TITOLO: Ti darò il sole
COLLANA: Rizzoli
PREZZO (CARTACEO): 17,50 €
PREZZO (EBOOK): 8,99€
TRAMA: Solo un paio d'ore
dividono Noah da Jude, ma a guardarli non si direbbe nemmeno che sono fratelli:
se Noah è la luna, solitaria e piena di incanto, Jude è il sole, sfrontata e a
proprio agio con tutti. Eppure i due gemelli sono legatissimi, quasi avessero un’anima
sola. A tredici anni, su insistenza dell’adorata madre stanno per iscriversi a
una prestigiosa accademia d’arte. Tecnicamente è Noah ad avere il posto in
tasca – è lui quello pieno di talento, il rivoluzionario, l’unico che nella
testa ha un intero museo invisibile – e invece in un salto temporale di tre
anni scopriamo che è Jude ad avercela fatta, ma anche che i due fratelli non si
parlano più, che Noah ha smesso di dipingere, che si è normalizzato, e che Jude
si è ritirata dal mondo che tanto le calzava a pennello. Cos’ha potuto scuotere
il loro legame così nel profondo? In un racconto a due voci e a due tempi, Noah
e Jude ci precipitano tra i segreti e le crepe che inevitabilmente si aprono
affacciandosi all’età adulta, ma anche nelle coincidenze che li risospingono
vicini, laddove, forse, il mondo può ancora essere ricucito.
Ti darò il sole è
stato una vera sorpresa. Sarò che non avevo aspettative, ma non pensavo che
questo mucchio di pagine- perché è questo che un romanzo fisicamente è-
racchiudesse così tanta arte. Arte infatti è la parola chiave del romanzo, in
tutte le sue forme: soprattutto pittura, e scultura. L'arte è il pilastro che
regge la storia, o meglio le storie, perché questo romanzo è come se fosse
composto da due libri in uno: dalla storia di Noah, a tredici anni e mezzo, e
da quella di Jude, a sedici. Fino ai quattordici anni Noah e Jude, una coppia
di gemelli, sono stati inseparabili
nonostante le differenze fra loro: tanto il primo è isolato e creativo,
quanto la seconda è popolare e solare, tanto il primo assomiglia alla madre,
esperta d'arte un tantino fuori dalle righe, quanto la seconda rispecchia il
padre, un professore molto più con i piedi sulla terra.
D'improvviso una
serie tragica di eventi cambia tutto: a sedici anni troviamo un Noah sempre più
integrato tra i compagni, e dedito alle attività da ragazzi normali e una Jude
asociale e eccentrica, interessata solo ad essere invisibile, che parla con il
fantasma della nonna.
Attorno ai gemelli
si muovono interessanti personaggi secondari, dalla madre, Dianna, che il
figlio definisce amorevolmente "un'extraterrestre", per il suo
bizzarro modo di essere, a Brian, il vicino di casa, da Guillermo Garcia, che
incarna la visione dell'artista bizzarro e problematico, a Oscar, l'inglese dal
volto quasi cubista: il lavoro dell'autrice per creare questi personaggi
originali e diversi dal solito è perfettamente riuscito, ed è uno dei grandi
pregi del romanzo.
Per quanto riguarda
la storia, in generale mi è piaciuta, e l'ho letta volentieri, perché curiosa
di capire come si sarebbe evoluta la situazione, dato che l'autrice imbastisce
attorno alla metamorfosi dei gemelli un piccolo mistero, seminando indizi qua e
là, e tenendo sveglia l'attenzione dei lettori. Tuttavia ci sono due cose che
non mi sono andate giù: la prima è l'assenza di capitoli, che ha reso più
pesante un romanzo che avrebbe potuto essere godibile nella sua interezza.
L'autrice ha diviso infatti il romanzo in due storie, Il museo invisibile,
dedicata a Noah, e La storia della fortuna, su Jude, e le due parti si
alternano fra loro; ma al loro interno non ci sono altre divisioni, e così si
hanno anche quasi cento pagine di fila, senza alcuna pausa, e a me, che
personalmente adoro i capitoli corti, ciò ha un po' turbato.
La seconda è il
fatto che ho trovato la parte di Noah più lenta rispetto a quella di Jude,
forse a causa dello stile dell'autrice, che è veramente particolare, con tutti
i riferimenti all'arte, ma che nel caso di Noah diventa un po' ripetitivo e
pesante da leggere. Infatti la scrittura di Jandy Nelson si distingue subito
per originalità, ma se calca troppo la mano, tutte quelle espressioni artistiche
e pittoresche, relative al modo alternativo, soprattutto di Noah, di vedere il
mondo, finiscono per diventare un peso anziché un pregio.
Dunque la mia
valutazione è di quattro stelline con un più: ho trovato Ti darò il sole un
romanzo bellissimo ma con alcuni accorgimenti avrebbe potuto diventare
perfetto! Ciò non toglie che Jandy Nelson mi abbia veramente colpito e che
voglia, in futuro, recuperare l'altro suo romanzo, The sky is everywhere,
finora edito solo in lingua inglese.
Ciao! Ho letto questo libro qualche tempo fa ed è entrato subito a far parte dei miei libri preferiti *_*
RispondiEliminaPs mi sono iscritta ai tuoi lettori fissi :-)
Lucia
http://lamiacaoticalibreria.blogspot.it