo estranea per essere partecipe alla loro tragedia. 
Inoltre ho avuto la spiacevole sensazione che il suicidio fosse trattato in maniera troppo frettolosa e superficiale. Certo, il libro è totalmente narrato in prima persona attraverso la voce di Sloane, ma vedere una vittima che sembra star bene e in cinque minuti si toglie la vita ha un certo effetto.
La seconda parte invece mi ha spiazzata. In un modo che non vi dirò Sloane finisce nel programma, e dunque viene permesso al lettore di assistere in prima persona alle cure e alla vita all'interno della clinica. Ho adorato questa parte, in particolare il modo in cui l'autrice riesce a rendere naturale il cambiamento nella mante di Sloane, che è ben riuscito e non forzato; inoltre la descrizione dell'ambiente interno alla clinica, forse non così asettico come credevo, è, nel contesto della storia, molto realistica.
Poi, ho amato anche il personaggio, molto ambiguo, di Realm, un ragazzo molto simpatico che la protagonista incontra all'interno della clinica e che nasconde ben più di qualche mistero. 
La terza parte, relativa al dopo Programma di Sloane l'ho trovata un po' altalenante: in certi capitoli mi sono un po' annoiata, in altri invece appassionata ancor di più alla vicenda, fino all'epilogo, che ho trovato molto inquietante. Ho trovato tuttavia la risoluzione della vicenda un poco frettolosa: avrei preferito forse un po' più di approfondimento sull'epidemia e sul Programma e un po' meno Sloane e James. Tuttavia, ovviamente, questo è solo il primo romanzo di una duologia, dunque per le risposte mi sa che dovrò aspettare il secondo.
Ciononostante The Program alla fine non si è rivelato una cattiva lettura, al contrario l'ho letto in pochi giorni, per quanto alcuni capitoli siano più lenti di altri.
Per questo la mia valutazione è sulle tre stelline circa (e forse un po' di più): poteva andare (molto) peggio, poteva essere (molto) meglio. A questo punto, però, nel caso arrivi in Italia il secondo libro, The Treatment, credo proprio che lo leggerò: il finale infatti è piuttosto aperto e ti lascia con la curiosità di proseguire la lettura. 

9 commenti:

  1. Sono d'accordo con te: io lo sto leggendo adesso e non mi sta piacendo. Il suicidio è trattato troppo frettolosamente mentre dominano le scene sdolcinate tra i due fidanzati. Pensavo fosse più distopico/fantascientifico, invece mi sembra un romanzo rosa con alcuni accenni distopici.

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    1. Hai espresso in poche righe il mio pensiero, parola per parola. Forse è per l'eccessiva romance che alla fine non mi ha convinto appieno

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  2. Questo è uno dei tanti libri che ho nella lista delle prossime letture ma che non so quando potrò finalmente leggerlo :/ La copertina mi ha un pò scoraggiato lo ammetto poi leggendo la tua recensione, sono rimasta un pò perplessa. Mi immaginavo qualcosa di diverso.

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    1. La copertina italiana non dice niente, quella originale secondo me esprime meglio il contenuto dell'opera ed è adattissima!

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  3. Ho letto a sprazzi per non spoilerarmi v.v devo dire che ho aspettative piuttosto alte... spero tanto che non mi deluda :3 grazie alla tua recensione però le ho ridimensionate un po', dunque mi aspetterò qualcosa di carino ma non troppo diciamo v.v e si vedrà!

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    1. E dire che ho cercato di trattenermi per non farmi uscire nessuno spoiler :( In ogni caso fai bene a partire con aspettative ridimensionate: nel caso ti piaccia (e di recensioni positive ne ho lette a bizzeffe) sarà un piacere leggerlo e nel caso non sia un massimo non ci si rimane male. Comunque sono curiosa di sapere poi cosa ne pensi.

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  4. Ne ho lette di cotte e di crude su questo romanzo. Lo leggerò per farmi un'idea

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    1. Ti conviene. Ho visto in giro anche molte recensioni positive!

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  5. Ciao, ho appena finito di leggere The Program e condivido molte delle tue osservazioni e in generale devo dire che mi è piaciuto nonostante in prima persona e al presente non sia proprio il mio stile di scrittura preferito...
    L'ho trovato molto struggente in certi punti, ma soprattutto pieno di contrasti specialmente tra la prima e la terza parte.
    Se ti va di dare un'occhiata a ciò che penso su questo libro fai una visitina al nostro piccolo blog: Raggywords - Recensione The Program di Suzanne Young
    Scusa per l'eventuale spam indesiderato...
    Rainy

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