venerdì 8 aprile 2016

Ho incontrato Veronica Roth (e sono sopravvissuta!)

Ciao a tutti! Scusate l'assenza -ma è un periodo a dir poco turbolento!
Comunque lunedì scorso sono andata al firmacopie della Roth a Bologna; esperienza stancante, ma non troppo traumatica. Visto quanto successo, ho voluto scrivere anche io un resoconto della mia giornata.

La settimana prima
Mi sono sempre ritenuta abbastanza fortunata con gli eventi letterari: non abito a Milano, certo, ma qualcosa di interessante lo si trova anche dalle mie parte. Tuttavia, più lontano di Rimini non mi sono mai spinta, ma quando hanno iniziato ad uscire uno dopo l'altro una serie di eventi interessanti a Bologna, ho cominciato a farci un pensierino.



Ci vado o non ci vado?
Veronica Roth o Rick Riordan?
Arrivo presto o tardi?
Alla fine, più per scelte dettate dall'università che altro, avevo optato per il firmacopie della Roth: il piano originale era di organizzarmi con Denise, del blog Reading is Believing, andare lì per le cinque mezza e sperare di sbrigarsela il prima possibile.
Purtroppo non é andata proprio così...


Il giorno prima
Immaginate di essere stravaccati sul divano, tutti contenti perché "domani andrò a Bologna e conoscerò Veronica Roth" e poi entrate su Facebook. E vedete le foto di Milano.
Panico. Puro panico.
(si, mi è venuto in mente il video di Crozza sull'expo)


Altro che arrivare alle cinque! Comincio a riscrivere tutti i piani -arriverò alle tre, anzi alle due, meglio all'una e mezza!- e ad andare nel pallone, anche perché non sono proprio un’amante delle lunghe attese (il mio massimo di fila è stato il firmacopie di D’Avenia: sono arrivata a metà evento e, dopo venti minuti di fila ordinata, avevo il mio autografo). Nel frattempo le notizie arrivate dalle blogger impegnate nella trasferta di Milano non erano certo delle migliori: si parlava di oltre cinque (!!!) ore di coda in piedi, strattonati e spinti a destra e a manca, e diverse persone si sono viste addirittura chiudere le porte in faccia dopo tutto quel tempo in coda senza preavviso. Fortunatamente sapevo che a Bologna veniva data una priorità a chi comprava il romanzo all'Ambasciatori e io speravo che ciò fosse vero, visto che non avevo ancora la mia copia cartacea (Divergent è stato il primo ebook che ho letto, ancora su tablet quando non avevo il kindle).

Il giorno stesso
Per garantirmi la mia copia ho chiamato alle nove la libreria: gentilissima, la ragazza alla cassa me l’ha metta da parte, da lì non ci ho più pensato e ho iniziato a seguire elettrotecnica all’università
Tre ore dopo ero in autobus, quasi arrivata alla stazione, abbastanza tranquilla dopotutto quando è arrivata una nota vocale da Denise: "Silvia hanno messo i pass."
La reazione iniziale? Ansia, grandissima ansia, soprattutto visto che la prima notizia trapelata è stata "i pass sono esauriti", manco fossero i biglietti del comicon che spariscono nei primi dieci secondi. Fortunatamente era solo un falso allarme, ma chiamando la libreria mi sono resa conto che si erano persi la mia prenotazione della mattina (grazie al cielo avevano ancora copie di Divergent disponibili) 
Sappiate che in fin dei conti quella dei pass è stata una grande, splendida idea.
Peccato sia stata gestita malissimo. Lo abbiamo saputo all’ultimo (ripeto: alle nove ho chiamato la libreria e nessun accenno ai pass), e con informazioni poco chiare. Non a caso, in fila di fronte alla libreria avevo sentito notizie completamente false. Ecco le più diffuse:
I pass erano terminati subito: falso, alle tre e un quarto, quando siamo arrivate, erano ancora al numero 186
I pass venivano consegnati solo fino alle tre: quella che più mi terrorizzava, si è rivelata falsa anche quella: secondo la pagina Facebook della libreria sono terminati quasi alle cinque del pomeriggio.
I pass  venivano consegnati solo a chi comprava il libro: falsa anche quella, e mi dispiace perché molte persone non sapendolo sono rimasti senza il pass, mentre bastava chiedere alla cassa.
Tornando a noi, arrivo in stazione rivedo Denise e incontro per la prima volta Vanessa de Ilibri sono un antidoto alla tristezza, e insieme ci dirigiamo all'Ambasciatori. Come ho detto c'erano ancora pass a volontà: a me, che avevo acquistato il libro da loro è stato dato il pass blu, alle ragazze che avevano già la loro copia un pass giallo o verde.
Alla fine ci siamo ripresentate all'Ambasciatori  solo un'ora prima dell'inizio del firmacopie... e già c'era la ressa. Molti avevano i pass... ma molti erano senza, causa informazioni sbagliate da parte di Facebook, libreria eccetera, e ho sentito di gente che veniva anche da molto lontano, che si era trovata senza alcun preavviso nella situazione di non poter partecipare (Marche, Abruzzo, Piemonte... non proprio dietro l'angolo rispetto a Bologna!)
L'organizzazione lasciava un po' a desiderare: il personale non disponeva di microfoni e capire le istruzioni in mezzo a più di trecento voci era un'impresa. Quando hanno chiamato i biglietti blu ho avuto enormi difficoltà ad avvicinarmi all'ingresso, questo perché non c'erano né transenne né un minimo di ordine: mi sono sentita un po' come Charlie della Fabbrica di Cioccolato con il Biglietto d'Oro.

Foto pubblicata sul Resto del Carlino - FotoSchicchi

In poco più di mezz'ora arriva il mio turno: l'incontro con Veronica è durato poco, ma ne sono stata soddisfatta. Lei è davvero carina, chiedeva a tutti come stavamo. Ovviamente avrei potuto dire trecentomila cose, su quanto emozionata ero e quanto mi facesse piacere incontrarla, ma l'unica parola inglese che mi è passata per la testa è stata "tired", stanca. Lei mi ha detto di riposare ma io avevo ancora un’ora e mezzo di treno da fare, e la sua espressione è stata buffissima…
Venti minuti dopo anche Denise e Vanessa, con i pass gialli, sono riuscite a far firmare la loro copia, ma la folla che aspettava fuori era ancora grande, e sempre più arrabbiata. Nel frattempo ho dovuto rispondere anche alle curiosità e ai commenti dei passanti, che andavano dal “Ma chi c’è, gli One Direction?” a “Veronica Roth chi?” o “ e meno male che i ragazzi non leggono…”
Non so come sia terminata la vicenda, anche se ho la mia idea (del tipo: altra gente rimasta fuori senza possibilità di partecipare.




Ne è valsa la pena? Nel mio caso sì, anche perché ho passato uno splendido pomeriggio, ma non so, nel caso avessi dovuto affrontare tutta la trafila di Milano, se avrei resistito tante ore per pochi secondi di incontro. In ogni caso sono curiosa di leggere come verranno gestiti i firmacopie della Roth in Francia e Spagna: come dice lo slogan dell'Erba del Vicino. un programma televisivo: “se non lo sappiamo fare, possiamo sempre imparare”. E in questo caso, dovremmo proprio imparare come gestire firmacopie di tale portata.



6 commenti:

  1. Oddio, che Odissea sono stati i firmacopie della Roth! Io sarei dovuta andare a Milano ma avevo un esame un paio di giorni dopo e ci ho rinunciato...mi viene da dire: per fortuna!! :) Comunque, sono contenta che hai potuto avere il tuo libro autografato ;)

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    1. Grazie :) alla fine guardando le foto credo che Bologna sia stato il meno odissea di tutti, però è stata comunque una giornata pesante - ho avuto il mal di schiena per due giorni!

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  2. Ottimo resoconto Silvia :D grande! Io non ho avuto il tempo/la forza di farlo... sono stata troppo impegnata in questi giorni Y-Y
    Comunque sia, per quanto gestita maluccio, sono contenta di aver fatto questa esperienza insieme e di aver visto, anche se per poco, la Roth ^.^

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  3. Sono contenta che tu sia sopravvissuta e che ce l'abbia fatta! Io sono stata a Milano e sono una di quelle a cui è stata chiusa la porta in faccia >.<

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    1. Mi dispiace -.- credo che anche a Bologna, leggendo da qualche parte, sia finita così, ed è un'indecenza. E' facile organizzarsi con i pass quando sai come vai a finire senza >.<

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