sabato 8 settembre 2018

Blogtour: La luce che resta - Evita Greco. Identikit protagonista femminile ed estratti

Ciao a tutti. Benvenuti a questa nuova tappa del blogtour dedicato a La luce che resta, il nuovo romanzo di Evita Greco. In questo post analizzeremo la figura della protagonista femminile, la giovane Cara, in compagnia degli estratti del romanzo.
Ps: ringrazio Sara del blog Diario di un sogno per l'identikit grafico e la casa editrice per la copia fornita.



Nome: Cara (come la canzone)
Anni:
ventotto 
Nazionalità: italiana
Lavori: traduttrice freelance e segretaria di uno studio medico
Difetti: è spesso disordinata e caotica, non sa cucinare, spesso perde il regionale 12047
Pregi: ama la sua piccola Vita con tutta se stessa, ha una grande indipendenza e capacità di arrangiarsi, è creativa
Descrizione: Cara era una ragazza come tutte le altre, che amava uscire con le amiche, aveva un fidanzato, e una laurea in lingue fino a che, un giorno, nella sua vita, non arrivò un imprevisto a rovesciare tutte le carte in tavola: un bambino. Così, mentre il suo fidanzato se la diede a gambe levate non appena appresa la notizia, Cara decise di tenerlo, anzi di tenerla, visto che alla fine è nata una bambina, e Vita.
E da allora, scusate il gioco di parole, la sua vita cambia, e da ordinaria che era, diventa un caos, colorato, certo, pieno di amore, ma comunque un caos.
In realtà la vita di Cara, divisa tra studio, lavoro e la bambina, passa spesso per i binari del treno del regionale 12047, ed è proprio qui che tutte le mattine vede una donna con un tailleur rosa e un uomo a cui non ha mai rivolto la parola...


Incuriositi? Se per voi non è abbastanza vi do altri due motivi per amare il personaggio di Cara: 

La teoria del villaggio: secondo un detto africano "per crescere un bambino serve un villaggio". Peccato che il villaggio di Cara e Vita somigli molto a quei borghi fantasma abbandonati a se stessi: la madre della ragazza vive infatti lontano, e non solo il padre della bambina ma anche le amiche si sono dileguate dopo la nascita della piccolina. Fortunatamente per Cara il suo villaggio deserto potrebbe presto ricevere visite, e Carlo ne sa qualcosa... 


«Serve un villaggio per far crescere bene un bambino»,
dice un detto africano. Crescere un bambino non è una cosa che si può fare da soli. Per crescere un bambino  occorre che  il mondo rinasca di nuovo a ogni suo passo,  che si faccia spazio, perché un bambino è di tutti ed è del mondo. Lei quel villaggio non ce l’ha, non sente di averlo quando per strada capita  che Vita pianga  e la gente la guardi facendola sentire sbagliata.
La coperta di Vita: ho trovato molto interessante il fatto che Cara per tutto il romanzo ricerchi pezzi di stoffa legati al suo passato per cucire alla figlia una coperta che raccolga in sé tutti i ricordi che vuole lasciarle. Uno stralcio del vestito da sposa di sua madre, una maglietta importante, un pezzo di sciarpa: tutto può essere cucito nella coperta di Vita, perché un ricordo può legarsi a qualsiasi cosa.



Infilato al polso destro, come ogni giorno, ha il manico di una busta a fiori. Dentro, pezzi di stoffa che raccoglie per cucire una coperta alla sua bambina. Cara raccoglie quei pezzi di stoffa da prima che Vita nascesse. Aveva un sacco di tempo per pensare, allora, ma le riusciva di pensare solo a lei, alla sua bambina che stava arrivando. Era certa che la cosa più bella  da regalarle sarebbero stati dei bei ricordi. Ma di ricordi non poteva ancora averne e Cara allora aveva pensato di raccoglierne quanti più poteva. Ogni pezzo di storia un ricordo da tenere insieme: ha sempre pensato di essere brava a tenere insieme le cose.

Vi incuriosisce il personaggio di Cara?
Leggete il libro per scoprirne qualcosa in più  

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