martedì 20 febbraio 2018

Review Party #7: La Promessa - Sarah Dunn

Buongiorno a tutti! Il romanzo di oggi è incentrato sul matrimonio e sulle vite di alcune famiglie in un sobborgo fuori New York. Si tratta di lettura particolare, a tratti quasi caustica, che sicuramente non piacerà a tutti ma che, a mio avviso, rivela molti lati positivi.




TITOLO: La Promessa
AUTORE: Sarah Dunn
COLLANA: DeA Planeta Libri
PREZZO (CARTACEO): 17,00€
PREZZO (EBOOK): 8,99€
TRAMA: Un buon matrimonio, una famiglia, e, insieme, il brivido di una relazione segreta e travolgente. E se avere entrambe le cose non fosse impossibile? Se lo chiedono Owen e Lucy, alle prese con le certezze, i dilemmi e i compromessi della loro condizione di coppia sposata vicina ai quaranta. La sera in cui, dopo qualche bicchiere di troppo, gli amici Thom e Victoria confessano di volersi concedere un periodo di "infedeltà programmata", Lucy e Owen si scoprono tentati dall'idea. E, stilata una lista di semplici regole (una su tutte: vietato innamorarsi), aprono le porte del matrimonio a sei mesi di trasgressione. Ma il passo tra l'infrangere le regole e ritrovarsi con il cuore infranto può essere breve e, tra sorprese e complicazioni di ogni genere, i due dovranno combattere per ciò che più conta: l'occasione di conoscersi e amarsi per quello che sono davvero.



Dicono che il matrimonio sia la tomba dell'amore. Dicono che l'uomo non sia nato per essere monogamo. Voci, voci, solo voci.
Ciò che è vero è, tuttavia, che il matrimonio tra Owen e Lucy, i protagonisti di questo romanzo, è in crisi. I due si amano, certo, ma la nascita di un figlio autistico e problematico, nonché il trasferimento da New York alla periferia, hanno minato il rapporto della coppia, che rimpiange i tempi in cui tutto, dal lavoro al sesso, funzionava alla grande. Fino a quando, un'estate, durante una cena con una coppia di amici newyorchesi, anch'essi apparentemente perfetti, anch'essi segretamente a pezzi, il discorso si sposta dai problemi del quotidiano alle voci riguardo il rapporto di una coppia di conoscenti, che hanno deciso di passare al matrimonio aperto per sei mesi, al fine di ravvivare la vita coniugale.
Owen e Lucy ci pensano: perché non imitarli. Sei mesi di libertà soltanto e regole ferree: tenere le proprie avventure segrete e, soprattutto, mai innamorarsi.
L'idea alla base del romanzo è geniale, ma l'inizio è lento, lentissimo. La storia fa fatica ad ingranare, al punto che, durante la lettura, facevo fatica a concentrarmi su tutta la vicenda del matrimonio aperto, specialmente in quanto ogni paragrafo del romanzo veniva dedicato a un personaggio diverso.
Poi, infine ho capito: La promessa non è tanto la storia di Owen e Lucy, quanto la storia di Beekman, sobborgo borghese a due passi da New York che può essere tranquillamente visto come una versione letteraria della televisiva Westeria Lane, il quartiere dove era ambientato Casalinghe Disperate. E in effetti questo romanzo, anche se alla lontana, mi ha fatto un po' pensare alle atmosfere di quel telefilm, che, per inciso, mi piaceva anche, tra famiglie perfette che perfette non sono, e pettegolezzi.
Lucy e Owen non sono, come pensavo, i protagonisti assoluti del libro, ma solo i personaggi chiave della trama principali: accanto a loro, protagonisti di mille e più sottotrame, vi sono gli altri abitanti del quartiere, da Susan, la madre ultraorganizzata con un marito romantico-represso, a Gordon il multimiliardario del quartiere in crisi con la giovane moglie, da Sunny l'amica orientale, dispensatrice di saggi consigli non sempre richiesti a Claire la madre esaurita, e tanti altri ancora...
Forse per questo motivo i personaggi non sono molto caratterizzati: al di là di Owen e Lucy, la cui personalità viene descritta in ogni sfaccettatura proprio per spiegare il motivo che li porta a prendere a optare per sei mesi di matrimonio aperto, tutti gli altri sono quasi delle macchiette, in cui ad essere approfondito è l'aspetto chiave che li porta a distinguersi dagli altri, come la ricchezza per Gordon o la volontà di eccellere di Susan. In altri romanzi avrei forse criticato questa scelta, ma vista l'iniziale lentezza di questo libro, se l'autrice avesse caratterizzato in maniera accurata tutti i personaggi, non avrei ancora finito di leggere.
Lo stile dell'autrice è in terza persona singolare: esso non permette l'immedesimazione nei personaggi, ma consente comunque di dare un'occhiata complessiva a Beekman e ai suoi abitanti, e di osservarne le vite con quel distacco che mi ha fatto veramente pensare alla trasposizione letteraria di un telefilm.
Una chicca: i capitoli vengono introdotti dalle argute citazioni sul matrimonio di una certa Constance Weaverly, che viene dipinta, anche se in termini poco chiari, come un'esperta sul tema, ma che nel romanzo non viene mai citata. Ebbene, cerco Costance Weaverly su Google e scopro che... non esiste. È anch'essa una finzione legata al romanzo, seppur molto realistica. Al che devo aggiungere che Sarah Dunne, l'autrice, è anche una discreta creatrice di aforismi e frasi a effetto.
In conclusione la mia valutazione è di tre stelline e mezzo. La promessa era un romanzo che, fino a cerca metà, non mi ha convinto moltissimo, ma che, una volta che inizia a ingranare, non si ferma più. La lettura forse non mi ha convinto totalmente, ma, grazie anche a un finale che non mi è dispiaciuto, la ricorderò comunque con piacere.




8 commenti:

  1. è vero, ricorda molto quella serie, il sobborgo e tutti i suoi segreti. Comune a molti posti

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    1. Per fortuna è una sottotrama che personalmente gradisco.

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  2. Hai ragione, "La promessa" è la storia di Beekman, non tanto quella di ogni singolo personaggi, bensì le loro storie che si intrecciano e le diverse circostanze che devono affrontare ognuno a modo suo.

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    1. :) Capirlo mi ha aiutato a migliorare la lettura. All'inizio dicevo: cavoli come faccio a seguire la storia di Owen e Lucy se continua a parlarmi di Susan, suo marito e di Gordon (che alla fine è diventato pure il mio personaggio preferito)

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  3. Hai ragione, "La promessa" è la storia di Beekman, non tanto quella di ogni singolo personaggi, bensì le loro storie che si intrecciano e le diverse circostanze che devono affrontare ognuno a modo suo.

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  4. Chissà se veramente ne uscirà prima o poi un telefilm, sarebbe interessante!Mi è piaciuta la tua opinione :)

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    1. Magari una mini serie da 4 o 5 puntate non sarebbe male. Me la guarderei pure

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