giovedì 14 giugno 2018

Recensione: E così, forse, sarai felice - Alessia Esse

Buongiorno a tutti! Nell'ultimo periodo, causa un esame, ho lasciato perdere il blog... e sinceramente non ne è valsa la pena, dato che ho passato gli ultimi giorni interamente sui libri, per ottenere un esito che non era quello che mi ero prefissata. Pazienza... la sessione è ancora all'inizio..
Tornando ai libri, vi lascio con la recensione dell'ultimo romanzo di Alessia Esse, autrice che chi legge il blog da anni sa quanto adori, letto prima di entrare in "clausura da esami". 


TITOLO: E così, forse, sarai felice
AUTORE: Alessia Esse
COLLANA: Selfpublishing
PREZZO (CARTACEO): 14,90€
PREZZO (EBOOK): 3,99€
TRAMA: Dopo un anno passato ad evitare accuratamente la sua famiglia, Rebecca torna a casa. Il suo piano è semplice: occuparsi del padre malato, fuggire la freddezza di sua madre, respingere le critiche di sua sorella e di suo fratello. A trentacinque anni, Rebecca non cerca la felicità. Non crede di meritarla, soprattutto quella amorosa. Troppi rischi da correre, troppe ferite subite. Il migliore amico di Rebecca è Tinder: il sesso occasionale è tutto ciò che il suo cuore può sopportare. Ma una sera, quando Tinder fallisce, appare Augusto. Passionale e brillante, Augusto vive una vita molto diversa da quella di Rebecca. Alla donna basta un suo sorriso per dubitare del muro dietro il quale ha nascosto il cuore. Tuttavia, il loro incontro è destinato a passare in secondo piano quando accade l’imprevedibile. In poche ore, la vita di Rebecca viene stravolta da eventi e sorprese che la obbligano a fare i conti con più di settant’anni di segreti che riguardano suo padre, la sua famiglia, e un gruppo di innocenti. Ricco di colpi di scena e di storie che si intrecciano con la Storia, E COSÌ, FORSE, SARAI FELICE, è un racconto di verità, coraggio, giustizia e amore.


Credo che Alessia Esse sia stata la prima autrice autopubblicata che abbia mai letto, ed è ancora oggi una delle poche che seguo con assiduità, non perdendomi una pubblicazione. Ricordo ancora i primi tempi del blog, quando selfpublishing mi sembrava una parola arcana e in cui, a torto, pensavo che i romanzi autopubblicati avessero una marcia in meno rispetto a quelli editi dalle case editrici: tra le autrici che mi hanno fatto cambiare idea, che mi hanno fatto realizzare che self non è sinonimo di poca qualità, c'è proprio Alessia Esse.
E forse, così, sarai felice è stato un romanzo un po' sfuggente: sapevo della sua esistenza, poiché lo avevo visto citato in qualche post su Facebook, ma anche di quanto travagliata fosse stata la sua stesura, e per questo motivo sono stata contenta una volta annunciata la sua pubblicazione, e ancora più contenta quando ho saputo che era ambientato nella stessa Pontenero dove era ambientato Come l'ultimo rigore, che ho recensito in maniera molto positiva l'anno scorso sul blog, e di cui avevo amato il tema calcistico. 
Tornando dunque al libro, E così forse sarai felice è stato un vero affare, e non in termine economico. In un solo romanzo, infatti, sono presenti, come in una matrioska, tre storie, ognuna distinta eppure intersecata all'altra. C'è la storia di Rebecca, scrittrice che si innamora inaspettatamente di Augusto, un ragazzo di undici anni più giovane di lei, e fatica ad accettarlo, c'è la storia di Michele, il padre di Rebecca, e dei suoi segreti, il più grande dei quali è una figlia nata fuori dal matrimonio, Lia, e infine c'è la storia di Valentino, padre di Michele e direttore di un confino fascista ai tempi della seconda guerra mondiale, innamoratosi della persona giusta, il sarto Pietro, ma nell'epoca sbagliata. 
Tra i personaggi ho adorato il fatto che tutti i protagonisti, in un modo o nell'altro, riescano a crescere, ad abbandonare i propri pregiudizi e, come direbbe mia madre, ad "aprire la mente". Non è una cosa scontata, affatto: sono diversi i romanzi in cui i personaggi appaiono statici, uguali a loro stessi all'inizio e alla fine della storia. In questo caso no: confesso, ad inizio romanzo mal sopportavo la madre della protagonista e i suoi fratelli, così chiusi, così irascibili, mentre nelle ultime pagine mi ero affezionata a loro, al punto che quasi mi dispiaceva lasciarli.
Per quanto riguarda la scrittura non ho molto da dire: la storia prende parecchio e non ci sono punti morti. Si tratta di un romanzo abbastanza lungo e "ciccione", non tanto in termini di pagine quanto di contenuti: la storia tra Rebecca e Augusto occupa l'intero romanzo, quella di Michele e Lia è concentrata principalmente nella prima metà, mentre quella di Valentino e Pietro nella seconda metà. L'epilogo è stato il degno punto di incontro di tutte e tre le storie, ed è veramente la miglior conclusione che il romanzo potesse trovare.
Quindi? Anche in questo caso la mia valutazione è alta: quattro stelline con un più per un romanzo che veramente va letto tutto, dalla prima pagina fino ai ringraziamenti e alla nota finale, che trovo di vitale importanza per capire appieno il libro e anche il bellissimo titolo.
Purtroppo (o per alcuni lettori, per fortuna) il romanzo è completamente conclusivo, e ,sono la prima a pensarlo, un seguito sarebbe superfluo. Tuttavia nutro la speranza che l'autrice ambienti altri romanzi a Pontenero, in modo da rivedere Rebecca, Augusto e gli altri, e perché no, anche Viola e Lorenzo, i protagonisti di Come l'ultimo rigore che fanno capolino anche in qualche pagina di questo libro.

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