lunedì 31 agosto 2015

Summer Reading Challenge #10: Dorothy must die - Danielle Paige

Ultimo post della Summer Reading Challenge. Per un po' non ne vedremo di recensioni, dopo questa enorme abbuffata! Chiudiamo in bellezza, con una lunga recensione (più di novecento parole) su Dorothy must die retelling del Mago di Oz che mi è piaciuto... con qualche "ma" di troppo.

Obiettivo dieci: un numero, una lettera, un libro 

TITOLO: Dorothy must die
AUTORE: Danielle Paige
COLLANA: Harper Collins
PREZZO (CARTACEO): 9,11
PREZZO (EBOOK): 8,65
TRAMA (tradotta da me): Non ho chiesto nulla di questo. Non ho chiesto di essere una sorta di eroe. Ma quando la tua intera vita viene spazzata via da un tornado –portandoti via con sé- non ti rimane altra scelta che andare avanti, lo sai? Certo, ho letto i libri. Ho visto i film. Ma non mi sarei mai aspettata che Oz assomigliasse a questo. Un luogo in cui non ci si può fidare delle Streghe Buone e le Streghe Malvagie potrebbero essere i buoni. Un posto in cui anche la Strada di Mattoni Gialli sta crollando. Che cosa è successo? Dorothy.
Sono Amy Gumm – e sono l’altra ragazza del Kansas. Sono stata reclutata dall’Ordine Rivoluzionario dei Malvagi e mi è stata affidata una missione: rimuovere il cuore dell’Omino di Latta, rubare il cervello dello Spaventapasseri, prendere il coraggio del Leone. E poi Dorothy deve morire. 


Dorothy must die è stato uno di quei romanzi da cui, in primis, non sapevo assolutamente cosa aspettarmi. Lo vedevo spesso in giro, con la sua copertina riconoscibile, con il caratteristico vestito di Dorothy, e la sua trama intrigante, ma di recensioni, sui blog per lo meno che frequento, niente.
Di lui sapevo solo che si presentava come un retelling del Mago di Oz, e che contava ben 450 pagine in lingua inglese, e diciamo che era questa la cosa che mi preoccupava di più, considerando che non sono proprio abituata a leggere in lingua. Così Dorothy must die è rimasto qualche mese a prendere la polvere sullo scaffale, fino a quando, per la Summer Reading Challenge, mi sono decisa a iniziarlo, chiedendomi "lo finirò in tempo per la sfida?"
Invece, contrariamente a quanto mi aspettassi, non solo sono riuscita a terminarlo, ma è stato anche una lettura, che, forse non avrò adorato alla follia, ma è riuscita comunque a colpirmi, soprattutto per la qualità dell'ambientazione, che mi ha ricordato un poco Splintered di A.G. Howard (che, guarda caso, è stata proprio la lettura precedente a Dorothy must die). 
Dorothy cattiva?
Niente copiature, per carità, le due opere per quanto riguarda la trama non condividono proprio niente, ma l'ambientazione resa più inquietante rispetto alle opere originali, e l'incertezza che domina sullo sfondo sono due caratteristiche che accomunano questi due romanzi, e che io ho apprezzato moltissimo.
Per il resto possiamo dividere Dorothy must die in tre parti: le prime due servono da introduzione al contesto dell'opera e, per quanto le abbia trovate funzionali, il ritmo un poco lento, spezzato solo da qualche lampo di azione, me le ha rese piuttosto pesanti. La terza invece si è rivelata essere intrigante e ricca di tensione, tanto che, rispetto alle altre due, sono finita per divorarla, ed è stata proprio lei a farmi decidere di continuare la serie.
L'elemento che ho più apprezzato del romanzo è il fattore Oz: mi è piaciuto molto come il mondo e i personaggi creati da Baum siano stati adattati ad essere protagonisti, o meglio antagonisti, di questa nuova storia. Certo, essendo il primo volume della serie le motivazioni del perché siano diventati così cattivi sono ancora vaghe, ma conto che una risposta approfondita venga data nei successivi romanzi.
La protagonista di Dorothy must die è una ragazza del Kansas odierno, Amy Gumm, che all'apparenza è quanto di più distante da Dorothy ci sia: vive in una roulotte, ha una madre sotto psicofarmaci ed è bullizzata da quasi tutte le ragazze della sua scuola. Tuttavia, devo ammettere che, nonostante queste premesse, Amy non è male come protagonista: ha carattere ed è sarcastica al punto giusto, nonostante abbia la tendenza a compiere sciocchezze di tanto in tanto (ma chi, nella sua situazione, non le farebbe?)
Tra gli altri personaggi troviamo vecchie conoscenze (il Leone Codardo, lo Spaventapasseri, l'Uomo di Latta, Glinda) e nuovi personaggi, tra cui spiccano le Wicked Witches, in italiano traducibile come Streghe Malvagie, di cui tuttavia non parlerò per evitare spoiler (quella parte è una delle migliori, dunque preferirei non rovinarla solo per dire che l'autrice sa creare ex-novo personaggi comunque interessanti e sopra le righe).
Lo stile dell'autrice in generale non è male. Alcune parti scorrono meglio di altre, e, a differenza di altre storie narrate in prima persona, la narrazione non risulta eccessivamente telegrafica, al contrario, essa è ricca di descrizioni, abbastanza vivide ed inquietanti, che permettono al lettore di visualizzare la scena che viene raccontata. In particolare ho apprezzato i tocchi splatter qua e là, che davano un tocco insolito al romanzo.
Vi è qualche colpo di scena, di cui uno per me imprevedibile, che rovescia le carte in tavola, stuzzicando la curiosità del lettore ed sono presenti anche momenti toccanti (in particolare uno è riuscito quasi a commuovermi!)
Nonostante questi pregi, tuttavia, il romanzo presenta anche qualche difetto. La prima parte, introduttiva, si trascina pesantemente e, essendo il romanzo in lingua, ho fatto un po' di fatica a superarla, nonostante la premessa sia già, dalle prime righe, accattivante.
 
Questa era Oz. Bene, dimenticatela. 
Tuttavia ciò che proprio non ho sopportato del romanzo è stata la presunta "parte romantica". Certo, una storia romantica non guasta, ma, secondo me, ci sono romanzi che funzionano benissimo senza romanticismo, e Dorothy must die è uno di questi. Invece no, l'autrice, probabilmente convinta dal fatto che un young adult nel 99,99% dei casi debba contenere una storiella adolescenziale, ha deciso di aggiungere quella che secondo me è la più sciapa e inutile love story del mio anno di letture. Il rapporto infatti tra Amy e Nox, uno stregone di Oz, non solo è mal sviluppato, ma sembra quasi creato al solo fine di dare un tocco di romanticismo ad una storia che in realtà non ne avrebbe nemmeno bisogno.
In conclusione, Dorothy must die si è rivelata comunque una lettura coinvolgente e interessante, nonostante i suoi difetti, che influiscono sul romanzo. Pertanto la mia valutazione si aggira intorno alle quattro, generose, stelline: il seguito, The Wicked will rise, ha si le potenzialità per migliorare ed essere un ottimo romanzo, ma basta un passo falso per sprofondare nel trash.
In ogni caso, continuerò la serie.  


3 commenti:

  1. Devo dire che mi fa piacere leggere questa tua recensione pseudo-positiva :D
    Ne avevo letta soltanto un'altra abbastanza negativa - da una persona di cui mi fido - e dunque mi era un po' passata la voglia di leggerlo u.u la tua recensione mi dà un po' di speranza :3

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    1. Si... nel complesso non è male, certo è pseudo-positiva, i suoi difetti li ha anche lui xD io ho avuto la fortuna di non leggere recensioni, dunque ho iniziato la lettura senza particolari aspettative.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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